MCU Fase 5 - Captain America: Brave New World (Recensione)

 La locandina ufficiale del film Captain America Brave New World

Recensione a cura di Albyrinth

Nota Importante: Questo articolo contiene alcuni SPOILER minori riguardanti il Film Captain America: Brave New World, in particolare riguardo gli sviluppi del personaggio interpretato da Harrison Ford, peraltro ampiamente spoilerati da trailer, locandine e report vari. Grazie.

Captain America: Brave New World arriva in un momento di transizione e di ristrutturazione (o restaurazione, come la ho provocatoriamente definita nell'omonimo articolo) del Marvel Cinematic Universe (MCU da questo momento) dopo i problemi della fase 4 e i sonori flop della fase 5. Un film problematico, che ha visto diverse riscritture della sceneggiatura dopo alcuni test screening definiti "disastrosi" e un alto numero di riprese aggiuntive in post-produzione che, insieme al cachet di Harrison Ford (necessario a garantire al film un certo star power), hanno fatto lievitare il budget a 180 milioni di dollari; insomma, il quarto film dedicato a Captain America, il primo con Anthony Mackie nei panni della nuova incarnazione del supereroe pareva un altro treno lanciato a grande velocità verso un disastro annunciato. Fortunatamente gli interventi correttivi sembrano avere salvato, in parte, la pellicola, che però finisce per giocare abbondantemente sul sicuro, risultando un'opera alquanto innocua, per quanto relativamente godibile.

Una scena che vede contrapposti Captain America e Hulk Rosso

Thaddeus Distrugge!

Il nuovo Captain America (Sam Wilson, interpretato da Anthony Mackie) partecipa, insieme al suo nuovo  "apprendista" Falcon (Danny Ramirez), a una pericolosa missione di recupero di un cilindro contenente il primo esemplare di adamantio raffinato, un metallo potentissimo prelevato dai resti del Celestiale Tiamut e successivamente rubato dal letale Sidewinder (Giancarlo Esposito) e dalla sua organizzazione criminale. Il cilindro è recuperato con successo da Cap e dal nuovo Falcon, che, come ringraziamento, vengono quindi invitati a un ricevimento ufficiale dal nuovo Presidente degli Stati Uniti, Thaddeus "Thunderbolt" Ross (interpretato da Harrison Ford, subentrato al compianto William Hurt); Sam estende l'invito anche a Isaiah Bradley (Carl Lumbly) il cosiddetto Captain America "segreto" di colore che compì negli anni '60 e '70 importanti operazioni per la CIA, salvo poi essere ingiustamente imprigionato. Durante il ricevimento, Isaiah e alcuni membri della sicurezza attentano alla vita del Presidente, che si salva miracolosamente grazie anche all'intervento di Ruth (Shira Haas), una ex-Vedova Nera ora membro dello staff di sicurezza del Presidente; il problema è che Isaiah non ricorda nulla della serata, facendo sospettare a Sam che ci sia dietro un complotto, che ha le sue radici nel lontano passato dell'universo Marvel.

