MCU Fase 5 - The Marvels (Recensione) - La Rottura del Giocattolo

 Un banner pubblicitario per il film The Marvels

Nota Importante: Questo articolo potrebbe contenere alcuni SPOILER sulla sul film The Marvels. Grazie.

Arrivato già in un momento problematico per il Marvel Cinematic Universe (MCU), The Marvels certifica ufficialmente lo stato di crisi di questo amatissimo universo, rappresentando, a tutti gli effetti, un roboante flop. A fronte di un budget stimato di 220 milioni di dollari (!), la pellicola ha incassato solo 85 milioni di dollari negli States e 121 nel resto del mondo (fonte: BoxOfficeMojo), per un misero totale di 206 milioni di dollari, neanche in grado di coprire il budget (in cui, perlatro, non sono calcolate le ingenti spese di marketing). Un vero e proprio disastro, sia dal punto di visto economico, sia, purtroppo, dal punto di vista qualitativo, dal momento che The Marvels si è rivelata una pellicola alquanto vacua e deludente. Insomma, per fare il verso alla mia recensione di The Flash, un flop meritato, in questo caso.

Un particolare della locandina del film The Marvels

Una Trama Rocambolesca

Dar-Benn, nuova leader dei Kree (interpretata da Zawe Ashton) sta cercando un modo per ridare vita al pianeta natale dei Kree, reso arido da una furiosa guerra civile, scoppiata in seguito alla distruzione della Suprema Intelligenza da parte di Carol Denvers, ovvero Captain Marvel (interpretata da Brie Larson). Dopo avere trovato un'antichissima reliquia Kree dotata di poteri leggendari, il Bracciale Quantico (in realtà una copia dello stesso bracciale che ha attivato i poteri di Kamala Khan, ovvero Ms. Marvel - interpretata da Iman Vellani), Dar-Benn inizia ad aprire squarci nello spazio per "rubare" risorse naturali ad altri pianeti abitati.
Quando Captain Marvel e Monica Rambeau (interpretata da Teyonah Parris) [divenuta anch'essa una supereroina in seguito all'esposizione della magia di Scarlet Witch] indagano sulle anomalie causate da Dar-Benn, attivano involontariamente il Bracciale Quantico di Kamala, iniziando così una serie di rocamboleschi teletrasporti ogni volta che una di esse utilizza i propri poteri, proprio mentre i Kree stanno attaccando. Una volta capito cosa attivi i continui scambi di posizione grazie anche all'aiuto di Nick Fury (ovviamente sempre interpretato da Samuel L. Jackson), l'insolito trio di supereroine dovrà collaborare per sconfiggere la minaccia di Dar-Benn che, desiderosa di vendicarsi di Carol, vuole riservare alla Terra lo stesso destino toccato al proprio pianeta natale.

Una scena con protagonista Brie Larson in The Marvels

Un Film Insipido

Il concetto di base di The Marvels, quella di creare un improbabile gruppo/famiglia mettendo insieme tre supereroine alquanto differenti per età, temperamento e obiettivi, poteva avere il suo senso e portare a un prodotto brillante; purtroppo, il risultato finale è un film insipido, a tratti irritante e senza una precisa direzione. L'idea di un'avventura spaziale sulla falsariga di quella del primo Guardiani della Galassia a livello di atmosfera, ironia e trama [personaggi molto differenti che non si conoscono e finiscono a unirsi in un gruppo a causa delle circostanze; da sottolineare come sostanzialmente il villain sia lo stesso - solo di sesso differente - e utilizzi la stessa arma] ha sempre il suo fascino, ma, in questo caso, il bersaglio è stato ampiamente mancato. La pellicola è troppo compressa (decisamente pochi i 90 minuti circa di durata, in questo caso), la trama è inconsistente, così come il tono (a volte troppo serioso, a volte troppo demenziale e surreale), il villain monodimensionale e il cuore del film, la creazione di una nuova "famiglia", sostanzialmente non funziona. Ne esce così una delle pellicole più facilmente dimenticabili e inutili di tutto il MCU, più o meno al livello di Thor, the Dark World, con cui condivide parecchi difetti.

