Nonostante sia di diritto entrato nell'immaginario comune, il personaggio di Supergirl non ha riscosso certo la stessa fortuna nel mondo editoriale, rimanendo sempre nell'ombra del ben più noto cugino: scelta come vittima sacrificale per lo storico reboot operato con Crisis, il personaggio è poi passato attraverso una serie di reboot, alcuni piuttosto maldestri, alcuni più convincenti, ma che, di fatto, non hanno mai lasciato il segno. Per questo motivo, quando fu annunciato che il talentuoso sceneggiatore Tom King [uno dei pochi che, nel bene e nel male, abbia tentato di dire qualcosa di nuovo e personale nella farraginosa e involuta scena del fumetto supereroistico americano] si sarebbe occupato di offrire una nuova interpretazione di Kara El, la curiosità era parecchia. A due anni dalla pubblicazione negli States, e in occasione della ristampa di tutta la miniserie di 8 numeri in formato pocket e con prezzo molto competitivo da parte di Panini Comics, forse è il caso di spendere qualche parola sul volume Supergirl: La Donna del Domani, che tra l'altro sarà presto adattato in uno dei primi film del nuovo DCEU, in arrivo nel 2026.
Una Space Opera tra Western, Fantasy...e Buddy Movie
Per puro caso le strada di Kara Zor-El (ovvero Supergirl) e dell'aliena Ruthye si incrociano in una taverna sul pianeta natale della seconda: la ragazzina aliena è infatti alla ricerca di un cacciatore di taglie che possa uccidere il viscido Krem, responsabile per l'omicidio del padre (un mite contadino). Nonostante l'iniziale rifiuto da parte di Supergirl di aiutare Ruthye, le cose cambieranno in fretta quando Krem ferisce sia Kara che il cane Krypto, rubandole anche l'astronave [sul pianeta di Ruthye Supergirl non ha accesso ai suoi poteri a causa della mancanza di un sole giallo, una scelta consapevole per potersi prendere, ehm, una colossale sbronza]. Kara decide allora di portare con sé la ragazzina, in quella che sarà una lunga e sempre più pericolosa caccia all'uomo: Krem, nel frattempo, si è unito a una delle più letali ciurme di pirati spaziali, che metteranno a dura prova i poteri di Kara.
Un'Ispirazione Dichiarata
Se la sinossi vi ricorda qualcosa, sappiate che la cosa è assolutamente voluta. Tom King, infatti, non ha mai fatto mistero di essersi dichiaratamente ispirato al libro Il Grinta di Charles Portis, a sua volta già adattato nel 1969 nell'immortale film con protagonista John Wayne e nel validissimo remake del 2010 firmato dai fratelli Coen con protagonista Jeff Bridges. King non solo adatta lo spunto iniziale (una ragazzina assolda un rude, disincantato e alcolizzato cacciatore di taglie per vendicarsi dell'assassino del padre), ma anche la struttura stessa del romanzo, caratterizzato da una narrazione alquanto invasiva da parte della protagonista, che la rende, di fatto, un narratore inaffidabile.
Una scelta che parrebbe assurda per un personaggio come Supergirl, ancora di più in un ruolo (quello del "cacciatore" burbero e disilluso) che sembrerebbe stridere tantissimo con la classica caratterizzazione da ragazzina angelica, ma che funziona particolarmente bene in questo reboot. Kara non è solo la cugina del ben più noto Kal-El, ma è una sopravvissuta che ha assistito di persona alla distruzione del proprio pianeta e alla morte delle persone che amava: una ragazza segnata dalla tragedia che tenta di trovare il proprio posto nell'universo. Per questo, ritrovarla con un carattere molto più spigoloso (con tanto di continuo turpiloquio nei dialoghi) rappresenta la sorpresa più inattesa di questa miniserie e, forse, il lato più riuscito di questo reboot.
