La Leggenda di Evil Dead - Una Retrospettiva (Mini Recensioni - Prima Parte)

 

Un collage di immagini provenienti dai film della saga di Evil Dead


Sono passati 45 anni da quando lo studente universitario Sam Raimi decise di girare Within the Woods, uno sgangherato cortometraggio horror, con un gruppo di amici (tra cui l'attore Bruce Campbell e il futuro produttore Robert Tapert). Era davvero inimmaginabile che quel cortometraggio potesse dare vita non solo a uno dei film horror più famosi di tutti i tempi (ovviamente The Evil Dead, ovvero La Casa), ma addirittura a un vero e proprio franchise composto da una trilogia, una serie TV di tre stagioni, un remake, uno spin-off, svariati volumi a fumetti, videogiochi e tonnellate di merchandise. Con una serie animata in sviluppo e nuovi film sicuramente all'orizzonte, la stella di Evil Dead è più brillante che mai. L'intenzione di questo articolo è di ripercorrere la storia di questo incredibile e assurdo franchise, nato grazie all'unione delle forze di un regista guidato da una creatività inarrestabile (e da una discreta dose di follia), un attore carismatico, degno erede dei grandi comici slapstick del passato, e da un produttore che ha sempre creduto in modo incrollabile nel progetto. È quindi arrivata l'ora di ripercorrere le tappe che hanno portato alla nascita e alla crescita della leggenda di Evil Dead!

La locandina di una delle edizioni non autorizzate di Within the Woods

Within The Woods

Il cortometraggio, costato meno di 2000 dollari, parla di una gita in uno chalet nei boschi finito male, con il protagonista Bruce che si ritrova posseduto da antichi demoni dopo il ritrovamento di un pugnale indiano in un cimitero e inizia a dare la caccia alla fidanzata e agli altri amici. Come è chiaro dalla sinossi, la trama del primo Evil Dead è sostanzialmente già tutta qui, Necronomicon a parte, ma non solo: ci sono già alcune delle inquadrature rivoluzionarie di Sam Raimi, compreso la celeberrima inquadratura ipervelocizzata con la visuale del demone in POV. Certo, i mezzi sono risicatissimi (il povero Bruce Campbell si è dovuto tenere il trucco appiccicato in faccia per tutta la durata delle riprese per tagliare i costi del make up), la recitazione approssimativa e i mezzi alquanto artigianali, ma il seme di quella che sarà una vera e propria rivoluzione per il genere horror è già presente in questo cortometraggio. 

Una volta intuite le potenzialità del corto, il trio Raimi-Campbell-Tapert decide di fondare la compagnia di produzione Renaissance Pictures (che, in seguito, diverrà la Ghost House Pictures), con l'intento di mostrare Within the Woods a potenziali investitori per realizzarne il remake a budget (relativamente) più alto. La leggenda di Evil Dead inziava così a prendere forma...
Nota: Within the Woods non è mai stato rilasciato ufficialmente su supporto fisico (si dice per problemi relativi allo stato di conservazione del master e per la presenza di musiche soggette a copyright) ed è reperibile per i completisti con qualità infima nei meandri di internet.

Un particolare della locandina originale di Evil Dead - La Casa

The Evil Dead (La Casa)

