IOTUNN - Kinship (Recensione)

 La copertina di Kinship, secondo album della band IOTUNN

Nata nel 2015, la band danese IOTUNN, dopo un EP, The Wizard Falls, ancora molto grezzo e con un cantato davvero deficitario, aveva decisamente stupito il pubblico appassionato con il debutto Access All Worlds, uscito cinque anni dopo, nel 2021 per Metal Blade. Non solo è stato fondamentale l'ingresso in formazione del talentuoso cantante faroense Jón Aldará (che si era già fatto notare nelle band Barren EarthHamferð) che ha reso le linee vocali molto più evocative e dinamiche, ma è tutto il sound ad avere avuto un'evoluzione incredibile, con le coordinate sonore del gruppo che si sono spostate verso un viking metal epico e progressivo, caratterizzato da composizioni molto lunghe ed elaborate. Nonostante Access All Worlds sia finito in molte delle classifiche dei migliori album del 2021, è innegabile che ci fosse ancora da lavorare per limare il sound dai difetti, in particolare un songwriting a volte troppo prolisso e l'adagiarsi, a tratti, su soluzioni sonore fin troppo codificate. Arriviamo così al secondo lavoro degli IOTUNN, Kinship, un mastodonte di 80 minuti che non solo conferma le ottime sensazioni del debutto, ma evolve totalmente il sound inglobando altre influenze in un'opera a tratti davvero stupefacente.

Se, di base, il sound della band danese rimane quello di un metal epico e progressivo contaminato da influenze provenienti da black metal (filone viking) e death metal melodico, non c'è dubbio che la loro musica sia diventata un caleidoscopio ricchissimo (ma mai pretenzioso), dove trovano spazio le divagazioni avanguardistiche dei primi In The Woods e dei loro "cugini" Green Carnation, il black metal epico, progressivo e melodico dei Borknagar, chiari riferimenti all'epic metal ottantiano, alcune contaminazioni doom sullo stile degli Agalloch e, infine, il metal drammatico e solenne dei primi, indimenticati, Saviour Machine.
In particolare, la differenza la fa il già citato cantante Jón Aldará, le cui linee vocali sono decisamente protagoniste: abbandonato quasi totalmente il growl (protagonista invece del debutto Access All Worlds), il vocalist proveniente dalla isole Fær Øer sfrutta perfettamente il suo evocativo cantato baritonale, donando alle composizioni un tono solenne, drammatico e maledettamente epico, una prestazione davvero spettacolare.

Aldilà di questo, tutto il songwriting si attesta su livelli di eccellenza ed evita la trappola della noia e della pretenziosità, nonostante una ricchezza sonora impressionante e una durata media dei brani sugli otto minuti con due lunghe suite ad aprire e chiudere il disco. A svettare sono "Mistland" un brano esaltante ed epico fino al midollo, che dà il meglio di sé nell'incredibile e tiratissimo finale; "I Feel the Night", canzone che mette in mostra tutta la bravura di Jón Aldará, con un memorabile ritornello drammatico ed evocativo; la malinconica ballata acustica "Iridescent Way", con i suoi echi dei Blind Guardian e, infine, "Earth to Sky", la traccia più potente, veloce e immediata del lotto, che dimostra come la band sappia pestare duro quando è necessario. Per contro, la band sembra cadere in quel tipico errore di molte band progressive degli anni '90-2000, quello di dover per forza riempire fino all'orlo gli 80 minuti di un CD (scelta peraltro alquanto anacronistica visto che il CD sta piano piano scomparendo dalle nostre vite): in questo caso, forse, sarebbe stato meglio tagliare un paio di brani dalla scaletta (personalmente i due che ritengo meno riusciti sono "Twilight" e la conclusiva "The Anguished Ethereal") e destinarli a un futuro EP per raggiungere una durata totale di circa un'ora, che avrebbe reso l'album quasi perfetto.

Nonostante i primi ascolti di Kinship possano risultare quasi soverchianti vista la lunghezza e complessità dei brani, oltre alla ricchezza del sound e al cantato intenso di Jón Aldará, il disco cresce continuamente con gli ascolti, dimostrandosi senza ombra di dubbio una delle migliori uscite dell'anno. Se apprezzate le band citate un paio di paragrafi qui sopra, o, semplicemente, volete ascoltare un disco perfettamente bilanciato tra immediatezza e complessità, graziato da potenti atmosfere epiche, grandi melodie e un mood solenne e drammatico, date assolutamente un ascolto alla seconda fatica degli IOTUNN. Nonostante il debutto Access All Worlds  mi avesse comunque convinto, il passo in avanti fatto con Kinship è davvero incredibile; forse la sorpresa dell'anno, in campo metal.

Kinship è disponibile in formato digitale e fisico sul sito ufficiale dell'etichetta Metal Blade Records. E' inoltre disponibile in formato fisico e digitale su tutti i maggiori store online. Il disco è ovviamente inoltre disponibile su tutti i maggiori servizi di musica in streaming, oltre che sulla Pagina Bandcamp della band. Per maggiori informazioni, visitate la Pagina LinkTree della band o il loro Webshop Ufficiale.

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