Heretoir - Nightsphere (Recensione)

 

La copertina del disco Nightsphere dei tedeschi Heretoir


Gli Heretoir sono una band tedesca decisamente di nicchia, dedita a un classico post-black metal molto atmosferico con ampi richiami alla scena doom/gothic anni '90: in pratica un sound molto debitore sia dei francesi Alcest, sia degli statunitensi (e recentemente riformati) Agalloch.
Formati nel 2006, gli Heretoir sono arrivati al debutto con il self-titled Heretoir, un album dominato da un sound ancora molto grezzo e piatto (e con produzione alquanto artigianale), piuttosto violento, pur con interessanti idee melodiche e un mood triste e decadente. Con il successivo The Circle, la formazione tedesca ha aggiustato il tiro, limando i richiami al black metal e muovendo decisamente le coordinate del proprio sound verso il blackgaze dei già citati Alcest (c'è pure Neige in persona come ospite): un lavoro dove si nota un buon gusto melodico, ma che è difficile da valutare in quanto davvero troppo derivativo.

Arriviamo così a Nightsphere, terzo full length (in 17 anni di esistenza) che mostra una band decisamente maturata, seppure sempre molto ancorata alle proprie influenze. L'album è in realtà un concept ambientalista che parla del rapporto tra macchine e natura, formato da tre lunghe tracce ("Sanctum", "Twilight of the Machines" e "Glacierheart") e da due tracce ambient totalmente strumentali. Rispetto al precedente The Circle, gli elementi legati al doom metal sono più prominenti, donando al lavoro un'atmosfera autunnale e decadente, e dando così una maggiore profondità al sound della band tedesca: da sottolineare anche come il songwriting sia diventato molto più dinamico e complesso, con molte variazioni di ritmo e atmosfera. Ma il fattore vincente è il buon gusto melodico messo in campo dal gruppo tedesco, che rende Nightsphere un lavoro che si riesce ad apprezzare sin dai primi ascolti.

Ad aprire le danze ci pensa "Sanctum", un brano mutevole, con una struttura in crescendo, dominato inizialmente da arpeggi e melodie ariose, con l'intensità che sale costantemente, fino ad arrivare ad un furioso e catartico blast beat, prima di un break che richiama efficacemente gli arpeggi e le melodie dei primi due minuti.
"Twilight of the Machines", primo singolo dell'album disponibile anche alla fine di questa recensione, è invece un pezzo più lineare ed ipnotico, che si basa interamente su un efficacissimo giro di chitarra che richiama i My Dying Bride dei tempi che furono, interrotto solo nell'ottima sezione centrale caratterizzata dal contrasto tra ritmiche furiose e melodie ariose. 
"Glacierheart" è invece una traccia speculare alla prima e anch'essa basata su continui cambi di ritmi e atmosfera, soprattutto nella sua lunga e riuscita sezione centrale.

In definitiva, non si può dire che Nightsphere dica molto di nuovo in una scena già peraltro molto saturata come quella dedicata al post-black metal atmosferico e al blackgaze; l'album ha però l'indubbio merito di catturare l'ascoltatore sin dalle prime riproduzioni, risultando un disco piacevole, emozionante e riuscito, il che è, in realtà, un risultato più che ammirevole. Peccato solo per una durata davvero troppo risicata (tolti i non irresistibili brani ambient, il disco si riduce a 32 minuti scarsi di musica per tre canzoni, quasi un EP esteso) che rende Nightsphere  un ascolto un po' troppo vacuo e veloce. 

Nightsphere è disponibile in formato digitale e fisico sul sito ufficiale dell'etichetta Northern Silence. E' inoltre disponibile in formato fisico e digitale su tutti i maggiori store online. Il disco è ovviamente inoltre disponibile su tutti i maggiori servizi di musica in streaming, oltre che sulla Pagina Bandcamp della band. Per maggiori informazioni sugli Heretoir, visitate la Pagina LinkTree della band.

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