Batman: La Notte del Cavaliere Oscuro (One Dark Knight - Recensione)

 

La copertina della graphic novel One Dark Knight

Uscita lo scorso anno per l'imprint Black Label (la divisione editoriale DC Comics dedicata ai fumetti fuori continuità e per un pubblico più adulto, sostanzialmente l'erede spirituale degli Elseworlds e della Vertigo), Batman: La Notte del Cavaliere Oscuro (One Dark Knight nell'intraducibile gioco di parole del titolo originale) è una miniserie di tre numeri che segna il debutto del disegnatore Jock come autore completo. Come se l'è cavata il bravissimo fumettista scozzese con sceneggiatura e dialoghi? Sorprendentemente bene, nonostante qualche sostanziale problema nell'ideazione e gestione della trama.

Una Lunga e Oscura Nottataccia

Tutta la polizia di Gotham City è impegnata nel trasferimento del criminale EMP [creato da Jock per l'occasione] dal manicomio di Arkham alla prigione di Blackgate. Un trasferimento alquanto delicato, in quanto il potere del villain è di assorbire qualunque tipo di energia (anche quella emozionale) e, una volta saturo, rilasciarla sotto forma di una potente onda elettromagnetica. Il criminale è però anche l'obiettivo di alcune gang che vogliono punirlo per il disastro causato 5 anni prima e altre gang che vogliono sfruttare il suo immenso potere. Quando l'attacco di una di queste gang criminale al convoglio della polizia provoca il ribaltamento del mezzo corazzato su cui viaggia EMP, il villain si trova saturo di energia, che rilascia sotto forma di un'onda elettromagnetica che rende inutilizzabili tutti i mezzi a motore, causando inoltre un blackout in tutta Gotham. Toccherà quindi a Batman intervenire per scortare a piedi EMP verso Blackgate, respingendo i continui attacchi delle gang criminali. Ma il Pipistrellone deve fare in fretta, perché se EMP sarà esposto ai raggi del sole, il criminale potrebbe causare addirittura la distruzione dell'intera città. Sarà l'inizio di una lunghissima nottata, dove Batman dovrà anche risolvere il mistero dell'identità della persona dietro all'attacco al convoglio.

Una doppia splash page tratta dalla graphic novel One Dark Knight

Una Sceneggiatura Brillante

Il passaggio da illustratore a scrittore è spesso molto problematico e ne abbiamo avute molte dimostrazioni durante la prima era Image, dove i vari Jim Lee, Marc Silvestri e Whilce Portacio mostrarono lacune importanti in fase di sceneggiatura, tra trame involute e difficili da seguire, dialoghi monolitici e una scansione delle vignette spesso finalizzata solo alla spettacolarità. Lo stesso Alan Davis, che ha dimostrato più volte di avere idee brillanti e di sapere sceneggiare bene le proprie tavole, ha sempre avuto problemi nella capacità di scrivere dialoghi scorrevoli.
Il debutto di Jock come autore completo, dal punto di vista della pura sceneggiatura, è decisamente sorprendente e brillante. L'illustratore scozzese dimostra di avere da subito un ottimo controllo dello storytelling, con una scansione delle vignette dinamica e ben bilanciata tra azione e momenti più introspettivi. Notevoli anche alcune scelte di composizione delle tavole, come la splash page che apre questo paragrafo, tutta giocata tra il primo piano di Batman, la mappa di Gotham (una costante della narrazione che permette di seguire passo a passo l'odissea del pipistrellone) e tante microvignette sovrapposte.
Un altro punto di merito sono i dialoghi e le didascalie, che risultano essere piuttosto snelli e diretti e mai troppo pesanti o noiosi. In questo modo, la narrazione non si perde via in inutili dialoghi e monologhi, garantendo un ottimo ritmo alla graphic novel e non perdendo mai di vista la trama principale. Certo, contando anche la basilarità della trama (ne torneremo a parlare tra un paio di paragrafi), non ci si può certo aspettare chissà quale profondità o introspezione, ma la qualità dei dialoghi è comunque sufficiente a non annoiare mai il lettore.

Un'altra splash page tratta dalla graphic novel One Dark Knight

Illustrazioni Clamorose 

Ma è chiaro che il maggiore selling point de La Notte del Cavaliere Oscuro sono le illustrazioni di Jock (che, per l'occasione, ha curato anche gli azzeccatissimi colori) e, sotto questo aspetto, la graphic novel non delude affatto. Anzi. Il disegnatore scozzese ha ormai raggiunto una maturità impressionante nelle sue tavole caratterizzate da forti contrasti tra chiari e scuri, da un dinamismo impressionante e da un tratto al contempo raffinato e sporco. Le sue tavole per La Notte del Cavaliere Oscuro sono un tripudio per gli occhi ed è stata assolutamente saggia la decisione di DC Comics di stampare i volumi in formato oversize per potere apprezzare al massimo l'arte di Jock. Davvero un lavoro degno di nota che conferma ulteriormente come l'illustratore scozzese sia uno dei migliori interpreti grafici nella storia editoriale di Batman.

