Nota Importante: Questo articolo contiene alcuni SPOILER minori riguardanti la prima stagione della serie TV Agatha All Along. Grazie.
Agatha All Along era stato annunciato immediatamente dopo la conclusione di Wandavision, la primissima (e molto apprezzata) serie TV della Fase 4, rappresentandone il sequel diretto. Una scelta quasi impulsiva, dettata dal grande successo raccolto dal villain della storia, Agatha Harkenss (interpretata da una sempre spettacolare Kathryn Hahn). Insomma, la miniserie è nata in un periodo in cui il diktat aziendale era quello di realizzare il maggior numero possibile di prodotti targati Marvel per attirare il pubblico sulla neonata piattaforma Disney+ (maggiori informazioni QUI), ma è stata realizzata quando la scena era decisamente cambiata, con le direttive aziendali che imponevano una riduzione drastica delle produzioni targate Marvel (massimo due serie TV e tre film all'anno) e una differenziazione tra i prodotti pensati per la tv e quelli invece per il grande schermo.
Pesante fardello di un passato (la problematica Fase 4) che Kevin Feige e soci vorrebbero presto dimenticare o buon manifesto della nuova filosofia produttiva dietro al MCU? Scopriamolo nella recensione!
La Strada delle Streghe
A seguito della sconfitta subita durante lo scontro con Wanda Maximoff, Agatha Harkness (Kathryn Hahn) è stata privata dei suoi poteri e rinchiusa da un incantesimo in una serie poliziesca intitolata Agnes of Westview, in cui la strega interpreta (suo malgrado) il ruolo di una caustica detective. L'arrivo di un misterioso ragazzino (interpretato dalla star di Heartstopper, Joe Locke) - la cui reale identità è nascosta da un incantesimo - e dell'ambigua strega Rio Vidal (interpretata da Aubrey Plaza) - che pare avere più di un conto in sospeso con Agatha - romperanno l'incantesimo, facendo tornare la memoria ad Agatha, ma non i suoi poteri. La soluzione per riappropriarsi dei propri poteri magici è quindi quella di percorrere "La Strada"- un leggendario luogo magico caratterizzato da prove mortali, il cui premio finale è l'esaudimento dei propri desideri - insieme al ragazzino e a una nuova congrega di streghe. Ma non tutto è come sembra, e sia la manipolativa Agatha che l'inquietante Rio sembrano nascondere grossi segreti al resto del gruppo. Ma, soprattutto: chi è il ragazzino misterioso e qual è la reale portata dei suoi poteri magici?
Una Prima Metà (Apparentemente) Mediocre
Dopo un primo episodio tutto sommato interessante quanto scontato, Agatha All Along sembra appiattirsi su una certa mediocrità. La trama de "La Strada" è quanto di più classico si sia mai visto: una serie di prove mortali che devono essere affrontate da un gruppo che, prova dopo prova, comincia a conoscersi e a costruire legami di fiducia. Sappiamo bene come canovacci classici, alla fine, funzionino sempre bene, ma le prime 5 puntate della miniserie sembrano vessate da una sceneggiatura scolastica, da una trama banalotta e da una messa in scena piuttosto sciatta - se non addirittura pacchiana - tra omaggi poco riusciti (in particolare quello riservato a L'Esorcista, fatto davvero maluccio) e scelte quasi deliranti. Insomma, l'impressione è che la decisione di allocare un budget più limitato del solito per la miniserie potesse avere provocato un netto calo di qualità dal punto di visto visivo e narrativo. Fortunatamente, tutto cambia nella seconda metà, dove la serie non solo inizia a brillare, ma inanella una serie di riusciti colpi di scena.
Una Sceneggiatura Brillante
Come detto, a partire dal primo colpo di scena (la rivelazione dell'identità del ragazzino, in realtà abbastanza prevedibile per i lettori dei fumetti), non solo la qualità si impenna (raggiungendo il top nell'ottimo settimo episodio graziato da un'ottima interpretazione di Patti LuPone) ma, quando giunge il momento della seconda, grande, rivelazione, ci si rende conto che tutto (anche le scelte più controverse) aveva una spiegazione valida. Un ottimo lavoro di sceneggiatura, peraltro molto più sottile di quanto ci si potesse aspettare da un prodotto simile, che rende Agatha All Along una miniserie sicuramente valida e riuscita. Bravo dunque il team (guidato dalla brava Jac Schaeffer) a gestire bene tutta la trama, a nascondere piccole scene che avrebbero trovato spiegazione solo più tardi (in particolare per il personaggio di Lilia) e a creare una backstory interessante e riuscita per il personaggio di Agatha. Una piccola nota: per una volta, le tematiche inclusive e woke, per quanto decisamente presenti (al solito, la strega è utilizzata come metafora del diverso e ci sono tre personaggi gay nella serie), sono gestite tutto sommato bene, non risultando mai troppo forzate. È divertente pensare come le stesse identiche tematiche siano invece state utilizzate malissimo all'interno della serie The Acolyte, finendo per inglobare tutta la narrazione.
