Godzilla Minus One (Recensione)

 

Un particolare della locandina del film Godzilla Minus One

Arrivato nei cinema statunitensi alla fine del 2023, il film giapponese Godzilla Minus One si è rivelato essere un vero e proprio fenomeno, capace di macinare qualcosa come 56 milioni di dollari al box office americano (fonte: BoxOfficeMojo) grazie soprattutto al passaparola e alle recensioni entusiastiche, cosa assai rara per un film straniero. A questi si aggiungono i 48 milioni incassati in patria e gli 11 incassati nel resto del mondo, per un totale di 115 milioni, cifra straordinaria per un film giapponese con protagonista il più famoso kaiju di tutti tempi. Ciliegina sulla torta, infine, il meritatissimo e alquanto inatteso premio Oscar per gli effetti speciali, volto a premiare la qualità del lavoro svolto con CGI ed effetti pratici con un budget risicatissimo (ufficiosamente attorno ai 15 milioni). Con l'approdo [a inizio giugno 2024] a sorpresa su Netflix (la pellicola non era presente nella sezione "prossimamente" del servizio di streaming), è arrivato il momento di capire se la 37° pellicola dedicata al lucertolone più popolare e amato di sempre sia davvero così valida. La risposta è decisamente positiva, in quanto Godzilla Minus One si è rivelato essere non solo un gran film di Godzilla, ma anche uno splendido film di fantascienza.

Godzilla che distrugge Tokyo in una scena tratta da Godzilla Minus One

Cronache del Dopobomba

Seconda Guerra Mondiale: il pilota kamikaze Kōichi Shikishima (interpretato da Ryūnosuke Kamiki) non ha il coraggio di compiere il suo dovere e, lamentando la presenza di inesistenti problemi tecnici al proprio velivolo, atterra sull'isola di Odo per eseguire le riparazioni. La sera stessa, l'isola viene attaccata da una creatura simile a un dinosauro che i residenti locali chiamano Godzilla e gli unici sopravvissuti sono Kōichi e il meccanico Tachibana.
Congedato con disonore e con un costante senso di colpa dovuto alla diserzione, Kōichi torna in una Tokyo ormai devastata dalle bombe, dove si troverà a prendersi cura, suo malgrado, della giovane Noriko Oishi (intepretata da Minami Hanabe) e della neonata Akiko, i cui genitori biologici sono morti nelle esplosioni. Nonostante le enormi difficoltà, Kōichi riesce a ricostruirsi una vita trovando lavoro su una barca che ha il compito di trovare e fare esplodere le mine rimaste in acqua: purtroppo per lui la tragedia tornerà prepotentemente nella sua vita con l'arrivo a Tokyo di Godzilla, divenuto molto più grande e potente in seguito all'esposizione alle radiazioni provenienti dai test nucleari che gli Stati Uniti hanno effettuato sull'atollo di Bikini. Motivato dal desiderio di vendetta e dal senso di colpa, Kōichi decide di partecipare alla pericolosissima missione ideata dall'ingegnere navale Kenji Noda, che prevede la partecipazioni di soli civili volontari e di mezzi limitati per arrestare l'avanzata della gigantesca creatura. Una vera e propria missione suicida, che permetterà al protagonista di chiudere definitivamente i conti con gli orrori della guerra.

Un banner promozionale del film Shin Godzilla

Il Nuovo Corso del Godzilla Giapponese

Se negli Stati Uniti il cosiddetto Monsterverse sta continuando la sua corsa con un più che discreto successo, ma con trame sempre più assurde e surreali, ormai diventate puro fan service per vedere mostrazzi darsele di santa ragione [in pratica la versione CGI di un bambino che gioca con le action figures], in Giappone non se ne sono stati con le mani in mano, dando inizio nel 2016 a un nuovo corso per Godzilla (la cosiddetta era Reiwa, che include anche una trilogia animata) che, in netta contrapposizione con l'epigono americano, si è fatta più seria e drammatica.
La prima di queste pellicole, Shin Godzilla del 2016, è un film sicuramente molto particolare: la pellicola è ambientata quasi totalmente all'interno delle stanze del potere e mostra tutto il processo decisionale per difendersi dall'attacco di Godzilla (qui tornato all'aspetto originario con le "braccia" corte). Una scelta che avrebbe potuto tranquillamente risultare in un'opera lenta e noiosa, ma che invece si rivela interessante e azzeccata, dal momento che al timone di questo film c'è Hideaki Anno, il creatore di Neon Genesis Evangelion, uno degli anime più importanti e influenti di tutti i tempi e la sua mano è decisamente ben visibile: il regista giapponese ha adattato alla perfezione alcune delle strutture tipiche dell'anime, con la contrapposizione tra la spettacolarità degli attacchi dei mostri/angeli e le scene all'interno della centrale operativa.
Detto questo, è chiaro che, per un pubblico che si aspetta puro intrattenimento dalla distruzione perpetrata dai kaiju, Shin Godzilla può risultare decisamente ostico. Problema di cui sicuramente non soffre Godzilla Minus One, che risulta molto più universale e appetibile per un pubblico occidentale.