Una vignetta tratta dalla graphic novel One Dark Knight

Una Trama Piuttosto Esile

Dopo avere parlato dei pregi di La Notte del Cavaliere Oscuro, è giusto puntualizzare un paio di sostanziali difetti. In particolare, se la sceneggiatura si è rivelata brillante, la trama e la gestione di essa è il vero punto debole dell'opera: lo spunto di base del convoglio della polizia che trasporta EMP è un puro pretesto che serve a mettere in moto gli eventi della storia e mettere in condizione Batman di dover lottare per la propria vita e quella del criminale mentre è attaccato dalle più pericolose gang di criminali di Gotham City.
Ripensando però a mentre fredda, è facile trovare tante incongruenze, non solo nella (in realtà abbastanza superflua) trama di vendetta legata al vero "mastermind" di tutta l'operazione, ma anche nelle premesse. Com'è possibile che uno dei criminali più pericolosi sia trasferito in un semplice furgone corazzato? E perché Batman non ha alcun piano B quando è noto che EMP è l'obiettivo di tutte le gang criminali di Gotham? Insomma, siamo di fronte a una trama troppo pretestuosa e gestita in modo abbastanza meccanico e senza troppe sorprese, a parte l'insensata (e presunta?) morte di uno storico comprimario delle storie di Batman, una scena utile solo a rendere più spietato il vero villain della storia.

Il particolare di una vignetta tratta dalla graphic Novel One Dark Knight

Una Caratterizzazione Controversa

L'altro punto debole (a mio parere ovviamente) è la caratterizzazione di Batman. In particolare non ho apprezzato che il personaggio sia ritratto come un bieco testardo che continua a prendere botte da orbi da chiunque senza un valido piano. Non è certo la prima volta che vediamo un Batman portato allo stremo, per esempio nel noto ciclo Knightfall, dove però la caratterizzazione era più coerente e la situazione (la fuga di tutti i peggiori criminali da Arkham) ben più drammatica. In La Notte del Cavaliere Oscuro Batman va avanti imperterrito per la sua strada senza chiedere aiuto a nessuno, nonostante sia costantemente massacrato di botte, senza studiare un piano differente e cercando quasi lo scontro con le varie gang. 
In più Batman dovrebbe essere il detective più bravo del mondo, oltre che un perfetto stratega, ma in questo caso si fa sorprendere come un novellino: sinceramente, anche ipotizzando che non avesse alcun sentore dell'attacco da parte delle gang di Gotham, il piano di scortare un criminale capace di emettere potenti onde elettromagnetiche con il Batwing è insensato. Insomma, esattamente come la trama, anche la caratterizzazione del Pipistrellone sembra un po' pretestuosa, utile a raggiungere lo scopo voluto da Jock, cioè quello di mettere Batman sotto un costante assedio.

L'Editor Invisibile

Una piccola riflessione: i problemi nella gestione della trama e nella caratterizzazione di Batman sono sicuramente difetti, ma si potevano tranquillamente sistemare con l'opera di un buon editor. Non voglio prendermela con Chris Conroy, editor di questa miniserie, dal momento che questa considerazione è più rivolta alla situazione attuale del fumetto mainstream americano. Una volta gli editor avevano un gran potere nell'intervenire sui soggetti e le sceneggiature e, spesso, erano signori sceneggiatori loro stessi (parliamo di gente dal calibro di Archie Goodwin, Dennis O' Neill e Jim Shooter, per citare tre figure fondamentali per il fumetto anni 70 e '80).
L'impressione è che il ruolo dell'editor sia diventato sempre più marginale e più rivolto a garantire il rispetto totale del politically correct (oltre che a a gestire i sempre più delicati rapporti con scrittori e disegnatori), più che consigliare gli autori e, se necessario, mettere direttamente mano alla sceneggiatura. Peraltro, in tempi di social e di autori sempre più arroganti, suppongo che l'osare toccare una sceneggiatura altrui sia diventato molto più complesso e rischioso, quasi un reato di maestà lesa. Resta il fatto che la mancanza di editor capaci e con sotto gli attributi è sicuramente una delle ragioni del crollo della qualità dei fumetti pubblicati da DC Comics e Marvel negli ultimi 5 anni.

Un particolare di una pagina tratta dalla graphic novel One Dark Knight di Jock

In Conclusione

Nonostante alcuni sostanziali difetti riguardante la coerenza e l'originalità della trama, e la caratterizzazione di Batman, La Notte del Cavaliere Oscuro è un fumetto comunque riuscito, che rappresenta un'interessante battesimo del fuoco per Jock come autore completo. Se le illustrazioni sono semplicemente di livello mostruoso (l'illustratore scozzese è uno dei migliori interpreti grafici del Pipistrellone di tutti i tempi), bisogna segnalare anche la bontà di sceneggiatura e storytelling, fattore assolutamente non scontato per un autore "esordiente". Sicuramente un volume da guardare e riguardare, complice anche l'azzeccato formato oversize; in definitiva, un'opera non certo imprescindibile, ma che comunque merita di essere considerata per l'acquisto e l'esposizione in libreria.

La Notte del Cavaliere Oscuro è disponibile come volume nei maggiori store online di libri ed ebook in versione inglese (per DC Comics, ovviamente) con il titolo di One Dark Knight e italiana, per Panini Comics. Il volume è anche disponibile in fumetteria e nelle librerie di varia, ovviamente. 


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