Nota Importante: Questo articolo contiene sicuramente diversi SPOILER sui film e le serie tv della Fase 4 del Marvel Cinematic Universe. Grazie.
Shang Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli
Con Shang Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli è arrivata finalmente l'ora di introdurre nuovi personaggi nel MCU e di vedere nuovi angoli di questo universo. Riprendendo un personaggio fumettistico minore nato negli anni '70 per sfruttare la popolarità dei film di Bruce Lee, questa pellicola chiaramente puntava a sbancare il botteghino cinese con una storia che mischiasse kung-fu, superpoteri e omaggi al cinema cinese (con tanto di dialoghi in doppia lingua); purtroppo il lockdown causato dal COVID e il temporaneo blocco delle pellicole occidentali su territorio cinese ha guastato completamente i piani in casa Marvel.
Shang Chi (interpretato da Simu Liu) è un giovane sino-americano che lavora come parcheggiatore di un hotel a San Francisco che nasconde un segreto: è in realtà un maestro di arti marziali ed è il figlio di Wenwu (interpretato dal grande Tony Leung), noto anche come l'originale Mandarino e possessore di un artefatto potentissimo, i dieci anelli, che gli hanno permesso di vivere per secoli senza invecchiare. Shang Chi aveva tentato di fuggire anni prima dalla organizzazione criminale del padre, ma viene raggiunto da uno dei suoi scagnozzi, che gli sottrae in combattimento il ciondolo lasciatogli dalla madre, morta in un agguato teso da un'organizzazione criminale concorrente. Shang Chi, con l'aiuto della amica Katy (interpretata dalla comica Awkwafina), vola a Macao per avvertire la sorella Xialing (anch'essa fuggita dal padre e in possesso della seconda metà del ciondolo) del pericolo, solo per venire catturati dal padre, il cui obiettivo è raggiungere, tramite i ciondoli, il mistico reame di Ta-Lo, dove è convinto che lo spirito della moglie sia tenuto prigioniero. Toccherà a Shang-Chi e Xialing tentare di fermare il padre prima che liberi una malvagia e potentissima entità nel reame di Ta-Lo.
Nonostante una trama tutto sommato banalotta e generica, Shang Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli è caratterizzato da un primo atto insospettabilmente brillante: la scena iniziale (dove Wenvu e la futura moglie Jiang Li si conoscono in una foresta) è un omaggio decisamente ben fatto al cinema Wuxia, con ottime coreografie e un utilizzo strumentale dei colori per veicolare le emozioni. Ma, in realtà, tutto il film gira bene all'inizio: i personaggi sono divertenti e ben caratterizzati, la pellicola ha da subito un ottimo ritmo e presenta senza dubbio le migliori coreografie di arti marziali viste nel MCU. Senza dimenticare la presenza fondamentale di Tony Leung, capace di reggere con carisma e mestiere tutta la parte drammatica del film, bilanciando bene la parte più comica, affidata invece ad Awkwafina. Purtroppo, quando ci si sposta nel reame di Ta-Lo nel terzo atto, il film sprofonda nel fantasy di quart'ordine: l'azione diventa un guazzabuglio di CGI ripresa male, gli effetti speciali (in particolare per quanto riguarda i draghi) insufficienti, la trama diventa sempre più banale con svolte narrative telefonate (compresa una comparsata di Michelle Yeoh per un ruolo piatto e stereotipato).
Shang Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli è un film su cui avevo in realtà poche aspettative e che mi ha saputo stupire nella prima ora: purtroppo sceneggiatori e regista sembrano quasi avere avuto paura di realizzare qualcosa di differente e si sono affrettati a riportare tutto sui binari della banalità supereroistica nella seconda ora, rovinando quella che poteva essere la grande sorpresa della Fase 4.
Eternals
Innanzitutto una premessa: dopo avere visto Eternals, l'impressione (non suffragata da alcuna dichiarazione ufficiale, sia chiaro) è che la pellicola dovesse avere un peso specifico molto maggiore all'interno del MCU, introducendo i Celestiali come principali nemici delle fasi successivi; piani poi accantonati in favore di (o, meglio, dei multipli) Kang, che hanno lasciato gli Eterni nella scomoda situazione di oggetto sostanzialmente quasi estraneo al MCU, esattamente come capitato con gli Inumani (che per qualche tempo dovevano divenire centrali nell'universo cinematografico, salvo essere poi accantonati una volta recuperati i diritti di mutanti e X-Men).
Gli Eterni sono esseri alieni immortali dotati di superpoteri, mandati dal Celestiale [un essere cosmico supremo] Arishem sulla Terra nel 5000 Avanti Cristo per proteggerla dai Devianti, potentissimi esseri bestiali e mostruosi che potrebbero sterminare la popolazione terrestre. Gli Eterni rimangono sulla Terra per millenni, difendendola dai Devianti, venendo visti come veri e propri Dèi dalla popolazione terrestre, senza potere però interferire con il loro sviluppo, fattore che crea una frattura all'interno del gruppo una volta sterminato l'ultimo dei Devianti nel sedicesimo secolo. Arrivati ai giorni nostri, gli Eterni sono ormai divisi e sparsi in varie parti del mondo: l'occasione per riunire il gruppo saranno la ricomparsa di Devianti estremamente pericolosi e potenti, e la morte della loro leader, Ajak (interpretata da Salma Hayek). Purtroppo, il ritorno dei Devianti nasconde in realtà una minaccia ben più grave, che metterà gli Eterni di fronte a sconvolgenti rivelazioni sulle proprie origini e sul vero scopo della loro missione.