Una scena tratta dal film Godzilla Minus One

Un Film Universale...

Uno dei punti di forza di Godzilla Minus One è quello di tentare di ispirarsi ai grandi blockbuster americani degli anni '80 e '90, un tipo di cinema universale, che rende questo film facilmente approcciabile anche da un pubblico occidentale, anche quello non troppo avvezzo al filone dei kaiju giapponesi. In particolare, è decisamente dichiarata l'ispirazione dalle opere di Steven Spielberg, sia per gli omaggi palesissimi (il primo incontro di Kōichi con Godzilla ha una serie di inquadrature che arrivano diretta da Jurassic Park, mentre l'inseguimento del kaiju alla barca di legno è un omaggio clamoroso a Lo Squalo) sia per la struttura e l'atmosfera della pellicola, con il mostro che rappresenta una forza della natura inarrestabile e i protagonisti che tentano un'impossibile missione per sconfiggerla. Ma non si tratta di mero citazionismo o fan service, il regista Takashi Yamazaki invece capisce bene la forza universale di quel tipo di pellicole, e riesce a interiorizzarla e replicarla in modo alquanto brillante, inserendo al contempo uno dei mostri più iconici di tutti i tempi, ovvero Godzilla.

Una sscena tratta dal film Godzilla Minus One con il protagonista Koichi

...Ma Anche Molto Giapponese

Detto questo, sarebbe alquanto ingiusto rappresentare questa pellicola come un mero scimmiottamento di stilemi tipici del cinema statunitense, perché Godzilla Minus One mantiene alcune caratteristiche chiave del cinema e della cultura del Giappone. In primis nell'ambientazione storica nel primo dopoguerra, che ricorda da vicino (in modo sicuramente meno drammatico) quella del capolavoro Una Tomba per le Lucciole di Isao Takahata dello Studio Ghibli , con una Tokyo distrutta dalle bombe e persone che si ritrovarono a essere improvvisamente dei senzatetto senza possibilità di sostentamento. A questo si aggiunge tutto il discorso relativo al protagonista, kamikaze "mancato" che sente il peso del disonore portato dalla propria diserzione; un concetto, quello dell'onore e della responsabilità, profondamente radicato nella cultura del Sol Levante.
Anche il ritmo della pellicola è piuttosto lento e il regista si prende tutto il tempo necessario a sviluppare trama e personaggi, relegando le apparizioni di Godzilla a pochi, significativi (nonché memorabili) momenti. Infine non si può non citare la fascinazione ingegneristica per i velivoli militari della Seconda Guerra Mondiale che sembra provenire direttamente dalle pellicole del maestro Hayao Miyazaki.

Una scena con protagonista Noriko tratta da Godzilla Minus One

Personaggi Ben Delineati

Un'altra delle tare tipiche di gran parte dei film dedicati a Godzilla (da entrambe le parti dell'oceano) è l'inconsistenza dei personaggi umani, spesso relegati a meri strumenti per fare progredire la trama o per aumentare il tasso di follia e assurdità (soprattutto in alcune delle pellicole maggiormente sopra le righe). O, addirittura, a puro riempitivo per aumentare il minutaggio, come capita in praticamente tutti i film del Monsterverse americano, dove francamente si fatica a ricordare un qualunque personaggio degno di nota (a parte forse il professore interpretato da Bryan Cranston nel primissimo Godzilla, eliminato senza alcun motivo valido dopo pochi minuti).
In Godzilla Minus One avviene invece un piccolo miracolo: le caratterizzazioni dei personaggi sono così curate e buone (per quanto archetipiche, per certi versi), che rappresentano il punto di forza e non di debolezza della pellicola. La nascita di una nuova, inaspettata, famiglia è gestita benissimo e lo spettatore finisce per empatizzare anche con il protagonista (piuttosto chiuso e respingente), nonostante il suo costante senso di colpa e l'incapacità superare il trauma della guerra. Insomma, si finisce per prendersi a cuore il destino di questa famiglia, tanto da rimanere quasi sconvolti quando il film colpisce duro in una scena totalmente inaspettata. 
Da sottolineare anche l'ottimo lavoro svolto sui comprimari, che siano il carismatico Kanji, l'ingegnere ideatore del piano per sconfiggere il kaiju o il meccanico Tachibana, con una caratterizzazione dura e respingente, ma che, alla fine, risulta essere uno dei personaggi più profondamente umani dell'intera opera. Il lavoro di caratterizzazione e di costruzione dei personaggi è talmente buono che, alla fine, non pesa il fatto che il film duri quasi due ore (pienamente giustificate, nonostante un eccessivo rallentamento prima della scena d'azione finale) e che Godzilla, alla fine, appaia in forse un quarto scarso del minutaggio.

