Dvne - Asheran + Etemen Ænka (Recensioni)

Il logo della band franco-scozzese Dvne

Complessi concept fantascientifici [d'altronde con un nome come Dvne - ovvero "Dune" con giusto una lettera modificata per ovvie questioni di copyright - ci si poteva aspettare qualcosa di differente?] uniti a un metal progressivo, potente, complesso e arioso che si ispira chiaramente (con tanta personalità, però) al sound dei Mastodon dei tempi d'oro (gli album compresi tra Leviathan e Crack the Skye, giusto per capirci), con un tocco di sludge e di suggestioni settantiane, che non guastano mai. Insomma, contando il mio amore per il mondo sci-fi e per il sound dei Mastodon, era abbastanza ovvio che il nome dei Dvne finisse presto nei miei radar [in realtà devo ringraziare un commento letto su Metalitalia per avermeli fatti conoscere appena dopo la pubblicazione di Asheran]: quello che francamente non mi aspettavo era che fosse amore a prima vista, cosa molto rara con la scena metal attuale, e che la band franco-scozzese entrasse stabilmente nei miei ascolti settimanali. Con un nuovo disco, Voidkind, ormai prossimo all'uscita [al tempo della stesura di questo articolo], ho pensato di ripercorrere la carriera fin qui dei Dvne, dagli inizi (in realtà un po' interlocutori), passando per il fulminante debutto Asheran e, finendo con Etemen Ænka, un lavoro che mostra un livello di maturità e personalità già impressionante.

La copertina dell'EP Progenitor dei Dvne

Progenitor (EP - 2013)

Formatisi a Edimburgo nel 2013 dopo l'incontro tra il chitarrista/cantante francese Victor Vicart e quello scozzese Dan Barter, a cui poi si aggiunsero il batterista scozzese Dudley Tait e il bassista francese Simon Anger, i Dvne arrivano in pochi mesi al debutto con l'EP Progenitor, un lavoro per certi versi ancora grezzo e immaturo, ma che mostra subito ottime potenzialità per il quartetto franco-britannico. Il sound si ispira parecchio a quello dei primi due album dei Mastodon (più Remission che Leviathan) a cui si aggiungono influenze provenienti dallo slugde metal dei Kylesa e dei primi Baroness, con qualche tocco più lisergico mutuato dal desert rock, dal doom metal e dalla psichedelia settantiana.
 
Insomma, a dominare sono i riff, rotondi, grassi e compatti, sorretti da una sezione ritmica molto tecnica e varia e da un songwriting di livello più che discreto. Nonostante alcuni riff e situazioni che non brillano certo per originalità ("Protostar" e "Orbital Remains" in particolare soffrono di cuna certa prevedibilità di fondo), Progenitor si fa notare già per la buona personalità infusa nelle tracce, in particolare nelle complesse e ipnotiche "When Planets Die" e "Red Giant", che mostrano già una propensione verso pezzi liberi da strutture fisse (strofe, bridge e ritornelli), caratterizzati da un'ottima alchimia tra le linee delle due chitarre e da un songwriting ben bilanciato tra complessità di ritmiche e chitarre, e una buona accessibilità data dalle accattivanti melodie. Ad affossare parzialmente l'EP è purtroppo la parte vocale, con le due voci ancora troppo sguaiate con un growl abbastanza monotono, che sembra scomparire dietro alla ricchezza della proposta sonora dei Dvne.

Progenitor è disponibile in formato digitale sulla Pagina Bandcamp della band. Il vinile dell'EP è, al momento, esaurito, ma è possibile trovarlo sia nuovo che usato su vari siti specializzati. Non è mai stato invece pubblicato in formato CD. L'EP  è ovviamente disponibile su tutti i maggiori servizi di musica in streaming.

La copertina dell'album Asheran dei Dvne

Asheran (2017)

Passano poco più di tre anni e i Dvne (che nel frattempo hanno accolto in formazione il nuovo bassista Allan Paterson) sono pronti a dare alle stampe il loro primo full-length, Asheran un complesso concept fantascientifico basato su due fazioni della stessa razza, una rimasta sul pianeta natale e una emigrata su un altro pianeta migliaia di anni fa. I passi in avanti fatti dalla formazione franco-britannica sono considerevoli e il livello di maturità già impressionante: il sound si libera in gran parte delle influenze legate allo stoner-doom e al desert rock, per focalizzarsi su un metal progressivo dominato da riff pieni e potenti, una musica che ha i suoi numi tutelari nei Mastodon di Leviathan e Crack the Skye, con qualche ovvio riferimento anche al progressive rock dei Tool e un certo gusto melodico mutuato dal post-metal. Se le influenze sono nette e chiare, a stupire è la personalità espressa dai Dvne che riescono a realizzare un disco con pochissimi passaggi a vuoto, mostrando un songwriting di alto livello e una tecnica invidiabile. 

In particolare i pezzi diventano sempre più lunghi e articolati, senza per questo risultare mai noiosi o prolissi, con una grande qualità e ricercatezza nei riff e nelle melodie; il vero valore aggiunto del sound della band rimane l'interazione tra le due chitarre, capace di creare un tappeto sonoro ricchissimo e potente, donando imprevedibilità ai vari brani. Per contro, i Dvne mostrano ancora qualche incertezza di troppo nelle parti vocali: abbandonato, fortunatamente, il growl monocorde degli esordi, i due cantanti alternano un discreto cantato più aggressivo (indubbiamente molto ispirato dal modo di cantare di Troy Sanders dei Mastodon) a parti pulite, dove invece si notano alcune incertezze e una certa inesperienza, fattori che penalizzano in parte le sezioni più evocative e melodiche del disco.
Detto questo, Asheran è un disco molto compatto e di ottima qualità, con una tracklist che non presenta passagggi a vuoto: a svettare sono, in particolare, la tiratissima e complessa "Thirst", l'esaltante "Edenfall", caratterizzata da un ottimo utilizzo del cantato femminile (opera di Jenni Sneddon) in contrapposizione a quello dei due cantanti maschili e "Scion", il pezzo conclusivo caratterizzato da una splendida ed evocativa coda finale. 