Una scelta che parrebbe assurda per un personaggio come Supergirl, ancora di più in un ruolo (quello del "cacciatore" burbero e disilluso) che sembrerebbe stridere tantissimo con la classica caratterizzazione da ragazzina angelica, ma che funziona particolarmente bene in questo reboot. Kara non è solo la cugina del ben più noto Kal-El, ma è una sopravvissuta che ha assistito di persona alla distruzione del proprio pianeta e alla morte delle persone che amava: una ragazza segnata dalla tragedia che tenta di trovare il proprio posto nell'universo. Per questo, ritrovarla con un carattere molto più spigoloso (con tanto di continuo turpiloquio nei dialoghi) rappresenta la sorpresa più inattesa di questa miniserie e, forse, il lato più riuscito di questo reboot.
Un Narratore Inaffidabile
Un'altra felice intuizione di Tom King è l'utilizzo (come nel libro a cui si ispira) di un narratore inaffidabile: come presto scopriamo durante la lettura, non stiamo assistendo ai fatti "reali", ma a come sono stati narrati dalla co-protagonista Ruthye nel libro che ha scritto da adulta. La diretta conseguenza è che tutto quello che leggiamo negli 8 numeri che compongono la miniserie potrebbe non essere mai successo o essere successo in modo diametralmente differente, non c'è modo di saperlo. Questo piccolo artificio letterario permette a Tom King di svicolarsi totalmente (o quasi) dal fardello della continuity per creare una graphic novel più universale; permette inoltre all'autore americano di inserire elementi più ingenui e kitsch che arrivano direttamente dall'epoca pre-Crisis, come le kryptoniti colorate, i poteri che cambiano a seconda del tipo di sole, senza ovviamente dimenticare il cane Krypto e addirittura il cavallo Comet, indispensabile in un'opera che omaggia apertamente il genere western. Ma, aldilà della libertà creativa, la scelta di un narratore inaffidabile permette a Tom King di fare un'interessante riflessione sul potere delle storie e sul potere archetipico di figure supereroistiche universali come lo è Supergirl (con tanto di immancabili riferimenti cristologici), il tutto senza abusare troppo di sottotesti e sconfinamenti in territori eccessivamente metafumettistici.
L'Importante è il Viaggio, non la Meta
Il cuore di Supergirl: La Donna del Domani sta tutto nel viaggio di Kara e Ruthye da un pianeta all'altro, anche perché l'esito del viaggio stesso è noto sin dalle prime pagine [ma sarà davvero quello il finale?] ed è qui che Tom King dà il meglio di sé: una volta impostate le coordinate dell'avventura, lo scrittore americano può sbizzarrirsi portando le due protagoniste a spasso per la galassia, testimoni della sempre crescente distruzione portata dalla banda di pirati a cui si è unito Krem. I capitoli centrali della miniserie sono davvero pieni di idee brillanti che avrebbero forse meritato uno svolgimento più ampio e che rappresentano decisamente la parte migliore del volume. È nelle peripezie on the road dell'improbabile duo di protagoniste che vengono cesellate al meglio le caratterizzazioni dei personaggi e che la narrazione trova il suo ritmo ideale, prima degli ovvi (e scontati) fuochi d'artificio finali.
Una Sceneggiatura Meno Brillante del Solito
Se nelle sue opere più celebrate (cito per esempio Visione, Mister Miracle e Rorschach), Tom King aveva convinto tutti grazie a sceneggiature impeccabili ed estrose, macchiate però da una certa difficoltà a chiudere in modo convincente le storie, con Supergirl: La Donna del Domani avviene esattamente l'opposto. Il finale è convincente e non troppo compresso, ma lo scrittore americano mostra qualche inaspettata indecisione di troppo sul lato della sceneggiatura. In particolare, a volte la sceneggiatura sembra avvilupparsi troppo al concetto dell'adattamento del libro scritto da Ruthye, con didascalie pesanti e legnose che a volte affossano totalmente il ritmo della narrazione [e che, nel caso del volume in formato pocket, risultano a volte di difficile lettura], quasi per rimarcare continuamente che stiamo seguendo il punto di vista di un personaggio. Un altro difetto sostanziale è la narrazione per accumulo, con tante buone idee che spesso rimangono solo suggestioni e non sono sviluppate come meriterebbero, finendo per rendere la lettura poco scorrevole e, a tratti, confusionaria.
