Recensione a cura di Albyrinth
C'era indubbiamente molta attesa per The Spin, quarto album dei Messa, che segna il debutto per la band italiana per una delle maggiori etichette specializzate in musica metal, ovvero la mitica Metal Blade. Un'occasione molto ghiotta per una delle formazioni più interessanti e chiacchierate della scena: nati nel 2014, i Messa si fecero subito notare con il debutto Belfry, dove i classici stilemi doom metal (con qualche spruzzata dell'occult rock nostrano) venivano arricchiti da un amore non certo nascosto per le melodie di David Gilmour negli assoli di Alberto Piccolo e da chiari riferimenti al mondo del blues e del jazz, il tutto suggellato dall'ottima e ipnotica voce di Sara Bianchin. Un debutto indubbiamente convincente, ma che era forse ancora troppo legato alle ispirazioni della band e caratterizzato da un songwriting a volte un po' prolisso. Il successivo Feast for Water ribadiva le caratteristiche di base del sound dei Messa (ingombranti ispirazioni comprese), mettendo però in mostra un songwriting decisamente più maturo, raffinato ed esaltante (buon esempio è lo splendido singolo "Leah"): un buonissimo lavoro, pur con qualche difetto (un paio di brani meno incisivi, alcune sezioni strumentali tirate un po' troppo in lungo e la voce di Sara non sempre sfruttata al meglio).
Il vero punto di svolta arriva però con Close (pubblicato dall'etichetta finlandese Svart Records, specializzata in sonorità doom metal e in prestigiose ristampe di vinili esauriti da tempo), che mostra un'importante crescita per il quartetto veneto: al sound dei primi due lavori si aggiungono suggestioni etniche mediorientali e folk, e la forma canzone si fa più libera, per un album umorale, ricchissimo di suggestioni, intricato e sicuramente difficile da interiorizzare, ma anche esaltante e affascinante; a 6 anni dal debutto Belfry, la formazione veneta mostra già un'invidiabile maturità artistica che li proietta definitivamente nel novero delle formazioni di culto europee, tanto da fare arrivare la grande occasione di un contratto con Metal Blade.
Il vero punto di svolta arriva però con Close (pubblicato dall'etichetta finlandese Svart Records, specializzata in sonorità doom metal e in prestigiose ristampe di vinili esauriti da tempo), che mostra un'importante crescita per il quartetto veneto: al sound dei primi due lavori si aggiungono suggestioni etniche mediorientali e folk, e la forma canzone si fa più libera, per un album umorale, ricchissimo di suggestioni, intricato e sicuramente difficile da interiorizzare, ma anche esaltante e affascinante; a 6 anni dal debutto Belfry, la formazione veneta mostra già un'invidiabile maturità artistica che li proietta definitivamente nel novero delle formazioni di culto europee, tanto da fare arrivare la grande occasione di un contratto con Metal Blade.
E così, dopo questo lungo (ma necessario) preambolo, possiamo arrivare al quarto disco dei Messa, ovvero The Spin, che si è rivelato una discreta sorpresa. Se era logico pensare che la band italiana continuasse sul sentiero tracciato dal precedente Close, quello di un doom metal fortemente progressivo e decisamente intricato, difficilmente avrei immaginato invece una netta inversione per tornare a canzoni più semplici, immediate e lineari (ma non per questo scarne o banali, sia chiaro). La cosa si avverte chiaramente nelle prime tre tracce: "Void Meridian" è un brano in crescendo dove, a sorpresa, appaiono chiarissimi i riferimento alla dark wave ottantiana, in particolare al sound dei Siouxsie and the Banshees (e non solo per la voce di Sara) e dove la formazione veneta opta per una struttura molto lineari. Struttura (ispirazioni ottantiane comprese) che viene replicata anche in "At Races" (non a caso scelta come primo singolo), la traccia più immediata del lotto, grazie al suo incedere ritmato e a un ritornello esaltante e riuscitissimo. "Fire on the Roof" è forse la canzone più potente del lotto, graziata da un riuscito riff sabbathiano, da un altro ritornello insospettabilmente accattivante e dall'ottima coda finale dove a svettare sono prima la chitarra di Alberto e poi le ottime linee vocali di una Sara in grande spolvero.