Una scena tratta dal film Captain America: Brave New World

Mix and Match

È abbastanza chiaro come, con una pellicola che poteva facilmente risultare un flop [pericolo quasi scampato, visto che nel suo primo weekend di sfruttamento, ha macinato 192 milioni di dollari; fonte: BoxOfficeMojo] Kevin Feige e soci siano voluti andare sul sicuro, riprendendo alcuni elementi distintivi dai precedenti film dedicati a Captain America, in particolare i toni thriller da cospirazione politica (anche se decisamente molto più all'acqua di rose rispetto alla minaccia posta dall'Hydra) del secondo e il villain mastermind capace di mettere in piedi un piano geniale e machiavellico del terzo. Oltre a questo, la scelta è stata quella di asciugare il più possibile la pellicola da scene che potessero fare calare esageratamente il ritmo o allungare troppo la durata (che si assesta appena sotto le due ore, titoli di coda inclusi). A farne le spese, oltre al personaggio di Diamondback (interpretato da Rosa Salazar), completamente tagliato dal film, anche le scene che introducono il nuovo Falcon e, probabilmente, un ruolo più ampio per il villain secondario Sidewinder, interpretato dal sempre ottimo Giancarlo Esposito.
Insomma, la scelta è stata chiara: realizzare una pellicola molto asciutta e guidata totalmente dalla trama, andando a ripescare elementi molto familiari per andare sul sicuro. Una scelta più che comprensibile dopo i disastri di The Marvels e soprattutto di Secret Invasion, [con cui condivideva l'approccio da thriller politico], ma che rende Captain America: Brave New World un'opera alquanto innocua che si assesta sul livello discreto della serie TV Falcon and the Winter Soldier, di cui è sequel diretto. Anzi, tolta la buona scena d'azione finale con la battaglia con l'Hulk Rosso (che, non a caso, troneggia su tutti i materiali promozionali), viene da pensare che la collocazione migliore per questa sceneggiatura sarebbe stata una nuova serie TV per Disney+. Ma sappiamo bene come le strategie in casa Marvel Studios siano drasticamente cambiate...

Giancarlo Esposito in Captain America Brave New World

Azione, Effetti Speciali e Recitazione Discreti

Dove Captain America: Brave New World brilla maggiormente è nelle buone scene d'azione, della giusta durata, ben coreografate e capaci di sfruttare bene l'ottima fisicità di Anthony Mackie con uno stile di combattimento mutuato più dalla MMA che dalle classiche arti marziali. Anche la particolare armatura del protagonista e la buona idea di fornire a Sam delle ali in vibranio viene sfruttata bene per rendere credibile la battaglia finale, dove la disparità della potenza dei combattenti è davvero marcata. Più che discreta anche la scena volante ambientata nell'Oceano Indiano, che omaggia apertamente Top Gun. In tutto questo, anche la CGI regge bene e il tempo aggiuntivo regalato dalle riscritture del copione e dalle riprese aggiuntive ha probabilmente permesso ai team addetti agli effetti speciali di confezionare un buon prodotto, soprattutto per quanto riguarda l'Hulk Rosso interpretato da Harrison Ford.
A questi elementi si aggiunge una regia senza particolari guizzi, ma comunque pulita e precisa da parte di Julius Onah (alcuni film indie e il terzo capitolo del franchise Cloverfield nel suo curriculum) e un livello di recitazione generalmente buono [della prestazione di Anthony Mackie ne parleremo un paio di paragrafi più avanti], sia per quanto riguarda i protagonisti che i comprimari. Certo, sia Harrison Ford (che cita volontariamente se stesso in Air Force One) che Giancarlo Esposito recitano di puro mestiere, ma, in un film così innocuo, bastano e avanzano.

Il villain del film Captain America Brave New World

Una Sceneggiatura Ondivaga

Dove invece Captain America: Brave New World paga inevitabilmente dazio è nella sceneggiatura, dove le varie riscritture hanno decisamente lasciato il segno. Arriveranno sicuramente report su come fosse inizialmente la trama o su quali personaggi avessero un ruolo maggiore inizialmente, ma, per il momento, possiamo solo fare ipotesi. È molto probabile che il personaggio del nuovo Falcon avesse un'introduzione migliore, permettendo così al personaggio interpretato da Danny Ramirez di avere uno spessore maggiore rispetto allo stereotipato sidekick a metà strada tra il figaccione spericolato e lo smanettone informatico. Così come è noto che il personaggio di Sabra (interpretato dalla sempre brava Shira Haas) sia stato ridimensionato a causa delle origini israeliane, lasciandole giusto due brevissime e poco memorabili scene d'azione. Ma, più in generale, tutto il lavoro di caratterizzazione, è molto basilare e si adagia mollemente sulle opere passate (tutti i dilemmi morali di Captain America sono esattamente gli stessi di Falcon and the Winter Soldier) o sul carisma innato degli attori (sostanzialmente i personaggi di Harrison Ford e Giancarlo Esposito si scrivono da soli).
Ma, soprattutto, è la trama principale legata al piano criminale del villain a presentare i maggiori buchi di sceneggiatura (oltre che delle motivazioni abbastanza risibili) con il personaggio del cattivo che appare e scompare qua e là e che non sembra poi così geniale come invece dovrebbe essere. Insomma, un classico villain usa e getta, che invece aveva un buon potenziale.
Infine, va citata la quasi totale assenza di umorismo, qualcosa di abbastanza inedito per il MCU, soprattutto perché nel film ci sono tipiche dinamiche da buddy movie tra Cap e il nuovo Falcon, senza però le classiche battutine, il che rende le loro interazioni poco efficaci.

