Nota Importante: Questo articolo contiene sicuramente alcuni SPOILER riguardanti la seconda stagione della serie TV Loki, comprese alcune anticipazioni sul finale. Grazie.
Su e Giù per lo Spazio Tempo
[Il titolo di questa sezione è un omaggio a un bellissimo e divertentissimo libro di Rudy Rucker, ormai esaurito da tempo, ma facilmente reperibile sul mercato dell'usato anche con il nome alternativo di "Signore dello Spazio e del Tempo" in versione Urania]Alla fine della Stagione 1, avevamo lasciato Loki (un sempre perfetto Tom Hiddleston) alle prese con le conseguenze dell'omicidio di Colui che Rimane (Jonathan Majors) da parte di Sylvie (Sophia di Martino), ovvero l'esplosione incontrollata del Multiverso. Tornato alla TVA, scopre di essere finito in un universo alternativo...o quasi. Infatti, in realtà il Dio degli Inganni è vittima di continui e incontrollabili (nonché dolorosi) salti temporali, conseguenza della morte del custode della Sacra Linea Temporale e della TVA stessa.
Per salvare Loki, Mobius (un Owen Wilson decisamente in parte) contatta OB (Ke Huy Quan, ancora alle prese col multiverso), il riparatore tuttofare della TVA, nonché autore del manuale operativo degli agenti. La procedura per salvare Loki è alquanto pericolosa (comporta la "falciatura" di Loki in un preciso istante per poi essere ripescato dal flusso temporale), ma i problemi non sono certo finiti: la ex-giudice della TVA Ravonna Renslayer (interpretata da Gugu Mbatha-Raw), in combutta con Miss Minutes (l'Intelligenza Artificiale della TVA diventata autocosciente) sta tentando di alterare la Sacra Linea Temporale per riportare al comando Colui che Rimane (o, meglio, una sua variante), mentre il Telaio Temporale, lo strumento che contiene e controlla tutte le linee temporali del multiverso, è prossimo all'esplosione e al possibile annichilimento di tutta la realtà.
Per salvare Loki, Mobius (un Owen Wilson decisamente in parte) contatta OB (Ke Huy Quan, ancora alle prese col multiverso), il riparatore tuttofare della TVA, nonché autore del manuale operativo degli agenti. La procedura per salvare Loki è alquanto pericolosa (comporta la "falciatura" di Loki in un preciso istante per poi essere ripescato dal flusso temporale), ma i problemi non sono certo finiti: la ex-giudice della TVA Ravonna Renslayer (interpretata da Gugu Mbatha-Raw), in combutta con Miss Minutes (l'Intelligenza Artificiale della TVA diventata autocosciente) sta tentando di alterare la Sacra Linea Temporale per riportare al comando Colui che Rimane (o, meglio, una sua variante), mentre il Telaio Temporale, lo strumento che contiene e controlla tutte le linee temporali del multiverso, è prossimo all'esplosione e al possibile annichilimento di tutta la realtà.
Una Trama Troppo Ingarbugliata
Come si nota dalla sinossi, la trama della seconda stagione è alquanto complicata e ingarbugliata, tanto che è difficile riuscire a riassumerne gli eventi. Certo, parlando di infinite dimensioni divergenti e di complicati loop temporali, una certa complessità di fondo era attesa, ma nella seconda stagione di Loki c'è l'impressione che lo showrunner Eric Martin abbia volutamente incasinato la narrazione per tentare di rendere la serie più interessante, soprattutto quando la narrazione sembra girare un po' a vuoto.
Se molte scene un po' criptiche del primo episodio poi trovano pienamente spiegazione nelle ultime due (ottime) puntate, nella parte centrale (blocco di episodi 2, 3 e 4) la trama si avviluppa con una narrazione spezzettata e che procede per accumulo, piena di spiegazioni fumose e, quindi, di difficile lettura.
Fortunatamente, le ultime due puntate riportano la serie sui giusti binari, con una trama finalmente comprensibile che riesce a incastrare bene molti degli elementi introdotti nella prima stagione e nei primi episodi.
Se molte scene un po' criptiche del primo episodio poi trovano pienamente spiegazione nelle ultime due (ottime) puntate, nella parte centrale (blocco di episodi 2, 3 e 4) la trama si avviluppa con una narrazione spezzettata e che procede per accumulo, piena di spiegazioni fumose e, quindi, di difficile lettura.
Fortunatamente, le ultime due puntate riportano la serie sui giusti binari, con una trama finalmente comprensibile che riesce a incastrare bene molti degli elementi introdotti nella prima stagione e nei primi episodi.
Un Blocco Centrale Non Soddisfacente
Tutte sottotrame che, in realtà, hanno ben poco peso nell'economia della serie e che vengono risolte in maniera alquanto sbrigativa (soprattutto per quanto riguarda Miss Minutes, che passa dall'essere il villain principale a mera comparsa nell'arco dello stesso episodio) quando è necessario ripulire il campo per focalizzarsi sul solo Loki, in vista del finale della serie.
Un Finale Esaltante
Dove invece la seconda stagione di Loki brilla è sul finale. Se molte delle serie Marvel sono state parzialmente rovinate da un finale troppo compresso o poco soddisfacente (penso soprattutto a Wandavision e Hawkeye), la serie dedicata al Dio degli Inganni riesce invece ad elevarsi con due episodi tirati e memorabili, dove il potenziale del multiverso viene sfruttato pienamente con un loop temporale molto ben eseguito e dove il personaggio di Loki (o meglio, di questa variante) conclude in modo soddisfacente il suo viaggio di crescita: da villain ad antieroe ed infine a eroe in grado di sacrificarsi per gli altri.
