Nota Importante: Questo articolo contiene sicuramente diversi SPOILER sulla sul film Ant-Man and the Wasp: Quantumania. Grazie.
Avevo concluso l'articolo-monstre sulla Fase 4 del Marvel Cinematic Universe chiedendo se la le cose sarebbero migliorate con l'inizio della Fase 5, coinciso con l'uscita di Ant-Man and the Wasp: Quantumania. Purtroppo la risposta è negativa, dal momento che il terzo film dedicato ad Ant-Man porta con sé gran parte dei problemi riscontrati nella Fase 4, soprattutto in fase di sceneggiatura. Detto questo, fortunatamente, non siamo di fronte a un completo disastro, solo a un film scontato e banale, che si adagia sugli stilemi del Marvel Cinematic Universe, senza dimenticare una buona dose di situazioni prese di peso dall'immortale saga di Star Wars.
Regni Quantici e Despoti Multidimensionali
Nonostante il ruolo fondamentale avuto nella battaglia contro Thanos, la vita di Scott Lang (Paul Rudd) è sempre complicata, tra lavori saltuari e un rapporto da ricreare da zero con la figlia Cassie (interpretata da Kathryn Newton), che non ha potuto contare su suo padre durante i 5 anni successivi allo schiocco di Thanos. Proprio Cassie, in combutta con Hank Pym (un Michael Douglas alquanto sornione), sta segretamente inviando dei segnali nel Regno Quantico per un esperimento. Segnali che saranno purtroppo intercettati da una potentissima entità, che trascinerà tutta la famiglia Pym al completo (Scott, Cassie, Hank, Janet - come sempre interpretata da una seriosissima Michelle Pfeiffer - e Hope - interpretata da Evangeline Lilly) in una pericolosa avventura nel Regno Quantico, in cui i due gruppi saranno separati (Cassie e Scott da una parte, la famiglia Pym-Van Dyne dall'altra). Non senza ritrosia, Janet rivelerà che l'entità è Kang (interpretato da Jonathan Majors), un potentissimo viaggiatore interdimensionale che ha conosciuto durante il suo esilio decennale nel regno e che l'ha ingannata, fingendosi suo amico. Una volta capite le intenzioni di Kang (in realtà uno spietato conquistatore e distruttore di universi), è riuscita in extremis a sabotare la sua astronave con l'utilizzo delle particelle Pym. Kang, ora divenuto l'invincibile dittatore del Regno Quantico, cattura facilmente la coppia Scott-Cassie con l'intenzione di costringere Scott a ripristinare il motore della propria nave. Toccherà alla famiglia Pym riuscire a ritrovare Scott e Cassie prima che Kang possa scappare dal Regno Quantico e distruggere la Terra.
Un Film con Poca Personalità
Le prime due pellicole dedicate ad Ant-Man, senza essere certo dei capolavori, erano riuscite a differenziarsi in modo convincente dagli altri titoli appartenenti al MCU focalizzandosi sui personaggi e le loro vite piuttosto che sul classico pericolo globale. Così il primo Ant-Man era, in sintesi, una commedia abbastanza leggera su un ladruncolo alle prese con guai giudiziari e con una difficile rapina, mentre il secondo una pellicola dove il protagonista doveva utilizzare i propri superpoteri per sconfiggere i cattivi di turno, senza però farsi scoprire a violare i termini della libertà vigilata. Insomma un contrasto tra piccoli e grandi problemi che richiama intelligentemente i poteri dello stesso protagonista, peraltro reso molto bene dal sempre brillante (e apparentemente eternamente giovane) Paul Rudd.
Anche Ant-Man and the Wasp: Quantumania, pur se ambientato prevalentemente nel Regno Quantico, sembrava volere seguire la scia dei primi due film, impostando una spensierata avventura con tutta la famiglia Pym al completo, dove Scott e Cassie (buono comunque l'esordio di Kathryn Newton nel MCU) possano finalmente ricucire il loro rapporto. Purtroppo l'idea di rendere Kang il villain della pellicola e la necessità di farlo apparire adeguatamente minaccioso e potente, finisce per prendere interamente possesso della narrazione, arrivando a trasformare Quantumania in un prodotto derivativo, banale e scontato: semplicemente uno dei tanti titoli supereroistici.