Dopo essere riusciti a raggranellare 90 mila dollari da investitori esterni, la produzione del film poteva finalmente iniziare, mentre il trio Raimi-Campbell-Tapert continuava a rastrellare ulteriore budget passando anche da volenterosi parenti e amici.
La trama di The Evil Dead [una piccola nota: il titolo è veramente intraducibile in italiano, dove la saga è stata ribattezzata La Casa. A ben vedere, il titolo giusto sarebbe dovuto essere "La Baita" o "Lo Chalet", che però suona indubbiamente meno minaccioso] è molto basilare: un gruppo di amici (il protagonista Ash Williams, la fidanzata Linda, la sorella Cheryl e la coppia formata da Scott e Shelly) si reca in una baita in mezzo ai boschi per passare un weekend nella natura. Nella cantina trovano un inquietante libro (il Naturom Demonto, che sarà poi rinominato in seguito Necronomicon Ex Mortis come omaggio alle opere di Lovecraft), un antico pugnale e la registrazione delle parole di uno studioso che aveva abitato nella baita. Purtroppo la registrazione contiene anche un'invocazione tratta dal libro (oltre che il racconto del triste destino della moglie del ricercatore), che scatena immediatamente un demone che presto possiede Cheryl. Il resto della nottata si trasformerà presto in un sanguinoso e violento incubo per Ash e i suoi amici, braccati dai demoni e bloccati nell'angusta ed inquietante baita, impossibilitati a fare ritorno in città.

Con un budget risicato (375 mila dollari, secondo quanto riferito dallo stesso Raimi), una trama di una semplicità disarmante, una recitazione abbastanza amatoriale (anche lo stesso Bruce Campbell è ancora molto acerbo) e una narrazione poco fluida che procede per accumulo di situazioni, era difficile immaginare che potesse nascere invece uno dei migliori film horror di tutti i tempi. Invece The Evil Dead ha saputo ritagliarsi un posto nella storia del cinema.
Il principale artefice del successo della pellicola è Sam Raimi, capace di donarle una fortissima personalità: inquadrature sghembe, angoli di ripresa assurdi, POV traballanti e ipervelocizzati, telecamere che sfasciano porte e finestre, utilizzo creativo di animazione stop motion e un'inventiva inarrestabile, anche quando porta a scene apparentemente slegate dalla narrazione (una su tutte, la delirante visita di Ash nella cantina con lo specchio di sangue). Una creatività incredibile che si innesta alla perfezione su un horror che non dà tregua allo spettatore: teso, inquietante, violentissimo e soprattutto molto, molto sanguinolento, qualcosa di mai visto prima nel genere.

Una scena tratta dal film Evil Dead - LA Casa

Altro fattore chiave è la creazione dei cattivi del film, ovvero le persone possedute dai demoni sumeri, i cosiddetti Deadite. Raimi, intelligentemente, si ispira a una delle figure più note e tragiche del cinema di paura, la Reagan de L'Esorcista, prendendone i lati più inquietanti e sgradevoli (non solo l'aspetto, ma anche la tendenza a irritare e ingannare le persone giocando sporco) e ibridandoli con l'inarrestabile violenza di figure come il Michael Myers di Halloween e Leatherface di Non Aprite Quella Porta; a questo si aggiunge tutto il discorso relativo al contagio proveniente diretto dai film di zombi di George Romero. Un mix micidiale che dà vita a una delle figure più note della storia dell'horror e che è uno dei motivi dietro al successo del franchise.  

Infine non si può non parlare del protagonista Ash Williams, interpretato da Bruce Campbell. La sua prestazione è tutt'altro che perfetta, ma l'attore compensa la scarsa esperienza recitativa con una grande dose di carisma innato che lo rende immediatamente una figura iconica nel mondo dell'horror. A questo si aggiunge un'inusuale e innata attitudine per l'umorismo slapstick (utilizzato nei rarissimi momenti di ironia del film), caratteristica che diventerà preponderante nei due seguiti del film.
The Evil Dead inizialmente non fece il botto, raccogliendo circa 2,5 milioni di dollari negli Stati Uniti (comunque più che abbastanza a ripagare il budget e a fare guadagnare gli investitori) e andando poi meglio in Europa (dove però non esistono dati precisi sui guadagni). Ma, con l'arrivo in home video e il passare dei mesi, il film si sarebbe presto rivelato un vero e proprio cult fino a diventare una pietra miliare del genere horror. 
Ci sarebbero voluti però ben sei anni prima che The Evil Dead potesse avere un seguito, che si sarebbe rivelato una vera e propria sorpresa per gli spettatori. 

