Talk To Me (Recensione) - Un'Idea Forte e Innovativa per un Horror Convenzionale

 

La locandina del film Talk to Me

Attenzione: la seguente recensione contiene alcuni SPOILER sul film Talk To Me, grazie. 

Arrivato in Italia con qualche mese di ritardo rispetto agli States, Talk To Me si è rivelato essere un piccolo fenomeno. Nato come piccolo film horror indipendente australiano, Talk To Me è finito presto sotto i radar della sempre capace (e scaltra) A24, che ne ha intuito il potenziale, orchestrato una campagna marketing semplice ed efficace, ed ha quindi distribuito la pellicola in tutto il mondo. Il risultato? Quasi 90 milioni di dollari incassati al botteghino (fonte: BoxOfficeMojo) a fronte di un budget inferiore ai 5. Un successo molto importante, che ha reso Talk To Me un vero e proprio fenomeno in campo horror capace di mettere d'accordo critica e pubblico. Siamo quindi di fronte a una vera gemma? A parer mio non del tutto: nonostante alcune idee davvero interessanti a reggere la prima metà della pellicola, Talk To Me si rivela essere un horror tutto sommato convenzionale, per quanto generalmente ben eseguito, soprattutto contando che si trattava dell'opera prima dei fratelli Danny e Michael Philippou.

Un banne prubblicitario per il film horror Talk To Me

Pericolose e Irresistibili Sedute Spiritiche

Mia (interpretata da un'ottima Sophie Wilde) è una ragazza di 17 anni alle prese con l'elaborazione del lutto della madre, morta per un'overdose di farmaci due anni prima. Una sera, convince la migliore amica Jade (accompagnata da Riley, il suo fratellino timido e complessato) ad andare a una festa per partecipare a una particolare seduta spiritica. Le regole della seduta sono semplici: bisogna stringere la mano di un'inquietante scultura di plastica, permettere allo spirito di palesarsi e infine di prendere possesso del proprio corpo. Una procedura che va interrotta tassativamente entro 90 secondi per evitare che gli spiriti entrino permanentemente nel nostro mondo.
L'esperienza si rivela essere al contempo terrorizzante e inebriante per Mia, tanto che poi, la sera successiva, sarà organizzata un'altra festa a casa di Jade, dove tutto il gruppo di amici si divertirà con varie sedute e relative brevi possessioni; almeno, fino a quando Riley, desideroso di copiare i ragazzi più grandi, decide di sottoporsi al rituale. Quando a possedere il ragazzo è uno spirito che sembra essere la defunta madre di Mia, la ragazza non ferma la seduta entro i 90 secondi, permettendo così a uno spirito malvagio di prendere possesso del corpo di Riley, che tenta immediatamente il suicidio. Con il ragazzo in coma all'ospedale, toccherà a Mia capire come rompere la maledizione e salvare l'anima di Riley dagli spiriti malvagi, mentre visioni sempre più inquietanti inizieranno a tormentarla. Ma come è possibile eliminare lo spirito dal corpo di Riley? E se tutto fosse solo il risultato di una psicosi di Mia, alimentata dal suo stress post traumatico?

Una scena con la seduta spiritica di Talk to Me

Un'Idea Molto Potente

Se l'idea della seduta spiritica come portale per l'arrivo di spiriti maligni nel nostro mondo è stata esplorata in lungo e in largo nel mondo dell'horror (anche Reagan ne L'Esorcista, sostanzialmente spalanca le porte dalla terrificante possessione giocando in una scena non mostrata con una tavoletta Ouija), è forse la prima volta che l'incontro e la possessione demoniaca provoca addirittura piacere e assuefazione, in un paragone azzeccatissimo con il mondo delle droghe. Non è una caso che, appena prima della possessione, le pupille della persona che stringe la mano maledetta si dilatino. 
Un'idea molto forte che si lega anche a quello dell'emulazione e delle ormai famigerate challenge sui social (non è un caso se le sedute devono avere una durata massima di 90 secondi, in modo simile alla massima durata dei video caricati sul social più popolare del momento), non utilizzata con il più classico degli intenti moralisti, ma piuttosto come modo per caratterizzare in modo realistico il gruppo di amici (insomma, adolescenti con problemi realistici come le difficoltà di comunicazione, lo stress post-traumatico e la necessità di sentirsi parte di qualcosa), creando così una forte connessione con il pubblico di riferimento con cui si interfaccia in modo onesto e diretto.
È inoltre importante sottolineare come, fortunatamente, il tema non prenda possesso della narrazione, dal momento che, soprattutto nella seconda parte, Talk To Me non dimentica certo di essere un film di paura, anche se la carica eversiva lascia strada a un horror sicuramente più convenzionale del previsto.