Anche Ant-Man and the Wasp: Quantumania, pur se ambientato prevalentemente nel Regno Quantico, sembrava volere seguire la scia dei primi due film, impostando una spensierata avventura con tutta la famiglia Pym al completo, dove Scott e Cassie (buono comunque l'esordio di Kathryn Newton nel MCU) possano finalmente ricucire il loro rapporto. Purtroppo l'idea di rendere Kang il villain della pellicola e la necessità di farlo apparire adeguatamente minaccioso e potente, finisce per prendere interamente possesso della narrazione, arrivando a trasformare Quantumania in un prodotto derivativo, banale e scontato: semplicemente uno dei tanti titoli supereroistici.
Un Primo Tempo Sprecato
Il maggiore difetto nella pellicola è, in particolare, legato alla gestione del ritmo e della trama: per tutto il primo tempo non succede praticamente nulla, si perdono decine di minuti a fare del worldbuilding sostanzialmente inutile e a ritardare il più possibile la rivelazione dell'esistenza di Kang. Il personaggio di Janet passa più di un'ora a sviare i discorsi per non parlare di Kang, senza alcun apparente motivo. Minuti che sarebbero invece stati preziosi per focalizzarsi maggiormente sui protagonisti e sulle loro dinamiche, oltre che dare maggiore spazio a un grande attore come Bill Murray, autore di quello che, a tutti gli effetti, è il cameo più inutile di tutto il MCU [il regista ha ammesso che il ruolo del personaggio doveva essere ben più ampio, con uno storyarc ispirato a quello di Lando Calrissian in L'Impero Colpisce Ancora].
Quantumania risulta così tremendamente sbilanciato, con una prima metà noiosa, dove l'impressione è che non succeda praticamente nulla, giusto un continuo accumulo di scene girate in CGI per fare vedere quanto sia fantasioso e incredibile il Regno Quantico, e una seconda metà alquanto compressa, con l'arrivo del villain e lo sforzo congiunto di tutti i protagonisti per sconfiggerlo. Una scelta di sceneggiatura difficilmente comprensibile, che finisce per rendere vano l'obiettivo primario della pellicola, ovvero istituire Kang come il villain definitivo delle prossime fasi del MCU.
Poche Sorprese
L'altro grande difetto è, come già sottolineato, la prevedibilità del film. Lo sceneggiatore Jeff Loveness sembra davvero fare il minimo sindacale per imbastire la trama, andando a pescare da soluzioni ormai ampiamente collaudate nel MCU: il cattivo che si presenta come amico, ma poi tradisce; il villain che inizialmente pare invincibile, ma poi, grazie all'unione di tutti i gli eroi (nonché di un intera popolazione presente nel Regno Quantico) soccombe; l'eroe pronto a sacrificarsi per la propria famiglia. A questo si aggiungono altre soluzioni prese di peso dalla più famosa saga fantascientifica di tutti i tempi, ovvero Star Wars: non solo Kang sembra praticamente una versione riveduta e corretta di Darth Vader, ma c'è pure l'esercito di robot senza volto (ovvero la classica impersonale carne da macello) che è spudoratamente ricalcato sugli Stormtrooper.
Insomma, se da un lato si vuole giocare sul sicuro con soluzioni narrative alquanto familiari, dall'altro Quantumania riserva pochissime sorprese, rendendola una pellicola senza infamia e senza lode, utile per passare una serata senza pensieri. Forse la cosa peggiore, in un momento in cui il pubblico sembra mostrare i primi segnali di noia verso le pellicole supereroistiche e verso il MCU.