Una scena tratta dal film Captain America: Brave New World

La Continuity, Croce e Delizia

Come è noto, la continuity è stato uno dei fattori fondamentali che ha garantito il successo del MCU: quei piccoli collegamenti tra i primi film che hanno poi portato al primo Avengers, furono qualcosa di mai visto prima nel mondo dei franchise supereroistici. Con l'accumularsi poi di film e serie TV e con l'aggrovigliarsi delle trame, è chiaro come la continuity sia piano piano diventato un fardello. Se si eccettua il fatto che gli avvenimenti di Secret Invasion siano, ancora un volta, totalmente ignorati (incluso un presidente degli Stati Uniti differente), devo dire che, per una volta, la continuity è stata utilizzata nel modo corretto all'interno di Captain America: Brave New World. Oltre ad essere il sequel diretto della serie tv Falcon and the Winter Soldier, alcuni degli snodi narrativi principali arrivano direttamente da uno dei primissimi (e meno considerati) film del MCU, ovvero L'Incredibile Hulk. In questo caso, un plauso agli sceneggiatori per avere finalmente chiuso una trama rimasta in sospeso per oltre 15 anni e averla inserita nella pellicola senza il bisogno di lunghi e inutili spiegoni. È interessante notare anche come Captain America: Brave New World  sia il primo film a citare apertamente il catastrofico finale di Eternals, mostrando i resti del Celestiale Tiamut parzialmente emerso nell'Oceano Indiano, sfruttandolo furbescamente per introdurre nel MCU l'adamantio, un elemento che sarà fondamentale per la nascita di un certo mutante artigliato canadese.

Un primo piano di Anthony Mackie, protagonista del film Captain America: Brave New World

Il Fattore C...arisma

Ovviamente non mi riferisco alla indubbia prestanza fisica del protagonista Anthony Mackie, ma piuttosto al problema più grosso della sua recitazione: la mancanza di carisma. Il che non vuol dire che il buon Anthony non sappia recitare, anzi, anche nelle scene più drammatiche, come in un tesissimo dialogo con il Presidente Ross interpretato da Harrison Ford, dimostra di reggere la scena. Senza dimenticare che, nella sua ormai lunga carriera, ha recitato sotto signori registi come Clint Eastwood, Jonathan Demme, Kathryn Bigelow e Spike Lee.
Insomma, Anthony ha sicuramente il fisico giusto per il ruolo e una certa innata simpatia, ma manca del carisma necessario a renderlo totalmente credibile nei panni di Capitan America. Chris Evans riusciva a dare al personaggio quella statura morale che lo rendeva immediatamente un leader credibile sia in azione che nei momenti in cui doveva fare qualche discorso importante. Al Cap di Anthony Mackie manca totalmente quell'aura di rispetto e ammirazione che generava lo Steve Rogers di Chris Evans e la cosa si nota terribilmente quando Sam Wilson pronuncia le battute più significative, che, purtroppo, non vanno a segno; o quando Mackie recita a fianco di Harrison Ford e Giancarlo Esposito, due attori a cui il carisma non manca di certo, anche quando recitano di mestiere come in questa pellicola.
Quello del carisma degli attori, in realtà, è un discorso che si può estendere a molti dei nuovi personaggi apparsi nelle fasi 4 e 5 del MCU che faticano a lasciare il segno nell'immaginario degli spettatori. Se il MCU è diventato un fenomeno incredibile (nel bene e nel male), lo si deve anche e soprattutto al gruppo iniziale di attori e al loro carisma, a Robert Downey Junior, Chris Evans, Tom Hiddleston, Jeremy Renner, Chris Hemsworth, Scarlett Johansson, Samuel L. Jackson e Mark Ruffalo, che hanno saputo rendere credibili figure tanto fantastiche quanto improbabili, facendo affezionare gli spettatori. Attori difficilissimi da sostituire, come gli ultimi annunci dimostrano ampiamente... 