In definitiva, l'esordio sulla lunga distanza dei Dvne è un disco dalla qualità e dalla maturità impressionante, contando che si tratta di una band giovane attiva da giusto pochi anni; il fatto che la band sia accasata presso la piccola label indipendente britannica Wasted State Records, non aiuta la formazione franco-scozzese a farsi conoscere, rimanendo purtroppo una piccolissima e semi-sconosciuta realtà di culto. Fortunatamente non passerà molto prima che vengano notati da una delle label storiche della scena metal, l'americana Metal Blade Records, che permetterà ai Dvne di espandere la propria fan base e, finalmente, ottenere la visibilità che merita.

Asheran è disponibile in formato digitale sulla Pagina Bandcamp della band. Sempre dalla stessa pagina è possibile acquistare CD e vinile del disco. L'album è ovviamente disponibile su tutti i maggiori servizi di musica in streaming.

La copertina del disco Etemen Aenka dei Dvne

Etemen Ænka (2021)

Passano 4 anni e, finalmente, i Dvne hanno la possibilità di farsi conoscere grazie a un contratto con una delle più storiche e leggendarie etichette di musica metal, l'americana Metal Blade Records. L'occasione era quindi ghiotta e la formazione franco-canadese, che ha visto ancora una volta un cambio di bassista (questa volta tocca al britannico Jack Kavanagh, che resisterà nella band giusto il tempo delle registrazioni e sarà sostituito poi dall'attuale Allan Paterson, di ritorno nella band anche come terzo chitarrista da studio) la sfrutta alla grande con Etemen Ænka, un altro concept fantascientifico, questa volta basato sullo sviluppo di una civiltà attraverso i secoli. 

Se le coordinate sonore rimangono tutto sommato immutate, con un sound sempre ispirato dai Mastodon, in questo disco sembrano avvertirsi maggiormente echi di formazioni dedite al post-metal, soprattutto nell'utilizzo di melodie più ariose (merito anche di un utilizzo decisamente maggiore delle tastiere, che porterà all'ingresso in pianta stabile di un tastierista in formazione) e atmosfere più solenni e sognanti. Aldilà di questo, a stupire è la maturazione raggiunta dal quartetto franco-britannico: il songwriting si fa ancora più ricco e intricato, senza mai però entrare in territori criptici o ermetici e mantenendo una sorprendente accessibilità grazie al grande gusto melodico. Anche quello che era il tallone d'Achille della band, le linee vocali, viene brillantemente superato: il cantato pulito di Victor Vicart non appare mai fuori posto, come capitava in passato  e l'interazione tra voci aggressive e pulite raggiunge un ottimo bilanciamento, grazie anche ai validissimi inserti di voce femminile (opera di Lissa Robertson).  

Etemen Ænka è un gioiello che, a 3 anni dalla sua pubblicazione, suona ancora freschissimo e non presenta punti deboli (escludendo forse l'eccessiva lunghezza dei tre intermezzi che spezza un po' il fluire delle tracce): ancora una volta la differenza la fanno le due chitarre che si rincorrono in continuazione tra riff circolari e arpeggi armoniosi, qui potenziati da un utilizzo alquanto intelligente delle tastiere. A svettare sono "Si-XV", caratterizzata da molteplici cambi di velocità e atmosfere, la conclsuiva e semi-strumentale "Satuya" con un lavoro incredibile da parte dei due chitarristi e l'evocativa "Omega Severer", perfetto manifesto del bilanciamento tra potenza, struttura progressive e melodie ariose.

Con Etemen Ænka, i Dvne sono riusciti finalmente a entrare nel radar degli appassionati del genere, finendo anche, giustamente, in molte top10 dei migliori album metal del 2021. Una crescita pazzesca, quella della formazione franco-scozzese, contando anche e soprattutto che si tratta solo del secondo full length, ben testimoniata dallo splendido concerto che la band ha tenuto all'Hellfest lo scorso anno, che potete trovare in calce all'articolo o cliccando QUI.

Etemen Ænka è disponibile in formato digitale e fisico sul sito ufficiale dell'etichetta Metal Blade Records. E' inoltre disponibile in formato fisico e digitale su tutti i maggiori store online. Il disco è ovviamente inoltre disponibile su tutti i maggiori servizi di musica in streaming, oltre che sulla Pagina Bandcamp della band. Per maggiori informazioni, visitate la Pagina LinkTree della band o il loro Sito Ufficiale.

Una foto della formazione attuale dei Dvne

In conclusione

I Dvne sono una di quelle formazioni che ha saputo emergere dal mare di continue uscite con una proposta sonora convincente ed esaltante, che rielabora in chiave personale varie influenze, mostrando una vertiginosa crescita in appena dieci anni di esistenza. Attendiamoli alla fatidica prova del terzo disco (storicamente una pietra miliare difficile per una band giovane), Voidkind, in uscita a fine aprile. In particolare è interessante capire se la formazione franco-scozzese rimarrà nei comodi confini del proprio sound, se punterà a una maggiore complessità o se, al contrario, opterà per uno stile più semplice e accessibile, sulla falsa riga di quanto già fatto dei Mastodon.



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