Gli anni '80 sono la maggiore ispirazione anche per la malinconica semi-ballad "Immolation", tutta giocata sul classico abbinamento piano-voce, ma che esplode letteralmente con il bell'assolo di chitarra piazzato appena prima della coda finale.
"The Dress" (scelto coraggiosamente come secondo singolo) è, secondo me, il vero highlight di The Spin: un brano di 8 minuti estremamente cangiante, che inizia in modo soffuso e che poi esplode in un ritornello davvero efficacissimo interpretato in modo clamoroso da Sara. Ma la vera sorpresa è la lunga parte strumentale centrale (prima dell'esaltante finale) dove sono le suggestioni jazz a prendere la scena, con basso a chitarra che rincorrono il suono della tromba. Questa canzone è forse il perfetto manifesto di come suonano i Messa su The Spin: immediati, esaltanti, ma con un songwriting ricchissimo e raffinato in cui si innestano anche soluzioni ardite e non convenzionali. "Reveal" è, secondo me, la traccia più debole del lotto, un up-tempo caratterizzato da un riff blueseggiante e da linee vocali non memorabili, con un assolo fin troppo acido e caricato. Si ritorna a livelli eccellenti con la conclusiva "Thicker Blood", classica canzone in crescendo dove ritornano chiaramente le atmosfere e i riff doom che esplodono in una lunga sezione strumentale che mette chiaramente in mostra le grandi doti strumentali dei Messa, prima dell'ottima coda finale, tra suggestioni dark, cambi di ritmo e urla liberatorie.
Come detto, The Spin è stato una discreta sorpresa: i Messa hanno infatti optato per rendere più immediato e lineare il proprio sound, concentrandosi su canzoni dalla struttura più snella, inserendo chiari riferimenti alla dark wave ottantiana e puntando su melodie e ritornelli più facilmente assimilabili. Una scelta giustificata dall'approdo, per la prima volta, a un'etichetta importante come Metal Blade, in modo da allargare la propria platea di ascoltatori. Questo, però, non vuol dire che la band veneta si sia in alcun modo "svenduta", visto che The Spin è un lavoro caratterizzato da un songwriting molto centrato, raffinato e soprattutto ricco di sfumature e piccole sorprese (ad esempio, la già citata tromba in "The Dress"), in cui a fare la differenza è la bravura dei musicisti e la ricercatezza degli arrangiamenti. È poi obbligatorio parlare della prestazione maiuscola dietro al microfono di Sara, capace di dare al proprio cantato tantissime sfumature, senza per questo "strappare" troppo, anche nei momenti concitati: non c'è dubbio che la sua prestazione sia la ciliegina sulla torta di un disco davvero riuscito. Per contro, oltre alla già citata "Reveal", non ho particolarmente apprezzato la produzione, ovviamente soffusa, piena di echi e riverberi come ci si deve aspettare da un disco dei Messa, ma che, in più di un punto, sembra sacrificare troppo la voce di Sara a favore degli altri strumenti, soprattutto la chitarra.
In conclusione, The Spin è un album che forse deluderà in parte chi aveva amato alla follia la complessità e ricchezza compositiva di Close [album splendido, ma che necessitava di concentrazione e perseveranza per essere assimilato], ma che, nella sua maggiore linearità, si rivela essere uno di quei lavori di puro songwriting che mostra, se mai ce ne fosse ancora bisogno, le grandi qualità compositive e musicali dei Messa, oltre all'invidiabile maturità artistica, cosa affatto non scontata per una formazione attiva da poco più di un decennio.
In conclusione, The Spin è un album che forse deluderà in parte chi aveva amato alla follia la complessità e ricchezza compositiva di Close [album splendido, ma che necessitava di concentrazione e perseveranza per essere assimilato], ma che, nella sua maggiore linearità, si rivela essere uno di quei lavori di puro songwriting che mostra, se mai ce ne fosse ancora bisogno, le grandi qualità compositive e musicali dei Messa, oltre all'invidiabile maturità artistica, cosa affatto non scontata per una formazione attiva da poco più di un decennio.
The Spin è disponibile in formato digitale e fisico sul sito ufficiale dell'etichetta Metal Blade Records. E' inoltre disponibile in formato fisico e digitale su tutti i maggiori store online. Il disco è ovviamente inoltre disponibile su tutti i maggiori servizi di musica in streaming, oltre che sulla Pagina Bandcamp della band. Per maggiori informazioni, visitate la Pagina LinkTree della band.
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