Un finale che trova una nuova collocazione (e nuovi poteri) nell'universo cinematografico Marvel al fratello di Thor, rendendolo potenzialmente fondamentale per il prosieguo della Saga del Multiverso.
Un finale che trova una nuova collocazione (e nuovi poteri) nell'universo cinematografico Marvel al fratello di Thor, rendendolo potenzialmente fondamentale per il prosieguo della Saga del Multiverso.
Un Cast di Supporto un po' Troppo Marginale
Dove invece la seconda stagione di Loki paga dazio è nell'utilizzo del ricco cast di supporto. Uno dei maggiori pregi della prima stagione era stata l'attenzione nel caratterizzare i tanti personaggi di supporto, in particolare nel tratteggiare le dinamiche tra Loki e la sua variante femminile Sylvie. In questa seconda stagione, l'impressione è che la sceneggiatura si appoggi completamente al lavoro svolto nella prima, senza evolvere troppo i personaggi (a parte il protagonista, ovviamente): così Mobius è una semplice (quanto efficace) spalla, Renslayer un villain usa e getta e Sylvie la classica antieroina ribelle e imprevedibile che non ricambia i sentimenti del protagonista. Un peccato, perché il personaggio interpretato da Sophia Di Martino era risultato il vero cuore della prima stagione, mentre qui è relegato in secondo piano, diventando semplicemente funzionale agli sviluppi della trama (dove appare e scompare dalla scena a seconda delle necessità narrative) e all'evoluzione di Loki.
L'unica vera novità in questo senso è OB, personaggio interpretato da Ke Huy Quan, che non brilla per originalità o spessore, ma che rappresenta un gustoso omaggio, dal momento che è praticamente la versione adulta made in Marvel di Data (ovviamente interpretato in gioventù dallo stesso attore) dei Goonies.
L'unica vera novità in questo senso è OB, personaggio interpretato da Ke Huy Quan, che non brilla per originalità o spessore, ma che rappresenta un gustoso omaggio, dal momento che è praticamente la versione adulta made in Marvel di Data (ovviamente interpretato in gioventù dallo stesso attore) dei Goonies.
Il Carisma di Tom Hiddleston
Se il cast di supporto è relegato decisamente in secondo piano e non presenta grandi novità rispetto alla prima stagione, il personaggio di Loki continua la sua evoluzione per tutta la seconda stagione. Un cammino che ha portato il personaggio su territori ben differenti del villain del primo Avengers, ma non per questo forzato. Merito, in questo caso, di un discreto lavoro di sceneggiatura, ma soprattutto di Tom Hiddleston, il cui carisma è in grado di fare brillare il suo personaggio, soprattutto nel concitato finale dove è protagonista pressoché assoluto della narrazione. Inutile negarlo: Tom è stata una di quelle scelte di casting assolutamente vincenti (insieme a Robert Downey Junior, Chris Evans e Samuel L. Jackson) che ha saputo portare l'universo cinematografico Marvel a vette di successo e di apprezzamento incredibili. Speriamo che Kevin Feige proponga a Tom un nuovo contratto per rendere il personaggio di Loki centrale nella Saga del Multiverso, perché il MCU ha, al momento, un enorme bisogno del carisma dell'attore britannico.
Kang, Continuano i Problemi?
Dopo il mezzo disastro dell'apparizione di Kang all'interno di Ant-Man 3 (dove quello che dovrebbe essere il villain principale della Fase 6 si rivela essere un blando clone di Darth Vader battuto da uno dei personaggi meno potenti del MCU, con tutto il rispetto per Ant-Man), c'era molta curiosità per le nuove apparizioni di Jonathan Majors nei panni di due altre varianti di Kang: Victor Timely e, nuovamente, Colui che Rimane.
Nonostante una recitazione al solito estremamente caricata da parte dell'attore americano, il personaggio di Victor Timely fatica a imporsi, perso nella confusione narrativa del blocco centrale degli episodi. Decisamente meglio la seconda apparizione di Colui che Rimane che, finalmente, brilla in una nuova scena (decisamente più riuscita rispetto al soporifero finale della prima stagione) con Loki e dove il personaggio risulta al contempo potente, minaccioso e credibile. Un passo in avanti rispetto alle precedenti varianti di Kang, ma ancora non abbastanza per affidare al personaggio il ruolo di villain supremo del MCU, fondamentale per garantire l'interesse del pubblico durante al Saga del Multiverso. Senza contare che il contratto di Jonathan Majors è appeso a un filo dopo le ben note vicende giudiziarie dell'attore.
In Conclusione
Nonostante un blocco di episodi centrali inutilmente complicati e tutto sommato abbastanza superflui, e una gestione dei personaggi (protagonista a parte) piuttosto pigra, la seconda stagione di Loki porta a casa il risultato grazie ad un finale potente ed emozionante, che chiude in modo più che soddisfacente tutta la trama relativa alla TVA, lasciando aperte alcune interessanti prospettive per il futuro del MCU (su tutte il nuovo ruolo del dio norreno).
Loki è una serie TV in sei episodi trasmessa in esclusiva in streaming su Disney +.
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