Una scena con Godzilla tratta dal film Godzilla Minus One

Effetti Speciali Miracolosi

Non si può non parlare, però, degli effetti speciali e del budget di Godzilla Minus One. Sebbene non sia mai stato confermato ufficialmente [lo stesso regista Takashi Yamazaki ha evitato volontariamente di parlarne per non distogliere troppo l'attenzione dalla qualità del film], pare che la pellicola sia costata la miseria di 15 milioni di dollari, spese di marketing e distribuzione escluse, una cifra irrisoria e neanche sufficiente a coprire il cachet di una star di Hollywood. 
Invece la produzione di Godzilla Minus One ha fatto un vero e proprio miracolo, garantendo al film effetti speciali di alta qualità che hanno permesso di ricreare interamente Godzilla in CGI. Come è stato possibile? Sicuramente con tanto olio di gomito da parte della compagnia che ha realizzato gli effetti (cosa che non stupisce vista la ferrea etica del lavoro nella cultura giapponese), ma anche con molta intelligenza: tolta la scena ambientata nelle strade di Tokyo, vediamo il kaiju sempre immerso in acqua, cosa che permette, furbescamente, di animare una parte relativamente ristretta del corpo della creatura. Il risultato finale è esaltante: il design di Godzilla (simile a quello originale, già ripreso in Shin Godzilla, ma qui decisamente più massiccio) è ottimo, le scene di distruzione davvero potenti, la CGI è perfettamente integrata alle immagini e non risulta mai plasticosa o artefatta, e il "soffio atomico" il migliore mai visto in un film di Godzilla da entrambi le parti dell'oceano. 
Un lavoro realmente eccellente che è stato premiato con un giustissimo e clamoroso Oscar, una vera e propria lezione per l'industria di Hollywood, capace di scialacquare decine di milioni di budget per CGI scadente e poco curata.

Un primo piano di Godzilla tratto dal film Godzilla Minus One

Una Metafora Sempre Attuale

Una delle cose più straordinarie del franchise di Godzilla è il potere metaforico del kaiju: nato nel primo dopo Guerra, Godzilla era una risposta ai bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki, una creatura inarrestabile creata dalle radiazioni e capace di portare enorme distruzione. Nonostante capitoli più o meno ridicoli e camp, la potenza metaforica del nostro lucertolone preferito è rimasta intatta nei decenni, evolvendo costantemente, fino ad arrivare ai giorni nostri. Se in Shin Godzilla, la distruzione portata dalla creatura sembra rispecchiare la tragedia dello tsunami che ha colpito la costa est del Giappone (in particolare le centrale nucleare di Fukushima) e la risposta avuta dal governo giapponese, in Godzilla Minus One si avvertono echi (che siano voluti o inconsci è tutto da dimostrare) della pandemia che ha cambiato per sempre il mondo negli scorsi anni, dell'impotenza dei governi di tutto il mondo nel contrastarla e del generale clima di diffidenza che si respira anche all'interno della pellicola (dove, ricordiamolo, sono i cittadini a dovere ideare una missione clandestina, dal momento che il governo giapponese ha le mani legate dai difficili rapporti diplomatici con gli Stati Uniti).

Regista e produttori di Godzilla Minus One alla premiazione degli Oscar

In Conclusione

Come detto nell'introduzione, Godzilla Minus One non è solo un ottimo film di Godzilla, ma è un ottimo film in generale. A fare la differenza sono una sceneggiatura che mette al centro la costruzione dei personaggi, un'ambientazione molto azzeccata e una struttura che omaggia e interiorizza il cinema di Steven Spielberg. Ciliegina sulla torta, gli ottimi effetti speciali (capaci di portarsi a casa un clamoroso premio Oscar), realizzati incredibilmente con un budget estremamente ridotto per questo tipo di pellicola. Per adesso il miglior film di fantascienza visto quest'anno (sì, anche meglio del Dune 2 di Villeneuve).

Godizlla Minus One è una pellicola trasmessa in esclusiva in streaming su Netflix.


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