Un'intensa scena tratta dal film Talk To Me

Un Horror Non Troppo Originale

Come detto, a un'idea molto forte e a caratterizzazioni non banali per i giovani protagonisti, non corrisponde un film horror così coraggioso. Partendo dall'animale morente trovato in strada (soluzione vista in fin troppe pellicole), presagio di sventure nonché avatar nel mondo dei morti, passando per le classiche sedute spiritiche finite male (anche queste già viste decine di volte) e finendo con gli spiriti che tentano di corrompere l'anima della protagonista, Talk To Me sembra volersi accontentare di restare nei confortevoli argini del cinema di genere. Non che l'originalità sia un fattore fondamentale per creare un buon horror, ma una certa mancanza di coraggio da parte dei due registi sembra depotenziare il film.
Anche tutto il discorso relativo al confine labile tra vero orrore e psicosi (splendidamente sviluppato da Mike Flanagan nella serie The Haunting of Hill House e nella pellicola Oculus, con cui Talk To Me ha più di un punto di contatto) alla fine sembra passare in secondo piano.
Un altro piccolo appunto riguarda la mancata creazione di una struttura portante più solida per il mondo narrativo di Talk To Me: l'origine (vera o presunta) della mano è giusto accennata in una scena, ma mai approfondita, così come le regole che dovrebbero governare la dimensione degli spiriti non sono mai esplicitate, se non in una scena (quella del pullman dove il gruppo di amici incontra il fratello del precedente possessore della mano) costruita in modo abbastanza incongruente. È sicuramente vero che i registi hanno voluto realizzare un film molto compatto e senza eccessivi fronzoli, riuscendoci peraltro bene, ma, senza un'adeguata costruzione, tutto il mondo narrativo di Talk To Me finisce per risultare abbastanza generico.

Una scena del film Talk to Me con la protagonista Sophie wilde

Un Debutto Comunque Convincente

È comunque importante ricordare che Talk To Me nasce come pellicola fieramente indipendente realizzata da due registi al debutto, dopo avere realizzato per anni corti per YouTube e siamo sicuramente di fronte a un'opera prima molto promettente. In particolare, Talk To Me ha un ottimo ritmo ed è molto compatto, tenendo bene avvinghiato lo spettatore ed evitando momenti morti: non è sicuramente uno dei film più spaventosi o inquietanti visti ultimamente (neanche nelle scene idealmente più shockanti), ma i due registi riescono a creare un'atmosfera alquanto tesa e nervosa senza ricorrere al truchetto del jump scare continuo. La pellicola è girata in modo professionale e con quel pizzico di artigianalità che non guasta mai, cosa assolutamente non scontata per due registi al debutto e provenienti da un universo completamente differente come quello dei corti su YouTube.
Menzione d'onore anche per il cast, tutto generalmente azzeccato e in parte e, in particolare, per la quasi esordiente Sophie Wilde, capace di reggere interamente il peso emotivo (non leggero, come si può capire dalla sinossi) di tutta la pellicola senza tentennamenti e creando grande empatia con lo spettatore, veicolando in modo convincente il dolore e il trauma successivo alla morte della madre.

Una scena inquietante tratta dal film Talk to Me

In Conclusione

Talk To Me è sorretto da un'idea forte e originale e ha l'indubbio merito di riuscire a interfacciarsi con il pubblico di riferimento in modo onesto e senza intenti moralistici. Nonostante tratti temi complessi e delicati quali le difficoltà di comunicazione, lo stress post-traumatico e la necessità di sentirsi parte di qualcosa, il film rimane fieramente un classico horror di sedute spiritiche andate male e spiriti maligni a caccia di anime innocenti. Forse troppo classico, visto che i fratelli Philippou confezionano un debutto sì convincente e interessante, senza però uscire minimamente dai rigidi e confortevoli confini del film di genere, risultando così più convenzionale di quanto prometteva la prima metà. Detto questo, Talk To Me merita sicuramente una visione in particolare se, come il sottoscritto, amate le opere di Mike Flanagan, che hanno tematicamente più di un punto di contatto con il film dei fratelli Philippou. 

Talk To Me è disponibile su Prime VideoE' inoltre disponibile per il noleggio e acquisto in digitale presso i principali store VOD e per l'acquisto fisico presso i maggiori store online.


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