Un Cast all'Altezza
Un piccolo plauso anche al cast, che rappresenta un valore aggiunto della miniserie. Se non si potevano avere dubbi sulla sempre grande e carismatica Kathryn Hahn, che interpreta la protagonista in modo istrionico e sottilmente ambiguo, sapendo cambiare il registro di recitazione in pochi istanti risultando sempre efficace, anche la prova della comprimaria Patti LuPone è stata una totale sorpresa, alle prese con un personaggio molto più sfaccettato della stralunata lettrice di tarocchi delle prime puntate.
Una menzione la merita anche Joe Locke, reduce dal grande successo di Heartstopper, la serie sentimentale con tematiche queer, che ha saputo guadagnarsi legioni di giovanissime fan appassionate. Il giovanissimo attore, nonostante un certo spaesamento, tiene bene la scena riuscendo a dare spessore con tanti piccoli tocchi al personaggio del ragazzino, anche quando diventa protagonista assoluto della scena. Un pelino meno efficace la sua recitazione quando ci sono di mezzo i poteri magici, dove appare un po' robotico.
Chi invece delude in parte è la bravissima Aubrey Plaza, in realtà più per colpe non sue: l'attrice deve infatti interpretare un personaggio che sembra costruito attorno alla sua particolare personalità alquanto bizzarra, ma che è limitato dalle scelte di sceneggiatura [una frase che si può comprendere appieno solo dopo avere visto la miniserie]. Motivo per cui l'attrice americana sembra recitare di puro mestiere dando alla strega Rio quell'alone "weird" e inquietante, ma nulla più, escludendo il flashback finale, dove ha invece possibilità di esplorare un minimo altri lati della personalità del personaggio.
Una menzione la merita anche Joe Locke, reduce dal grande successo di Heartstopper, la serie sentimentale con tematiche queer, che ha saputo guadagnarsi legioni di giovanissime fan appassionate. Il giovanissimo attore, nonostante un certo spaesamento, tiene bene la scena riuscendo a dare spessore con tanti piccoli tocchi al personaggio del ragazzino, anche quando diventa protagonista assoluto della scena. Un pelino meno efficace la sua recitazione quando ci sono di mezzo i poteri magici, dove appare un po' robotico.
Chi invece delude in parte è la bravissima Aubrey Plaza, in realtà più per colpe non sue: l'attrice deve infatti interpretare un personaggio che sembra costruito attorno alla sua particolare personalità alquanto bizzarra, ma che è limitato dalle scelte di sceneggiatura [una frase che si può comprendere appieno solo dopo avere visto la miniserie]. Motivo per cui l'attrice americana sembra recitare di puro mestiere dando alla strega Rio quell'alone "weird" e inquietante, ma nulla più, escludendo il flashback finale, dove ha invece possibilità di esplorare un minimo altri lati della personalità del personaggio.
Marvel Television
Come detto, Agatha All Along rappresenta il primo progetto della divisione Marvel Television (per dettagli sulla storia dietro a questa divisione, rimando alla pagina su Wikipedia), resuscitata con il chiaro intento di differenziare i prodotti destinati a Disney+ da quelli destinati al cinema. L'idea di Bob Iger, CEO Disney, è chiara: evitare di fare serie tv che siano dei film allungati, abbassare i budget (andati fuori controllo in produzioni come il tremendo Secret Invasion) e realizzare prodotti con un taglio differente, che siano fruibili anche senza avere visto decine di film e serie Marvel (e viceversa).
Risultato pienamente centrato con Agatha All Along, che gioca abbastanza bene con le ristrettezze del budget (onore al team di sceneggiatori per essere riusciti a trovare un modo creativo per spiegare cere scelte visive), che risulta qualcosa di differente dai soliti prodotti Marvel e che necessita solo della visione di Wandavision, di cui ne è diretto sequel.
Risultato pienamente centrato con Agatha All Along, che gioca abbastanza bene con le ristrettezze del budget (onore al team di sceneggiatori per essere riusciti a trovare un modo creativo per spiegare cere scelte visive), che risulta qualcosa di differente dai soliti prodotti Marvel e che necessita solo della visione di Wandavision, di cui ne è diretto sequel.
Per contro, alcune scene risentono del budget ridotto (soprattutto la scena madre presente nell'ottavo episodio, un po' raffazzonata dal punto di vista degli effetti speciali) e un paio di personaggi risultano piazzati in scena solo per avere qualcuno da eliminare per rendere le prove de "La Strada" più mortali.
In Conclusione
C'erano tante cose che potevano andare storte con Agatha All Along, non ultimo il fatto che fosse un progetto nato prima di quella che ho definito la "Restaurazione" del MCU (maggiori informazioni QUI) e con protagonista una villain "minore" del MCU. Invece, grazie a una sceneggiatura calibrata e sottile, a un cast generalmente in parte guidato da una sempre superlativa Kathryn Hahn e a una certa voglia di creare un prodotto differente dai soliti canoni supereroistici, questa miniserie si è rivelata essere un prodotto intelligente, piacevole e interessante. Tra l'altro, il finale abbastanza aperto potrebbe portare a una seconda stagione, oltre a un ovvio futuro per il personaggio interpretato da Joe Locke, indirizzato verso i già annunciati Young Avengers. Insomma, buona la prima per la rinata Marvel Television!
Agatha All Along è una serie TV in nove episodi trasmessa in esclusiva in streaming su Disney+.
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