Nota Importante: Questo articolo contiene sicuramente diversi SPOILER sui film e le serie tv della Fase 4 del Marvel Cinematic Universe. Grazie.
Dopo avere esaminato tutte le 18 (!) produzioni che hanno fatto parte della Fase 4 del Marvel Cinematic Universe, è arrivata l'ora di tirare un po' le somme e fare qualche considerazione su quella che è stata sicuramente la fase più critica di questo popolare universo narrativo appena prima di dare il benvenuto alla Fase 5, che partirà ufficialmente a metà febbraio con l'uscita al cinema di Ant-Man 3: Quantumania.
No Direction
Dopo la fine della lunga Infinity Saga, che ha legato le prime tre fasi del MCU, la fase 4 è partita senza una direzione precisa: nessun film degli Avengers previsto, nessun grande crossover in vista, nessun grande villain che si muove dietro le quinte. Sono stati indubbiamente gettati i semi per i prossimi crossover (il Multiverso e la prima versione di Kang che appare alla fine di Loki) e introdotte trame che potranno essere esplorate in modo più approfondito in futuro (i Celestiali di Eternals e la potentissima Scarlet Witch di Doctor Strange nel Multiverso della Follia), ma è mancato un tema unitario in grado di unire tutti i film e le serie lanciate durante la Fase 4. Una scelta che ha portato a una certa, gradita, eterogeneità, ma che ha anche privato il MCU di uno dei suoi elementi più affascinanti. Il problema, comunque, non affliggerà le fasi 5 e 6, dal momento che tutte le trame, d'ora in poi, convergeranno immancabilmente verso i prossimi film degli Avengers.
Un Tema Comune
Nonostante la mancanza di una direzione precisa, mentre scrivevo la retrospettiva della Fase 4, è emerso un tema comune che, più o meno volontariamente, è presente in molti dei prodotti appartenenti alla Fase 4: l'elaborazione del lutto. Era sicuramente inevitabile che molti personaggi dovessero fare i conti con le conseguenze dei tragici eventi di Avengers Infinity War e Avengers Endgame, ma è comunque molto interessante questo tema sia diventato il fil rouge in grado di unire idealmente molti dei film e delle serie.
Alcuni esempi: il tema centrale di WandaVision è l'elaborazione della morte di Visione da parte di Wanda; il climax emotivo di Hawkeye è il confronto tra Yelena e Clint sulla morte di Natasha; l'evoluzione del personaggio di Loki avviene nel momento in cui viene a conoscenza della morte della madre Frigga; il salvataggio di MJ da parte dello Spider-Man di Andrew Garfield in No Way Home è il modo per superare finalmente la morte di Gwen Stacy nel suo universo; tutta la trama di Black Panther: Wakanda Forever è basata sull'elaborazione del lutto per superare la morte del re T'Challa; addirittura un prodotto estremamente leggero come l'Holiday Special dei Guardiani della Galassia ha come punto di partenza la depressione di Peter Quill dopo la morte di Gamora. Difficile dire se sia stata una scelta consapevole da parte di Kevin Feige e degli sceneggiatori, o se sia capitato in modo casuale, ma è una considerazione che ritenevo interessante fare e che dà una chiave di lettura particolare alla Fase 4.
La Sindrome del Braccino
La cosiddetta Sindrome del Braccino è quel fenomeno che colpisce i tennisti a un passo dalla vittoria e che, per paura di sbagliare, cominciano a trattenere i colpi, permettendo spesso un ritorno dell'avversario. Dal tennis, poi, il termine è diventato d'uso comunque per qualunque sport e, in senso metaforico, per tutte le situazioni in cui non si ha il coraggio di rischiare fino in fondo.
Lo stesso concetto si può applicare ad alcuni dei film e serie appartenenti alla Fase 4: come detto, uno degli obiettivi dichiarati era espandere i confini del MCU con nuovi personaggi, nuove situazioni, esplorando anche generi differenti dalla solita fantascienza supereroistica. Una libertà creativa che, però, non è stata sfruttata totalmente.
Per esempio: WandaVision, dopo un'inizio originale e quasi straniante, svela le proprie carte troppo presto e finisce con la più banale delle battaglie in CGI.
Eternals relega tutta la parte più interessante (gli Eterni testimoni degli eventi storici più rilevanti) al primo atto, per poi appiattirsi su una trama scontata e poco interessante.
Ms. Marvel è una deliziosa commedia pensata per un pubblico di teenager, che però finisce immancabilmente per pagare dazio a stilemi supereroistici triti e ritriti nella parte centrale.
Shang Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli inizia in maniera sorprendentemente positiva con omaggi al cinema wuxia e una cura delle coreografie di arti marziali mai vista nel MCU, ma crolla immancabilmente nel terzo atto, dove si trasforma in un fantasy di quart'ordine con CGI molto deficitaria.
Solo Licantropus e She Hulk: Attorney at Law hanno avuto il coraggio di tentare qualcosa di differente fino in fondo: una scelta che non ha forse convinto tutti (She Hulk è decisamente la serie meno apprezzata dai fan), ma che è comunque più che apprezzabile, contando anche che una delle critiche più comuni al MCU è la sua omogeneità.
