Nota Importante: Questo articolo contiene sicuramente diversi SPOILER riguardanti la serie TV Secret Invasion, comprese rivelazioni sul finale. Grazie.
Dopo la mezza delusione di Ant-Man and the Wasp: Quantumania e lo splendido Guardiani della Galassia Vol. 3, tocca finalmente alla prima serie tv appartenente alla Fase 5 del Marvel Cinematic Universe fare il suo debutto. Stiamo parlando di Secret Invasion, una miniserie di sei episodi (ispirata all'omonima miniserie a fumetti di quindici anni fa) che riporta in scena il mitico Nick Fury interpretato da Samuel L. Jackson, alle prese con una cospirazione guidata dagli Skrull, gli alieni mutaforma che erano stati presentati all'interno del film Captain Marvel, in cerca di un nuovo pianeta dopo essere stati esiliati dal proprio. Riuscirà questa miniserie a invertire la rotta nei mari sempre più tempestosi per il MCU? La risposta, purtroppo, è fortemente negativa.
Una Trama (Sulla Carta) Accattivante
La scoperta di una cospirazione guidata dagli alieni mutaforma Skrull atta ad infiltrarsi nei governi mondiali per causare caos, porta Maria Hill (interpretata da Cobie Smoulders) a richiamare sulla Terra Nick Fury (Samuel L. Jackson) per risolvere la situazione. Con l'aiuto dello skrull Talos (un ottimo Ben Mendelsohn), Fury scopre che dietro la cospirazione c'è Gravik (interpretato da Kingsley Ben-Adir), un giovane e ambizioso skrull, suo ex-alleato, che ha deciso di complottare per causare la terza guerra mondiale, per poi impadronirsi del pianeta dopo avere acquisito micidiali superpoteri. La situazione diventerà sempre più drammatica, ma, per fortuna, Fury e Talos potranno contare sull'aiuto di G'iah (una Emilia Clarke alquanto spaesata) - figlia dello stesso Talos - inizialmente seguace di Gravik che, una volta capita la follia del suo piano, vuole evitare la morte di milioni di persone innocenti.
Un Thriller Politico con Ben Poco Thrilling
Sulla carta, l'idea di rendere la serie un thriller politico sulla falsa riga di Captain America - The Winter Soldier era vincente: il secondo film dedicato a Steve Rogers rimane ancora oggi una delle migliori pellicole appartenenti al Marvel Cinematic Universe e, in particolare, la rivelazione che l'HYDRA era ancora viva e vegeta ed era infiltrata non solo nello SHIELD, ma in tutto il governo degli Stati Uniti, rappresentò un vero e proprio shock per l'ancora giovane MCU. Un colpo di scena magistrale che stupì gli spettatori, mostrando che tutto era davvero possibile in questo universo cinematografico.
A nove anni di distanza, le cose sono radicalmente cambiate: la crescita esponenziale di opere appartenenti al MCU ha ormai diluito l'impatto di qualunque colpo di scena e ci si approccia alla visione di Secret Invasion sapendo che, alla fine dei sei episodi, sostanzialmente si concluderà tutto senza grossi cambiamenti (a parte qualche morte più o meno eccellente) e che lo status quo sarà ripristinato. La posta in gioco, sostanzialmente, è troppo bassa.
A voler essere sinceri, la serie inizia bene e i primi due episodi riescono a creare un buon alone di minacciosità data dal fatto che qualunque personaggio sullo schermo potrebbe essere uno skrull sotto mentite spoglie; purtroppo, dal terzo episodio in poi, il ritmo diventa sempre più lento e la serie inizia ad arrancare tra lunghe scene di dialogo, portando avanti la trama in modo sostanzialmente pigro e prevedibile. Un buon esempio? Il personaggio di Gravik che per pura convenienza narrativa ha sempre lo stesso volto umano: sarebbe stato invece molto meglio se avesse continuamente cambiato aspetto, risultando una minaccia costante per Fury e compagni vari.
A nove anni di distanza, le cose sono radicalmente cambiate: la crescita esponenziale di opere appartenenti al MCU ha ormai diluito l'impatto di qualunque colpo di scena e ci si approccia alla visione di Secret Invasion sapendo che, alla fine dei sei episodi, sostanzialmente si concluderà tutto senza grossi cambiamenti (a parte qualche morte più o meno eccellente) e che lo status quo sarà ripristinato. La posta in gioco, sostanzialmente, è troppo bassa.