Senza Infamia e Senza Lode
Come detto nel paragrafo precedente, Quantumania non è, fortunatamente, un totale disastro. La CGI è per fortuna di buon livello (escludendo il terribile MODOK, una delle peggiore idee visive mai apparse nel MCU), cosa peraltro fondamentale visto che il 90% della pellicola è girata su green screen. La recitazione è di livello discreto (esclusa Evangeline Lilly, che sembra quasi scomparire per tutta la durata della pellicola), anche se l'unico che riesce ad andare oltre la caratterizzazione di base è Michael Douglas che pare davvero divertirsi sottolineando quasi l'assurdità di alcune scene. L'azione è, anche in questo caso, ordinaria, ma comunque coreografata discretamente, fattore che rende il terzo atto divertente, nel complesso. Tutti fattori che riescono a risollevare un film che nel prima metà era gravemente insufficiente; ciò non toglie che la pellicola, alla fine, non lasci praticamente nulla allo spettatore, con troppi personaggi usa e getta (l'unica a spiccare tra le file degli abitanti del Regno Quantico è il personaggio interpretato da Katy O' Brian, attrice dotata non solo di un fisico particolare, ma anche di un ottimo carisma), un umorismo poco calibrato (il talento comico di Paul Rudd non è minimamente sfruttato) e la sensazione che la posta in gioco sia sempre troppo bassa.
Kang, Abbiamo un Problema?
Come noto, Kang (o, meglio le infiniti varianti del personaggio) sarà il villain principale delle prossime fasi del MCU, una scelta che pare essere stata definita dopo che Kevin Feige ha visto come Johnathan Majors ha interpretato in personaggio nel finale di Loki. Una scelta, che, alla luce della prima vera apparizione del personaggio come vero e proprio villain, potrebbe dimostrarsi alquanto errata. Nonostante Johnathan Majors, in palese overacting, si sforzi in tutti i modi di rendere il personaggio interessante, l'attore non può fare nulla per contrastare la banalità della sua caratterizzazione: non basta renderlo un dittatore superbo, dispotico e antipatico per avere un cattivo credibile.
Thanos funzionava proprio perché non era un classico antagonista, ma aveva delle motivazioni credibili nella sua follia e addirittura mostrava una certa empatia. Kang è invece un villain usa e getta, che vuole semplicemente conquistare e distruggere tutto e la cui backstory è alquanto nebulosa. Insomma, visto anche lo scarso successo della pellicola, siamo sicuri che sia il caso di continuare su questa strada? Anche la possibilità di avere varianti dello stesso personaggio grazie al multiverso potrebbe essere la classica arma a doppio taglio in grado di allontanare ancora di più il pubblico, stanco di vedere costantemente reinventato da zero il personaggio invece che costruito con cura.
A tutto questo si aggiungono i ben noti problemi giudiziari dello stesso Johnathan Majors [sui quali ovviamente non esprimo alcun commento], che potrebbero forzare la Marvel ad un sanguinoso recasting.
Thanos funzionava proprio perché non era un classico antagonista, ma aveva delle motivazioni credibili nella sua follia e addirittura mostrava una certa empatia. Kang è invece un villain usa e getta, che vuole semplicemente conquistare e distruggere tutto e la cui backstory è alquanto nebulosa. Insomma, visto anche lo scarso successo della pellicola, siamo sicuri che sia il caso di continuare su questa strada? Anche la possibilità di avere varianti dello stesso personaggio grazie al multiverso potrebbe essere la classica arma a doppio taglio in grado di allontanare ancora di più il pubblico, stanco di vedere costantemente reinventato da zero il personaggio invece che costruito con cura.
A tutto questo si aggiungono i ben noti problemi giudiziari dello stesso Johnathan Majors [sui quali ovviamente non esprimo alcun commento], che potrebbero forzare la Marvel ad un sanguinoso recasting.
In Conclusione
Ant-Man and the Wasp: Quantumania è una pellicola che gira intorno alla sufficienza: frenata da una sceneggiatura piatta, poco originale e squilibrata nella gestione della trama, si risolleva grazie al buon cast, alla CGI discreta e a scene d'azione girate con competenza. Purtroppo si tratta del classico film usa e getta, che difficilmente lascerà un segno e che il pubblico ha decisamente mostrato di gradire poco (è, al momento, il film MCU col peggiore rating di approvazione degli spettatori), dimostrando che i timori di disaffezione degli spettatori verso il MCU sono tutt'altro che infondati. Kevin Feige e soci dovranno decisamente darsi da fare per invertire questa preoccupante tendenza.
Ant-Man and the Wasp: Quantumania è disponibile in streaming su Disney+. E' inoltre disponibile per il noleggio e acquisto in digitale presso i principali store VOD e per l'acquisto fisico presso i maggiori store online.
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