Troppa Carne al Fuoco
La necessità di supportare al meglio il lancio della piattaforma proprietaria di streaming Disney+ ha aumentato esponenzialmente la quantità di prodotti legati al MCU fino ad arrivare all'esorbitante numero di 18 tra film e serie tv. Una mole realmente impressionante di materiale che ha portato a una serie di problematiche produttive che si sono sommate a quelle (già enormi) dovute alla pandemia, e ha allentato, per forza di cose, il controllo creativo da parte di Kevin Feige. Non che nelle prime tre fasi mancassero film deludenti o caratterizzati da trame e sceneggiature banali, ma è chiaro che Kevin e il suo team riuscissero spesso a mettere una pezza ad alcuni problemi e a evitare contraddizioni.
Nella Fase 4, come sottolineate in parecchie delle mini-recensioni presenti nella retrospettiva (prime quattro parti di questo mastodontico articolo), i problemi a sceneggiature e trame sono letteralmente esplosi.
In molte delle serie tv la sceneggiatura procede per accumulo, arrivando col fiato corto a un finale che deve chiudere tutto in pochi minuti.
Moon Knight alterna idee buone a idee terribili, un caos creativo che ha portato a un risultato finale quasi disastroso.
Thor: Love and Thunder forza due film quasi antitetici in uno solo, senza mai riuscire a trovare la propria identità e diluendo tutto in un eccesso di umorismo.
Spider-Man: No Way Home ha una trama piena di contraddizioni che sembra presa da un sito di fan fiction.
Doctor Strange e il Multiverso della Follia spreca l'immenso talento visivo di Sam Raimi con una sceneggiatura deludente e una caratterizzazione alquanto fastidiosa del personaggio di Wanda.
Questi sono solo gli esempi più lampanti e rappresentativi di quelli che sono stati alcuni dei problemi a livello di sceneggiatura che hanno vessato la Fase 4 del MCU e che hanno mostrato le prime, grandi, crepe nel MCU.
Effetti Non Troppo Speciali
L'aumento delle produzione e le problematiche dovute alla pandemia hanno però fatto deflagrare un problema i cui primi sintomi erano già apparsi nella Fase 3 (in particolare nel tremendo finale del primo Black Panther): la qualità degli effetti speciali.
In realtà il discorso è molto più complesso e riguarda il rapporto tra i Marvel Studios e gli studi che lavorano agli effetti speciali. Metodologie errate, tempi strettissimi, orari di lavoro massacranti, catene di sub-appalti, la mancanza di un sindacato degli artisti VFX, scarsa esperienza, e la mancanza di dialogo e supervisione: tutti fattori che hanno fatto crollare in modo preoccupante la qualità degli effetti speciali. Insomma, i terribili draghi di Shang Chi, i brutti dei egizi semoventi del finale di Moon Knight e l'orrenda scena iniziale di Thor: Love and Thunder sono, in realtà, solo la punta dell'iceberg di un problema molto complesso ed esteso, che non troverà facilmente soluzione.
Se siete interessati ai motivi che hanno portato a questa situazione, vi rimando a una serie di articoli (sia in italiano che in lingua inglese) che spiegano in modo esaustivo tutta la faccenda:
- BadTaste.it - Marvel Studios e gli effetti speciali: nuove testimonianze raccontano deadline impossibili e continui cambiamenti
- BadTaste.it - Marvel Studios e gli effetti speciali: nuove accuse di sfruttamento da parte degli artisti
- IGN.com - Pressure, Crunch, Blacklist Fears: The MCU's Visual Effects Artists Speak Out
- CBR.com - Marvel's VFX Talent Pool Is Dwindling as Artists Avoid Working With the Studio
Non Solo Critiche
Leggendo quest'ultima parte dell'articolo potrebbe sembrare che la Fase 4 del MCU sia stata un totale disastro e sarebbe un'impressione sbagliata: nonostante i problemi fin qui evidenziati, è innegabile che il fascino di questo sempre più imponente universo cinematografico sia rimasto inalterato (nonostante si avverta un certo senso di saturazione) e la Fase 4 ci ha regalato comunque grandi momenti emozionanti e tanti nuovi personaggi che speriamo di rivedere in futuro.
Quando leggerete questo articolo, sarà già ufficialmente partita la Fase 5 con l'uscita al cinema di Ant-Man 3: Quantumania, una fase che si preannuncia come meno caotica e problematica: sicuramente il parziale cambio di strategia per i contenuti esclusivi di Disney+ (che ha portato a un piccolo taglio delle produzioni), il graduale ritorno alla normalità dopo le difficoltà legate alla pandemia e l'arrivo di una nuova trama orizzontale gioveranno al futuro di questo universo che, nel bene e nel male, è già entrato nella storia dell'entertainment.
Finisce qui questo articolo fiume dedicato alla Fase 4 dell'Universo Cinematografico Marvel. Spero di non avervi annoiato troppo.
Tutti i film e le serie appartenenti alla Fase 4 dell'Universo Cinematografico Marvel sono disponibili in streaming sulla piattaforma Disney+.
Tutti i film sono inoltre disponibili in formato fisco presso i maggiori store online e in VOD (sia acquisto che noleggio) sui maggiori portali streaming. Le serie TV sono invece disponibili in esclusiva su Disney+.
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