A voler essere sinceri, la serie inizia bene e i primi due episodi riescono a creare un buon alone di minacciosità data dal fatto che qualunque personaggio sullo schermo potrebbe essere uno skrull sotto mentite spoglie; purtroppo, dal terzo episodio in poi, il ritmo diventa sempre più lento e la serie inizia ad arrancare tra lunghe scene di dialogo, portando avanti la trama in modo sostanzialmente pigro e prevedibile. Un buon esempio? Il personaggio di Gravik che per pura convenienza narrativa ha sempre lo stesso volto umano: sarebbe stato invece molto meglio se avesse continuamente cambiato aspetto, risultando una minaccia costante per Fury e compagni vari.
Il Cliché dell'Eroe Vecchio e Stanco
Quella dell'eroe vecchio e stanco, pronto per un'ultima gloriosa missione mortale è uno dei canovacci più noti e utilizzati a Hollywood, e declinato in tanti generi differenti: un grande classico che, se utilizzato bene, porta sempre a casa il risultato (basti pensare allo splendido Logan, con un Wolverine vecchio e morente). Per questo motivo l'idea di farci vedere un Nick Fury invecchiato, stanco e disilluso aveva delle buone potenzialità: peccato che, durante tutta la miniserie, non ci venga mai detto chiaramente perché sia così disilluso, quali siano le circostanze che l'hanno portato ad abbandonare la Terra per rifugiarsi sull'astronave Saber, cosa sia successo per trasformare la migliore spia del pianeta in una persona così stanca e debole. Inoltre, tutto il flashback relativo al fatto che Fury sia arrivato a essere capo dello SHIELD solo perché ha sostanzialmente "imbrogliato" sfruttando i poteri di mutaforma degli Skrull è un'idea tremenda che demolisce il personaggio interpretato da Samuel L. Jackson solo per pura convenienza.
Caratterizzazioni Piattissime
In Secret Invasion, tutto viene sempre dato per scontato, come se a nessuno degli sceneggiatori importasse delle caratterizzazioni, ma solo di portare avanti la trama. Un problema che, in realtà, si riverbera su praticamente tutti i personaggi protagonisti della miniserie, caratterizzati in modo alquanto pigro e piatto, e solo in funzione degli snodi della trama.
Così Gravik è un banale giovane arrabbiato che la vuole fare pagare a Fury e la cui caratterizzazione è quasi interamente costruita sull'antipatia con cui Kingsley Ben-Adir (francamente terribile la sua prestazione) lo interpreta, non esattamente il massimo.
La new entry Sonya Falsworth, sostanzialmente l'equivalente inglese di Nick Fury, è un insieme di cliché triti e ritriti del cinema di spionaggio e riesce a svettare solo grazie alla bravissima Olivia Colman, che fa davvero il massimo con quel poco su cui può lavorare. Talos, nonostante l'impegno di Ben Mendelsohn nel tentare di rendere il personaggio tridimensionale, è una figura semplicemente funzionale alla trama, inserita come vittima sacrificale (al pari della povera Maria Hill) e utile nell'economia della narrazione solo come mezzo conveniente per fare reagire Fury.
Non va certo meglio al personaggio di G'iah, che non viene mai approfondito, un vero e proprio burattino che segue la scia della trama e che fa sostanzialmente sparire Emilia Clarke, in un ruolo in cui appare decisamente poco a suo agio.
L'unico personaggio che lasci un segno è quello di Varra-Priscilla Fury, ottimamente interpretata da Charlayne Woodard: in questo caso, gli sceneggiatori riescono a prendersi il tempo necessario a caratterizzarla in modo soddisfacente, merito anche dell'ottima chimica presente tra l'attrice e Samuel L. Jackson, bravi a rendere credibile la loro improbabile relazione.
Così Gravik è un banale giovane arrabbiato che la vuole fare pagare a Fury e la cui caratterizzazione è quasi interamente costruita sull'antipatia con cui Kingsley Ben-Adir (francamente terribile la sua prestazione) lo interpreta, non esattamente il massimo.
La new entry Sonya Falsworth, sostanzialmente l'equivalente inglese di Nick Fury, è un insieme di cliché triti e ritriti del cinema di spionaggio e riesce a svettare solo grazie alla bravissima Olivia Colman, che fa davvero il massimo con quel poco su cui può lavorare. Talos, nonostante l'impegno di Ben Mendelsohn nel tentare di rendere il personaggio tridimensionale, è una figura semplicemente funzionale alla trama, inserita come vittima sacrificale (al pari della povera Maria Hill) e utile nell'economia della narrazione solo come mezzo conveniente per fare reagire Fury.
Non va certo meglio al personaggio di G'iah, che non viene mai approfondito, un vero e proprio burattino che segue la scia della trama e che fa sostanzialmente sparire Emilia Clarke, in un ruolo in cui appare decisamente poco a suo agio.