Un banner riguardante Evil Dead 2 (La Casa 2)

Evil Dead 2 (La Casa 2)

Con la crescita esponenziale della popolarità di The Evil Dead, era solo questione di tempo prima che arrivasse un sequel, questa volta con a bordo un produttore importante (l'italiano Dino De Laurentiis, convinto a finanziare il progetto da Stephen King, grande fan del primo film). Ma se era presumibile che Evil Dead 2 seguisse fedelmente la scia del primo film, Sam Raimi cambia le carte in tavola.
Innanzitutto il film non rappresenta un vero e proprio sequel, ma è più un vero e proprio reboot. Inizialmente, infatti, la pellicola ripropone la storia del primo film, rimuovendo i personaggi di Cheryl, Scott e Cherry e aggiungendo particolari alla backstory dello studioso (il professor Knowby) che ha tradotto il Necronomicon Ex Mortis, arrivando quindi alla scena in cui Ash è attaccato dal demone, scena che concludeva The Evil Dead. Da quel momento entrano in scena nuovi personaggi (Annie - la figlia di Knowby, anch'essa studiosa del Necronomicon -, il suo collaboratore Ed, più Jake e Bobby Joe, una coppia di bifolchi locali, che fungono da guide nel bosco) e la trama si fa leggermente più intricata e costruisce un minimo di storia attorno al potere del Necronomicon, il tutto mentre gli attacchi dei Deadite si fanno sempre più violenti e fantasiosi.

Se la trama e le situazioni di base sono le stesse di The Evil Dead, a cambiare totalmente è il tono generale della pellicola: dove il primo film era mortalmente serio, con giusto pochissimi momenti di ironia, il secondo, approfittando del grande talento per la comicità slapstick [o, meglio, "splatstick", secondo la scherzosa definizione dello stesso Raimi] di Bruce Campbell, si trasforma in una vera e propria commedia horror. Con operazioni simili, il grande rischio è che l'ironia prenda possesso della narrazione e che la parte più tipicamente horror ne risulti depotenziata, ma Raimi è bravo a trovare un bilanciamento perfetto tra le due anime del film. Perché è vero che si ride tanto grazie alle espressioni assurde di Bruce Campbell, alla volgarità della mano posseduta [l'idea visiva della mano - ovviamente ispirata ai classici telefilm de La Famiglia Addams - che si muove indipendentemente una volta staccata dal corpo sarebbe stata poi clamorosamente copiata nei film dedicati alla famiglia Addams in quello che è un vero e proprio corto circuito di ispirazioni] e a situazioni surreali che sembrano provenire da una versione distorta dei film comici in bianco e nero (in particolare i Tre Marmittoni), ma è altrettanto vero che la parte orrorifica della pellicola non fa minimamente sconti. C'è tantissimo sangue e violenza, ancora più che nel primo film e i Deadite sono ancora più minacciosi, letali e raccapriccianti (in particolare per quanto riguarda l'orripilante Henrietta, sotto il cui costume si nasconde Ted Raimi, fratello di Sam), grazie anche al budget più consistente. Insomma, il contrasto tra la parte più umoristica e quella più horror, finisce per rendere ancora più potente e terrificante il film.

Una scena tratta dal film Evil Dead 2

È inoltre importante citare l'evoluzione del protagonista del film, Ash Williams: se in The Evil Dead era sostanzialmente il classico sopravvissuto vittima degli eventi, in Evil Dead 2 inizia la trasformazione verso un eroe, diventando molto più proattivo e risoluto nella battaglia contro i Deadite con le sue iconiche armi: la doppietta a canne mozze e, soprattutto, la leggendaria motosega, che diverrà un po' il vero simbolo di tutta la saga. Certo, coerentemente con il dualismo di base della pellicola, si tratta un eroe abbastanza pasticcione e imperfetto, ma pur sempre un eroe. Che verrà totalmente decostruito nel terzo, delirante, capitolo di questa assurda e irresistibile trilogia.