I due protagonisti del film Captain America Brave New World

Un Flebilissimo Sottotesto Politico [SPOILER WARNING?]

Un ultimo spunto riguarda il sottotesto politico di Captain America: Brave New World, in quanto è sicuramente interessante notare come la pellicola sia comunque figlia dei propri tempi, tanto da avere un non nascosto, quanto inoffensivo, sottotesto politico. Abbiamo un presidente populista, controverso e arrogante, che è riuscito a farsi eleggere grazie all'aiuto di una figura altrettanto controversa, un genio che però lo ha manipolato per ottenere quello che vuole. Suona familiare? 
Se ciò non bastasse abbiamo pure [SPOILER WARNING?!?] un presidente che diventa Hulk Rosso in preda alla rabbia e distrugge la Casa Bianca, desecrando la bandiera per abbattere un elicottero, in quella che è probabilmente la scena più riuscita del film. Insomma, è innegabile che un sottotesto politico legato all'attualità esista, come è innegabile che questo sia trattato nel modo più innocuo e inoffensivo possibile, eliminando qualunque riferimento diretto o nascosto per evitare qualunque polemica; scelta non così campata per aria, forse, dal momento che il film era già nel mirino dei contestatori per la presenza di Sabra (inizialmente doveva essere un ex-agente del Mossad, riconfezionata come una generica ex-Vedova Nera di origini israeliane), il cui ruolo è stato ridimensionato, e per il titolo originale, New World Order, che rimandava a una delle più popolari teorie cospirazioniste di matrice antisemita e che è stato poi modificato in una citazione (a sproposito) di uno dei più rivoluzionari romanzi di fantascienza, il Brave New World di Aldous Huxley. Insomma, non aspettatevi ardite metafore e satire pungenti, siamo a un livello basilare di critica politica; innocua, esattamente come il film che la contiene.

Una locandina alternativa del film Captain America Brave New World

In Conclusione

Giudicare Captain America: Brave New World non è semplice: valutando il bicchiere come mezzo pieno, si può dire che i Marvel Studios siano riusciti a fare il miracolo di salvare una pellicola che, dopo i primi test screening era stata definita disastrosa, asciugando la sceneggiatura da qualunque scena superflua e rendendo la narrazione totalmente al servizio della trama. A fare il resto ci hanno pensato un buon cast, una regia pulita, scene d'azione ben coreografate e una CGI di buon livello.
Valutando il bicchiere mezzo vuoto, è chiaro che la pellicola non si prenda il benchè minimo rischio (neanche con un potenziale sottotesto politico di grande attualità) e giochi sul sicuro, risultando alquanto basilare, semplice e, soprattutto, innocua. Un film da 6 politico, insomma.
In conclusione Captain America: Brave New World non è certo l'opera in grado di fare svoltare il MCU, riportandolo ai fasti di un tempo, ma semplicemente un film di discreto intrattenimento che si limita a portare a casa la pagnotta senza fare danni. 

Captain America: Brave New World è ancora presente in tutti i cinema. La pellicola arriverà tra un paio di mesi in VOD e home video, seguita dalla pubblicazione sulla piattaforma streaming Disney+.

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