Le 3 attrici protagoniste del film The Marvels

Un'Alchimia che Non Funziona

Come detto, il cuore di The Marvels dovrebbe essere la creazione di una nuova famiglia (o, quantomeno, "sorellanza") formata dalle tre eroine, ma questo aspetto non funziona proprio. In particolare, Brie Larson appare decisamente poco a suo agio durante tutta la pellicola e non riesce mai a dare credibilità al proprio personaggio. Nel primo lungometraggio dedicato a Captain Marvel, il suo personaggio aveva un arco e una personalità ben definita, che bene si sposavano con l'attitudine dura e seriosa dell'attrice. In questa pellicola, invece, Carol Denvers è un personaggio alla deriva, con un arco narrativo basilare e senza una vera e propria evoluzione: sappiamo che è seria e coscienziosa e che ha la sua dose di rimpianti, ma tutto si ferma lì. 
A tutto questo ai aggiunge il fatto che Brie Larson, che ha uno stile di recitazione ben definito, non riesca mai ad adattarlo al tono delle scene, né quando deve fungere da leader del gruppo, né, soprattutto, nelle tante scene ironiche, dove sembra andare sempre fuori giri.
Non va meglio con la Monica Rambeau (a.k.a. Photon) interpretata da Teyonah Parris: il suo personaggio non ha alcun arco narrativo, le interazioni con Captain Marvel davvero banali (sostanzialmente tutto si riduce a un "dove sei stata quando avevo bisogno di te?") e sembra scomparire per gran parte della pellicola, salvo un momento di gloria sul finale. Un peccato, perché l'attrice aveva dimostrato di essere una buona spalla con discreti tempi comici nella serie Wandavision, ma è chiaro che, in quel caso, ci fosse dietro una sceneggiatura di caratura decisamente superiore.
L'unica a salvarsi è la Ms. Marvel/Kamala Khan di Iman Vellani, l'unica delle tre attrici a dare l'impressione di crederci veramente, caricando la recitazione di sano entusiasmo e vitalità, azzeccando sempre i toni e risultando il vero collante del trio. La prestazione della giovanissima attrice è davvero uno dei pochi punti positivi di The Marvels ed è lei il vero cuore di tutta la pellicola; una graditissima conferma dopo il suo esordio all'interno della serie Ms. Marvel

Una scena con Dar Benn, il villain di The Marvels

Un Villain Inesistente e Poteri Spuntati

Con The Marvels sembra tornare prepotentemente alla ribalta uno dei problemi storici di casa MCU: i villain usa e getta. La Dar-Benn interpretata da Zawe Ashton si inserisce così nella ingloriosa tradizione di cattivi monodimensionali, definiti unicamente dall'aspetto, dalle motivazioni e dai piani criminali. Piani che, purtroppo, risultano alquanto risibili in The Marvels: l'obiettivo di Dar-Benn è rubare l'atmosfera, i mari e addirittura l'energia del sole da altri pianeti. Praticamente lo stesso piano di Lord Casco e del Presidente Scrocco in Balle Spaziali di Mel Brooks, e non è mai un buon segno quando una pellicola "seria" ruba idee da una (seppur geniale) parodia demenziale. Aldilà di questo il personaggio di Dar-Benn ha una backstory estremamente generica e nessuna vera caratterizzazione né personalità, tanto che Zawe Ashton è costretta a caricare eccessivamente la recitazione, con risultati, purtroppo, risibili, soprattutto per quanto riguarda le allucinate espressioni del viso.
Oltre a questo problema, The Marvels soffre di un altro grosso difetto di sceneggiatura: la gestione dei poteri. È noto che gestire supereroi troppo potenti sia molto complesso e bisogna sempre trovare una scusa per depotenziarli in qualche modo: sappiamo bene come Captain Marvel sia uno dei personaggi più potenti del MCU in assoluto (ricordiamo è riuscita a tenere testa a Thanos praticamente da sola in Avengers: Endgame) e non è assolutamente credibile che fatichi ad avere la meglio di Dar-Benn e del suo martello Kree, nonostante l'impasse dovuto ai continui scambi di posizione con Photon e Ms. Marvel. E la cosa è peggiorata dalla scena finale sul mondo dei Kree, dove addirittura si finisce all'estremo opposto con una dimostrazione di potere fin troppo esagerata. Insomma, non c'è la minima consistenza nella gestione dei poteri della protagonista, che aumentano e diminuiscono a seconda delle esigenze di copione.

Una scena tratta dal film the Marvels con la protagonista Brie Larson vestita da principessa

Un Tono Inconsistente

Un altro problema che ai aggiunge alla (lunga) lista è quello del tono generale della pellicola. Se nella prima metà The Marvels sembra riuscire a mantenere un certo bilanciamento tra parti più seriose (generalmente quelle che riguardano Captain Marvel e Photon) e quelle più leggere ed ironiche (quelle con Ms. Marvel, famiglia, e un Nick Fury stranamente allegro, solare e sornione), nella seconda il bilanciamento pende totalmente a favore degli episodi più assurdi e demenziali. 
In modo totalmente inaspettato, quando la scena si sposta sul pianeta Aladna, si arriva improvvisamente a situazioni totalmente surreali e assurde: la popolazione locale del pianeta si esprime solo attraverso canzoni da musical e Carol Denvers è costretta a trasformarsi in una principessa [Disney, ovviamente] e a iniziare a cantare e ballare; un'idea che poteva anche funzionare giocando sulla contrapposizione tra la caratterizzazione seriosa e controllata del personaggio e la necessità di adattarsi agli usi del posto, ma che poi non porta assolutamente a nulla, dal momento che poi tutto è tagliato in favore dell'azione [a questo punto: non sarebbe stato interessante andare "all in" e presentare la scena d'azione in formato musical? Almeno avrebbe dato un senso a tutta la scena]. Stessa cosa per la scena di Nick Fury alle prese con l'invasione aliena più [ehm] carina di tutti i tempi, che sembra un riempitivo non esattamente riuscito, in un film peraltro già fin troppo compresso e tagliato. Insomma, se il modello era quello de i Guardiani della Galassia, The Marvels non riesce neanche ad avvicinarsi al bilanciamento quasi perfetto dei film diretti da James Gunn