Evil Dead 2, anche a causa di una distribuzione relativamente limitata, non fece sfracelli negli Stati Uniti (poco più di 5 milioni di dollari), ripagando appena il budget e comportandosi decisamente meglio nel mercato europeo. Il vero successo, anche in questo caso, arrivò grazia al mercato home video, che fece crescere vertiginosamente la popolarità della saga e che convinse Dino De Laurentiis a dare il via libera a un terzo episodio. Che, partendo dall'assurdo e totalmente inatteso cliffhanger che chiude Evil Dead 2, cambierà ancora una volta le carte in tavola.

Un particolare della locandina del film l'Armata delle Tenebre

L'Armata delle Tenebre

Avevamo lasciato Ash catapultato da un incantesimo in un mondo fantasy medievale, dove avrebbe dovuto compiere il suo destino profetizzato nel Necronomicon e sconfiggere il male per sempre. Più o meno.
Dopo un primo episodio seriosissimo, con giusto un paio di spruzzate di black humour, e un secondo episodio in perfetto equilibrio tra spavento e commedia, con il terzo episodio della trilogia (che prende le distanze dal passato già dal nome, nonostante il geniale nome di lavorazione di Medievil Dead) Sam Raimi decide di abbandonare totalmente il genere horror per partorire un curioso e assurdo ibrido tra fantasy, cinema d'avventura e purissima commedia slapstick. Il risultato? Irresistibile. [Nota: l'idea di catapultare Ash nel medioevo risale in realtà a poco dopo l'uscita del primo Evil Dead e doveva essere la trama portante del primo sequel, prima che salisse a bordo De Laurentiis come produttore]. 
Ash non fa tempo ad arrivare nel passato, che viene immediatamente catturato e scambiato per un guerriero di una fazione rivale: per questo motivo viene condannato immediatamente a morte, ovvero è buttato in un pozzo infestato da Deadite. A salvarlo è lo stregone del villaggio, che lo riconosce come l'eroe che sarà in grado di sconfiggere per sempre il male causato dal Necronomicon e che gli fornisce le armi per salvarsi dall'attacco dei micidiali Deadite, ovvero gli immancabili fucile a canne mozze e la mitica motosega. Ash dovrà quindi compiere una missione tutto sommato semplice, quanto pericolosa: recuperare il Necronomicon da un altare in mezzo ai boschi e pronunciare le parole dell'incantesimo per esiliare per sempre il male da questo mondo. Peccato che il buon Ash combinerà un bel casino, scatenando l'attacco di un vero e proprio esercito di non-morti, l'Armata delle Tenebre.

Uscito 6 anni dopo Grosso Guaio a Chinatown di John Carpenter, L'Armata delle Tenebre ne rappresenta, in un certo senso, il perfetto erede spirituale: è una pellicola che ibrida generi differenti (l'action, il fantasy e il wuxiapian il film di Carpenter, il fantasy medievale, il cinema di avventura e la commedia slapstick la pellicola di Sam Raimi), piena di sentiti omaggi e in cui la figura dell'eroe duro e puro è totalmente decostruita. Se il Jack Burton di Kurt Russell era un simpatico sbruffone che però non ne combinava una giusta, l'Ash di Bruce Campbell è un vero e proprio cialtrone che tratta con sufficienza i cittadini del villaggio medievale (ritenuti dei semplici villici ignoranti) e che, per colpa della sua inettitudine, scatena il male nel mondo. 

Ne L'Armata delle Tenebre, Raimi ha voluto omaggiare alcuni dei suoi film preferiti, in particolare i film fantasy con i mostri animati in stop motion da Ray Harryhausen, i film di avventura di Errol Flynn, senza dimenticare il canovaccio de I Sette Samurai di Kurosawa (il guerriero che insegna ai semplici cittadini a combattere i cattivi) e, ovviamente, gli sketch dei Tre Marmittoni (Three Stooges in originale), con alcune scene che non si fanno problemi a finire nell'umorismo più fisico, assurdo e surreale. Un vero e proprio pastiche dove horror e splatter non trovano posto: un corto circuito assurdo (che portò a sensibili problemi nella promozione del film) per quello che è il sequel di due dei film più violenti ed efferati della storia del cinema di paura.