L'unico personaggio che lasci un segno è quello di Varra-Priscilla Fury, ottimamente interpretata da Charlayne Woodard: in questo caso, gli sceneggiatori riescono a prendersi il tempo necessario a caratterizzarla in modo soddisfacente, merito anche dell'ottima chimica presente tra l'attrice e Samuel L. Jackson, bravi a rendere credibile la loro improbabile relazione.
Zero Coraggio e un Finale Tremendo
Nonostante una trama che permetteva di osare molto, gli sceneggiatori di Secret Invasion optano per non prendersi alcun rischio. La serie trascina così pigramente la trama senza che si avverta mai il peso della posta in gioco con una serie di svolte telefonate e convenienti scuse che evitino il coinvolgimento di altri supereroi [no, dire "Questa è una questione che devo risolvere da solo" quando si è a un passo dalla terza guerra mondiale, non è una scusa credibile per non fare una telefonata a Thor, Captain Marvel o al Doctor Strange]. Ma il peggio arriva con un finale dove si arriva davvero a toccare il fondo: da una parte botte da orbi realizzate con una coreografia piattissima e con una CGI abominevolmente brutta, dall'altro una scena con zero tensione con la resa dei conti tra Fury, Sonya e il "finto" James Rhodes.
Sinceramente, Secret Invasion contende a Moon Knight lo scettro di peggior episodio finale, dove è francamente impossibile salvare qualcosa e dove ci si sente presi per i fondelli: basti pensare all'assurda rivelazione del fatto che Jim Rhodes è stato sostituito da uno Skrull appena dopo gli eventi di Civil War. Un colpo di scena insensato che va a contraddire non solo quanto detto all'interno della stessa serie (Gravik e compagni erano ancora fedeli a Fury durante gli eventi della Infinity War), ma anche tutta la partecipazione di Rhodey alla battaglia finale contro Thanos. Un gran pasticcio, insomma, ennesima dimostrazione del fatto che la continuity stia diventando un peso enorme all'interno del MCU; oltre al fatto che il lavoro di supervisione e controllo sulle sceneggiature è divenuto ormai inesistente.
Sinceramente, Secret Invasion contende a Moon Knight lo scettro di peggior episodio finale, dove è francamente impossibile salvare qualcosa e dove ci si sente presi per i fondelli: basti pensare all'assurda rivelazione del fatto che Jim Rhodes è stato sostituito da uno Skrull appena dopo gli eventi di Civil War. Un colpo di scena insensato che va a contraddire non solo quanto detto all'interno della stessa serie (Gravik e compagni erano ancora fedeli a Fury durante gli eventi della Infinity War), ma anche tutta la partecipazione di Rhodey alla battaglia finale contro Thanos. Un gran pasticcio, insomma, ennesima dimostrazione del fatto che la continuity stia diventando un peso enorme all'interno del MCU; oltre al fatto che il lavoro di supervisione e controllo sulle sceneggiature è divenuto ormai inesistente.
In Conclusione
Nonostante le buone premesse e un inizio incoraggiante, Secret Invasion si è rivelato un vero e proprio disastro, caratterizzato da una sceneggiatura alquanto carente. Non basta il carisma di Samuel L. Jackson (uno che la pagnotta la porta a casa sempre, anche nei b-movie più beceri) a tenere a galla una miniserie sostanzialmente inutile e fastidiosa, che sembra volere fare di tutto per fare imbestialire i fan della prima ora, tra la noncuranza nell'eliminare un personaggio storico come quello di Maria Hill e la fastidiosa ret-con su Fury, senza dimenticare il pasticcio legato a Rhodey.
Visto lo scarsissimo apprezzamento del pubblico (la serie non solo ha la peggiore valutazione media, ma contende a Ms. Marvel lo scettro di serie con meno ore di visualizzazione su Disney+), Kevin Feige non può certo dormire sonni tranquilli, contando anche il budget altissimo (oltre 200 milioni di dollari, come riportato sulla pagina Wikipedia): insomma, sembra proprio che il giocattolo MCU sia quasi rotto e le prospettive future non sono certo tra le più confortanti.
Visto lo scarsissimo apprezzamento del pubblico (la serie non solo ha la peggiore valutazione media, ma contende a Ms. Marvel lo scettro di serie con meno ore di visualizzazione su Disney+), Kevin Feige non può certo dormire sonni tranquilli, contando anche il budget altissimo (oltre 200 milioni di dollari, come riportato sulla pagina Wikipedia): insomma, sembra proprio che il giocattolo MCU sia quasi rotto e le prospettive future non sono certo tra le più confortanti.
Secret Invasion è una serie TV in sei episodi trasmessa in esclusiva in streaming su Disney +.
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