The Devil's Hour (Stagione 2 - Recensione) - Stuck in the Middle

Il banner della stagione 2 della serie britannica The Devil's Hour

Note: 
  1. Questo articolo potrebbe contenere alcuni SPOILER minori sulla seconda stagione di The Devil's Hour. Grazie.
  2. La recensione della prima stagione è disponibile QUI.
  3. Prima di intraprendere la visione delle  nuove puntate di The Devil's Hour, è caldamente consigliato riguardare la prima stagione, in quanto le due stagioni sono decisamente molto interconnesse, soprattutto per quello che riguarda il primissimo episodio della seconda stagione.
A un paio di anni di distanza dalla pubblicazione della prima stagione, torna su Prime Video The Devil's Hour, serie britannica a metà strada tra thriller e fantascienza con un originale interpretazione dei concetti di loop temporale e multiverso. Una serie che, nonostante un tema alquanto affascinante e buoni valori produttivi con una scrittura solida, regia professionale e recitazione di livello più che discreto (con Peter Capaldi a svettare), non è riuscita a farsi notare nel mare di nuove uscite mensili. Un peccato, perché la prima stagione invece, nonostante una certa lentezza, meritava ben altra sorte. Riuscirà questa seconda stagione, tassello centrale della trilogia ideata e realizzata da Tom Moran, a mantenere alta la qualità ed ad attirare nuovi spettatori?

Una scena tratta dal primo epsiodio della seconda stagione di The Devil's Hour

Tra Due Universi...

La prima serie si era interrotta con un cliffhanger estremamente drammatico: Isaac, il figlio della protagonista Lucy (Jessica Raine) aveva dato involontariamente fuoco alla casa e la madre stava tentando disperatamente il salvataggio, finendo però svenuta a causa dei fumi. In quel momento la narrazione passa al precedente universo (o, meglio alla precedente iterazione del loop temporale), dove Lucy è una detective e dove Isaac non è mai nato. Nell'esplorare la storia di questo universo (in realtà antecedente a quello visto nella prima stagione) scopriremo meglio le motivazioni dei protagonisti, in particolare di Gideon (Peter Capaldi) e del perché abbia voluto plasmare una nuova iterazione modificando sostanzialmente la vita della stessa Lucy, ovvero la disperata caccia a un killer dinamitardo senza scrupoli autore di una sanguinosa strage in un negozio di giocattoli.

I protagonisti della serie The Devil's Hour su Prime Video

Un Inizio Alquanto Brillante

Il primo episodio della seconda stagione, intitolato Un Percorso Alternativo, è decisamente un gioiellino: nei suoi 70 minuti di durata, il regista e sceneggiatore Tom Moran riesce a narrare la storia di questo universo differente, partendo dal suicido della madre di Lucy, passando per la sua adolescenza problematica e per l'incontro con il detective Nick Holness (interpretato da Alex Ferns) che la convincerà a intraprendere una carriera nella polizia, fino a diventare una detective. Il suo destino, e quello del suo universo stesso, cambierà radicalmente quando il suo cammino si intersecherà con quello di Gideon Shepherd.
L'episodio fa un lavoro perfetto nel riassumere tutti gli eventi mettendoli in correlazione con quelli della prima stagione, arrivando così a spiegare alla perfezione praticamente tutti i piccoli misteri rimasti in sospeso. Un lavoro davvero certosino a livello di sceneggiatura che richiede un certo sforzo mnemonico e intellettuale allo spettatore [per questo motivo ho consigliato di rivedere tutti e 6 gli episodi della prima stagione prima di intraprendere la visione della seconda] e che fa luce sulle motivazioni dietro le criptiche scelte di 
Gideon Shepherd (un sempre bravissimo Peter Capaldi) e introducendo brillantemente la trama principale, ovvero la caccia allo spietato e misterioso killer dinamitardo che ucciderà ben 17 persone.

Una scena tratta dalla seconda stagione della serie britannica The Devil's Hour su Prime Video

Una Serie dal Ritmo Compassato

Dopo questo excursus si ritorna, per forza di cose, all'universo principale per scoprire come proseguirà la storia e la caccia al killer. Purtroppo, dopo un primo episodio così brillante, la serie si affloscia leggermente. Tom Moran non si lascia tentare dalla possibilità di creare nuove iterazioni del loop temporale e invece continua con la narrazione piuttosto lenta e compassata che aveva caratterizzato anche la prima stagione. La differenza fondamentale, però, sta nel fatto che adesso gran parte del mistero che sorreggeva la narrazione nella prima stagione, qui è stato svelato: certo, lo sceneggiatore è comunque abile a inserire altri misteri per tenere agganciato lo spettatore (che ruolo avrà Isaac negli eventi? Chi è il misterioso killer e perché sembra muoversi a scatti?), ma è chiaro che, una volta perso il gancio fondamentale del legame tra Lucy e Gideon, la serie un po' perda di interesse. Altro fattore negativo il fatto che il migliore personaggio, il Gideon di Peter Capaldi, se ne debba stare per esigenze narrative in un ruolo quasi marginale.

Il personaggio di Gideon, interpretato da Peter Capaldi

Stuck in the Middle

In realtà è più che apprezzabile il fatto che lo showrunner Tom Moran abbia una visione chiara di tutta la trama, dove questa seconda stagione rappresenta solo il tassello centrale (la terza stagione era già stata confermata un paio di anni fa), un ponte narrativo verso la stagione conclusiva. Così, pur sorretta da una sceneggiatura sempre solida e da recitazione di livello generalmente buono, la stagione risulta sicuramente meno interessante rispetto alla prima, ma serve a costruire la trama verso un finale indubbiamente prevedibile [c'è solo un modo in cui può proseguire la trama, alla fine], ma comunque caratterizzato da una buona tensione e da alcuni azzeccati colpi di scena. il consiglio, quindi, è di non mollare la presa anche se i tre episodi centrali a volte sembrano procedere con eccessiva lentezza e il tempo dato ad alcuni personaggi (in apparenza) secondari, sembra togliere invece minuti allo sviluppo della trama principale.

Una scena tratta dall'episodio finale della seconda stagione di The Devil's Hour

In Conclusione

La serie britannica The Devil's Hour, forse perché uscita su una piattaforma che ha sicuramente problemi nell'esporre e pubblicizzare i propri prodotti, forse perché semplicemente a prima vista troppo anonima per spiccare nel mare di produzioni, non ha certo ottenuto il successo meritato, nonostante una serie di idee validissime, una sceneggiatura solidissima e interpretazioni di buon livello. Un peccato, perché la serie ideata da Tom Moran è originale e decisamente meritevole di attenzione [oltre che una delle poche serie attuali a non trattare lo spettatore come un decerebrato idiota], nonostante un ritmo molto compassato, dove tutti gli ingredienti sono sempre cotti a fuoco lento.
La seconda stagione, dopo un inizio brillantissimo, paga un po' il fatto di essere il tassello centrale di una trilogia, lavorando per costruire basi solide per quella che sarà la terza stagione: così, tra un Peter Capaldi messo ai margini per questioni narrative, un paio di episodi un po' noiosi e un finale ben fatto, ma decisamente scontato, si può affermare che, nel complesso, la prima stagione fosse comunque superiore. È altrettanto vero che lo showrunner Tom Moran non sta certo navigando a vista, ma ha ben chiara tutta la trama, motivo per cui il giudizio definitivo sarà possibile solo dopo avere visto la terza e conclusiva stagione, quando potremo apprezzare il quadro generale. 
 
The Devil's Hour è una serie tv trasmessa in esclusiva in streaming su Amazon Prime Video.

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