Una scena dal film l'Armarta delle Tenebre

L'Armata delle Tenebre è così una pellicola stramba e assurda, quasi anarchica, dove Raimi (complice un budget finalmente decente e la presenza del prestigioso studio Industrial, Lights and Magic agli effetti speciali) riesce a realizzare tutto quello che gli passa per la testa: armate di scheletri animati in stop motion (sostituiti non degnamente da stuntman con costumi posticci da scheletro una volta terminato il budget), Ash che viene attaccato prima da 6 mini-versioni malvagie di se stesso e poi dal suo doppelgänger demoniaco, Necronomicon volanti (!) e pure una versione corazzata della mitica Oldsmobile Delta di Ash, vero e proprio easter egg presente in tutta la saga.

Da parte sua Bruce Campbell trova la dimensione definitiva al suo Ash: un personaggio cialtrone, razzista e bifolco, nonché pasticcione, inetto e vigliacco, che alla fine però si rivela (a modo suo) un eroe amabile, l'unico in grado di sconfiggere i terribili Deadite. In tutto questo, L'Armata delle Tenebre gli fornisce l'occasione di mettere totalmente in mostra le sue impressionanti doti per la comicità slapstick, soprattutto nelle memorabili scene ambientate all'interno del mulino e al centro del bosco con i tre libri dei Necronomicon.
 
In definitiva, nonostante la totale assenza di scene di paura, L'Armata delle Tenebre rappresenta una conclusione perfetta e coerente alla trilogia di Evil Dead, un film realmente leggendario.  Una piccola nota: la versione mostrata ai test screening aveva un finale totalmente differente (facilmente recuperabile sulle varie special edition del film in formato DVD e Blu-Ray) da quello che sarebbe arrivato al cinema, molto più negativo e agrodolce. Il pubblico però dimostrò di odiare il finale, ritenuto troppo depressivo e negativo (oltre che, sostanzialmente, definitivo), tanto che la Universal (co-finanziatrice del film insieme a Dino De Laurentiis) costrinse Sam Raimi e girarne uno nuovo di zecca, più positivo. Ne esce una delle scene più assurde e divertenti della storia del cinema, che completa in modo esplosivo la decostruzione non solo dell'eroe action, ma anche della stessa mitologia dei Deadite: tre minuti di pura, esilarante, follia cinematografica.

Come era facilmente prevedibile il film non si rivelò un grande successo al box-office (21.5 milioni di dollari in tutto il mondo a fronte di un budget di 11 milioni, spese di marketing escluse): troppo poco incasellato e, soprattutto, sequel di una delle più efferate e sanguinolente saghe horror che non ha una singola scena di paura, probabilmente un concetto un po' troppo estremo per il pubblico del 1992 (tra l'altro sviati dalle assurde locandine che ritraevano Bruce Campbell in una poco credibile versione ipertrofica). Esattamente come i primi due Evil Dead, il film trovò la sua vera dimensione nel mercato dell'home video, trasformandosi in uno dei cult più amati, riveriti e citati della storia del cinema. Ci sarebbero voluti però altri ventuno anni perché il franchise ritornasse sul grande schermo…

Finisce qui la prima parte di questo lungo articolo dedicato al franchise di Evil Dead.
La seconda parte è disponibile a questo URL:
https://www.albyblog.it/2023/12/evildead-seconda-parte.html

Alcune delle opere appartenenti al franchise sono disponibili in streaming o in VOD. Consiglio di utilizzare il portale JustWatch per controllare dove sono disponibili per l'acquisto o lo streaming. Tutti i suoi film sono inoltre disponibili in formato fisco presso i maggiori store online.



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