Una scena dalla battaglia finale di The Marvels

Qualche Problemino Tecnico

Terminiamo la lunga lista di difetti che affliggono The Marvels con alcuni palesi problemi tecnici che affossano ulteriormente la pellicola. Innanzitutto la regia di Nia Da Costa (il discreto reboot di Candyman nel suo curriculum) è professionale, ma sostanzialmente asettica, senza mai guizzi capaci di risollevare alcune scene dalla mediocrità. 
Non si può non citare, ancora una volta, la scarsa qualità degli effetti speciali (problema che affligge ormai da tempo il MCU e di cui avevamo parlato in Questo Articolo), fortunatamente non troppo finti e plasticosi nelle scene d'azione (anche se, sostanzialmente, siamo di fronte ai soliti raggi di energia sparati a caso), ma che mostrano il fianco in alcune scene girate su green screen, dove le attrici sembrano essere appiccicate male allo sfondo, soprattutto quando le protagoniste volano nello spazio.
Ma dove il film crolla del tutto è sul montaggio: è chiaro che non era facile montare nel modo corretto scene dove le protagoniste si scambiano di corpo e di posto in continuazione, soprattutto nel primissimo scontro dove ognuna è in un posto differente (lo spazio, un'astronave, la casa dei genitori di Kamala), ma appare piuttosto chiaro che, in più di un punto, il responsabile dell'editing sia andato in completa confusione, tagliando pezzi di scene che erano fondamentali per la comprensione della stessa da parte dello spettatore con alcuni salti logici, e arrivando infine a rendere l'azione spesso troppo spezzettata e poco fluida. Uno standard di qualità quasi amatoriale che non ha senso vedere in un film costato la bellezza di 220 milioni di dollari.

Una scena con Samuel L. Jackson tratta dal film the Marvels

La Maledetta Continuity

Nella rece dei Guardiani della Galassia Vol. 3, sostenevo che la continuity, in casa MCU, fosse ormai divenuta un fardello pesantissimo, cosa di cui sono ancora convinto. Detto questo, The Marvels si pone totalmente all'estremo opposto, scegliendo di essere in continuità con alcune opere e dimenticandosi arbitrariamente di altre. In particolare mi ha dato fastidio il fatto che la madre di Kamala continui a lanciare frecciatine al figlio per trovarsi una compagna, quando nella serie dedicata a Ms. Marvel c'era un'intera puntata dedicata al matrimonio dello stesso. Sicuramente una cosa irrilevante ai fini della narrazione, ma che denota una scarsa attenzione ai dettagli.
Un altro problema di continuity è rappresentato dalla (pessima) serie Secret Invasion: lo stesso Samuel L. Jackson ha dichiarato che il film è successivo agli eventi della serie tv. Passando sopra al fatto che Nick Fury sembra essersi rimesso perfettamente dalla stanchezza e depressione, e che la moglie Varra non si veda da nessuna parte sulla S.A.B.E.R., rimane il fatto che la Terra, dopo che il Presidente degli Stati Uniti ha ufficialmente dichiarato guerra agli Skrull, non sia certo il luogo più ospitale per gli alieni mutaforma. Non si capisce quindi perché lo stesso Fury ritenga New Asgard il luogo migliore per i tanti esuli Skrull. Più che un errore di continuity (contando anche i pochi mesi che dividono le due opere), sembra quasi palese la volontà in casa Marvel di dimenticarsi al più presto degli eventi di Secret Invasion [e, magari, degli Skrull stessi, gestiti decisamente male], visti i risultati disastrosi in termini critici e di spettatori.