Una Sezione Grafica Interessante, con Qualche Incertezza
Detto della sceneggiatura, non possiamo non parlare dei disegni di Supergirl: La Donna del Domani, ad opera dell'artista brasiliana Bilquis Evely, nota in precedenza per un celebrato ciclo sulla testata The Dreaming. I punti di forza della disegnatrice sudamericana sono innanzitutto nel character design alquanto personale e ispirato, che riesce a fare confluire efficacemente influenze provenienti dal fumetto francese (in particolare per il personaggio di Ruthye) e dal fumetto supereroistico (con alcuni gustosi omaggi a Moebius e Jack Kirby). Così, la sua Supergirl è al contempo alquanto potente e alquanto femminile, riuscendo a rendere graficamente la complessa caratterizzazione. Da sottolineare anche la bontà del tratto molto fine e ricercato di Bilquis Evely, con tavole davvero ricche, piene di dettagli e tratteggi che, purtroppo, risultano un po' sacrificati nella versione pocket del volume.
A convincere meno è invece lo storytelling: posto che la sceneggiatura di Tom King è sicuramente non semplice da seguire, soprattutto negli ultimi capitoli dove la narrazione si sdoppia, ma la disegnatrice brasiliana sembra andare a volte un po' fuori giri rendendo difficile seguire la trama, soprattutto sulla confusionaria battaglia finale. Altro elemento poco riuscito la colorazione: se da un lato l'utilizzo di colori molto caldi e saturi aiuta a donare al fumetto la sua atmosfera fantastica, dall'altro risultano spesso un po' troppo invasivi, andando a coprire eccessivamente il tratto di Bilquis, riducendone di molto l'impatto.
A convincere meno è invece lo storytelling: posto che la sceneggiatura di Tom King è sicuramente non semplice da seguire, soprattutto negli ultimi capitoli dove la narrazione si sdoppia, ma la disegnatrice brasiliana sembra andare a volte un po' fuori giri rendendo difficile seguire la trama, soprattutto sulla confusionaria battaglia finale. Altro elemento poco riuscito la colorazione: se da un lato l'utilizzo di colori molto caldi e saturi aiuta a donare al fumetto la sua atmosfera fantastica, dall'altro risultano spesso un po' troppo invasivi, andando a coprire eccessivamente il tratto di Bilquis, riducendone di molto l'impatto.
In Conclusione
Supergirl: La Donna del Domani poteva essere un disastro, ennesima rivisitazione [magari in salsa woke] di un personaggio da decenni (narrativamente) alla deriva, e invece si è rivelato essere un prodotto interessante. Merito delle intuizioni di Tom King, che ha saputo utilizzare il canovaccio de Il Grinta per presentarci un personaggio tridimensionale e interessante e, al contempo, fare una riuscita riflessione sul potere delle storie e della narrazione; sicuramente valido anche l'apporto grafico della disegnatrice Bilquis Evely, nonostante uno storytelling a volte un po' troppo confusionario. Per contro, una trama che procede un po' troppo per accumulo, l'eccessivo utilizzo di didascalie piuttosto pesanti e la presenza di colori troppo saturi sono sicuramente dei difetti di cui tenere conto. Nel [invero piuttosto desolante] panorama supereroistico attuale, Supergirl: La Donna del Domani è sicuramente un'opera interessante e meritevole di lettura.
Una piccola nota riguardante la ristampa in formato economico appena uscita: il volumetto è di buona fattura e ha una rapporto qualità prezzo davvero buono, ma è giusto sottolineare come le didascalie risultino scritte piccolissime e i dettagliati disegni di Bilquis Evely ne escano piuttosto penalizzati.
Una piccola nota riguardante la ristampa in formato economico appena uscita: il volumetto è di buona fattura e ha una rapporto qualità prezzo davvero buono, ma è giusto sottolineare come le didascalie risultino scritte piccolissime e i dettagliati disegni di Bilquis Evely ne escano piuttosto penalizzati.
Supergirl: La Donna del Domani è disponibile come volume nei maggiori store online di libri ed ebook in versione inglese (per DC Comics, ovviamente) con il titolo di Supergirl Woman of Tomorrow e italiana, per Panini Comics come volume da libreria o in formato pocket. Il volume è anche disponibile in fumetteria e nelle librerie di varia, ovviamente.
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