Un Flop Molto Fragoroso

The Marvels detiene un record molto poco invidiabile: è il primo film appartenente al MCU a rivelarsi un inequivocabile flop [nonostante i dati di ascolto del film, una volta arrivato in VOD e in streaming su Disney+, si siano rivelati abbastanza incoraggianti]. Altre pellicole (ad esempio Black Widow o The Eternals), per un motivo o per l'altro (principalmente l'uscita contemporanea in sala e al cinema e le restrizione in pandemia) non si erano rivelate dei successi, ma almeno non erano andate in perdita. Se già la prestazione al box office di Ant-Man 3 (appena al di sotto dei 500 milioni di dollari, quando la regola aurea di Hollywood è un incasso triplo rispetto al budget per andare in attivo) aveva fatto scattare un campanello d'allarme, il flop di The Marvels certifica a tutti gli effetti lo stato di crisi del MCU. Ma quali sono le ragioni di un flop così clamoroso?
La cosiddetta "superhero fatigue" [il fenomeno che indica una certa saturazione negli spettatori dovuta a troppe pellicole e serie non all'altezza con protagonisti supereroi e che li ha portati a perdere interesse nel genere] è una spiegazione semplice e d'effetto (oltre che furbetta), ma credo che le ragioni siano molteplici e più complesse.
Innanzitutto il personaggio di Captain Marvel è stato gestito male: dopo un primo film (che, ricordiamolo, ha superato il miliardo di dollari di incassi) che ne narrava le origini, gli sceneggiatori hanno dovuto gestire una supereroina semplicemente troppo potente, trovando quindi scuse più o meno plausibili per tenerla sempre lontano dai giochi, salvo poi utilizzarla bene solo con villain del calibro di Thanos. Il pubblico ha quindi perso presto interesse nel personaggio e il tipo di recitazione un po' respingente da parte di Brie Larson (che l'ha resa una delle attrici meno amate dagli spettatori) non ha migliorato certo la situazione.
In più la campagna marketing (che, è importante dirlo, non ha potuto contare sul cast, bloccato dallo sciopero) è stata piuttosto anonima, incapace di generare interesse nel pubblico: i trailer, infatti, non solo si sono rivelati impersonali e poco interessanti, ma sembravano quasi sottolineare certi difetti della pellicola. Insomma, sembrava di vedere il trailer per l'ennesima serie TV su Disney+, non per un blockbuster da 220 milioni di dollari di budget.
Un altro fattore è stata sicuramente l'arroganza di certi dirigenti nel pensare che il brand fosse invincibile e che tutti gli spettatori dei film avessero visto per forza anche le varie serie tv finite su Disney+: insomma, che al pubblico sarebbe interessato vedere una pellicola che riunisse Captain Marvel, Photon (personaggio secondario nella serie WandaVision) e Ms. Marvel (protagonista di una serie di nicchia diretta a un pubblico adolescenziale). Credo che il pubblico abbia voglia di vedere pellicole perfettamente comprensibili a se stanti senza dovere vedere ore e ore di lungometraggi ed episodi solo per avere un'idea di chi siano le protagoniste. 
Infine, cosa più importante di tutte, The Marvels è un film praticamente disastroso e il passaparola è stato alquanto negativo, impedendo alla pellicola di riprendersi dopo un esordio particolarmente negativo. 

I piani originali per la Fase 5 del MCU

MCU e Crisi: la Ricetta di Bob Iger!

Come detto, il flop di The Marvels ha fatto scattare l'allarme rosso in casa Disney, tanto che si è mosso il gran capo in persona, Bob Iger. Il CEO Disney ha infatti pubblicamente dichiarato (in modo alquanto conciso, ma lucido) che i motivi dietro il flop sono da ricercarsi nella scarsa supervisione da parte di produttori e dirigenti per colpa della pandemia. 
Iger ha inoltre dettato le linee guida per fare uscire il MCU dalla crisi: puntare sui franchise e sui personaggi più popolari, diminuire drasticamente il numero di prodotti Marvel (soprattutto in termini di serie tv) e aumentare il controllo sulle produzioni per evitare altri disastri. Insomma: il piano della Fase 4 di introdurre nuovi personaggi e esplorare nuovi lati dell'universo Marvel si è rivelato un sostanziale fallimento.

Un banner per il film The Marvels

In Conclusione

The Marvels non solo ha il non invidiabile record di primo vero flop al cinema per il MCU, ma è anche una pellicola molto carente e quasi irritante, in cui si salva solo la prestazione della brava Iman Vellani. Un film che è quasi un simbolo di tutte le problematiche incontrate dalla Marvel nelle Fasi 4 e 5 e che certifica ufficialmente lo stato di crisi per il Marvel Cinematic Universe. In questo caso, lo sciopero di sceneggiatori e attori che ha paralizzato per mesi Hollywood potrebbe avere involontariamente dato il tempo a Kevin Feige e soci di raddrizzare la rotta e tentare di riparare un giocattolo che, al momento, appare irrimediabilmente rotto.

The Marvels è disponibile in streaming su Disney+. E' inoltre disponibile per il noleggio e acquisto in digitale presso i principali store VOD e per l'acquisto fisico presso i maggiori store online.

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