Eternals ce le mette tutta per tentare di essere una pellicola differente dalle altre appartenenti al MCU e, in parte, ci riesce: le scene ambientate nel passato, con gli Eterni testimoni attivi di alcuni momenti fondamentali nella storia dell'umanità, sono la parte migliore del film e riescono a donare ai personaggi un'aura epica, recuperando benissimo l'idea Kirbyana di supereroi che hanno ispirato gli umani nella creazione degli antichi miti legati a Dei ed eroi. In più la mano in regia di Chloé Zhao, fresca vincitrice dell'Oscar con l'ottimo Nomadland, si avverte chiaramente, soprattutto nel modo in cui sono riprese le scene in esterni. L'idea di fare un film meno spettacolare, ma più serio, intimista (il classico umorismo Marvel è al minimo sindacale) e legato allo sviluppo dei personaggi, poteva essere vincente e, fino a un certo punto, funziona. Purtroppo, però la trama rivela la propria pochezza con un intreccio alquanto banale, personaggi che non catturano l'interesse dello spettatore e colpi di scena abbastanza telefonati (non è certo così difficile capire chi sia il traditore nelle fila degli Eterni, alla fine). Ad affossare ulteriormente la pellicola anche scelte di casting parecchio opinabili: Richard Madden (Ikaris) e Kit Harrington (Dane Whitman) fanno a gara di scarsa espressività, Barry Keoghan (Druig) è (al solito) insopportabilmente antipatico, Gemma Chan (Sersi) manca del carisma necessario a reggere il peso emotivo dell'opera e ad Angelina Jolie (Thena) è affidato il ruolo più banale del lotto, vista anche la travagliata storia personale dell'attrice. Tutti questi problemi, uniti a un'eccessiva lunghezza (156 minuti!), un finale confusionario e effetti speciali non sempre all'altezza, finiscono per abbassare nettamente la qualità di una pellicola che aveva invece buone potenzialità. Eternals, tra l'altro, non ha fatto certo sfracelli né al box-office (anche se l'uscita in piena pandemia e il blocco in Cina causato dalle idee politiche espresse da Chloé Zhao sono sicuramente delle importanti giustificazioni), né in termini di apprezzamento critico: non stupirebbe se gli Eterni rimanessero solo delle comparse facilmente dimenticabili all'interno del MCU.
Hawkeye
Dopo la Vedova Nera, tocca anche all'altro degli Avengers originali "minori", Occhio di Falco (Hawkeye), ricevere il suo momento di gloria durante la Fase 4.
Kate Bishop (interpretata di Hailee Steinfeld), ancora bambina, viene salvata da Occhio di Falco durante la battaglia tra Avengers e Chitauri (ovvero durante il primissimo film degli Avengers) e, da quel momento, decide di seguirne le orme. Alcuni anni più tardi Kate è ormai cresciuta e, per una serie di coincidenze, si ritrova a combattere contro gli sgherri di un'organizzazione mafiosa russa (i cosiddetti Mafiosi in Tuta), indossando il costume di Ronin, il violentissimo alter ego di Clint Barton durante i 5 anni passati tra Infinity War ed Endgame. Ovviamente questo attira l'attenzione di Clint, con cui, una volta chiarito l'equivoco, stringerà un importante legame di fiducia ed amicizia. Il duo si troverà a doversi scontrare non solo con i mafiosi in tuta, ma anche con Echo - una potente ragazza sorda, esperta in arti marziali -, con Yelena - la nuova Vedova Nera desiderosa di vendetta per la morte della "sorella" Natasha - e, non ultimo, anche un potentissimo (e ben noto) personaggio che fa qui il suo esordio nel MCU. Il tutto mentre il tempo di Clint sta per scadere: mancano solo pochi giorni a Natale e lui dovrà raggiungere in tempo la famiglia per festeggiare e non deludere i suoi figli.
Nonostante Hawkeye si ispiri dichiaratamente al celebratissimo ciclo di storie di Matt Fraction e David Aja, non ne condivide l'approccio drammatico con un Clint Barton disilluso e nichilista, ma anzi inserisce il personaggio in una cornice più solare e leggera come il periodo della Feste. Una scelta vincente, che ben si allinea alla recitazione del sempre bravo Jeremy Renner e che crea delle valide dinamiche tra il personaggio di Occhio di Falco e Kate Bishop, con il primo a fungere da quella figura paterna che la ragazza stava cercando da anni.
Hawkeye è così una serie molto carina e leggera, dove il carisma degli attori e la bontà delle caratterizzazioni riesce a passare sopra una trama eccessivamente complicata e fin troppo piena di personaggi e svolte narrative. In particolare, non si può non applaudire la scelta perfetta di casting, con Hailee Steinfeld bravissima dare vita a un personaggio tridimensionale come quello di Kate Bishop; ottimo anche il cameo di Florence Pugh nei panni della nuova Vedova Nera, soprattutto in un dialogo spettacolare con Kate, che rappresenta il momento migliore dell'intera serie.
Sul fronte negativo, come detto, la serie accumula troppe sottotrame (su tutte, ho trovato la sottotrama relativa al personaggio di Echo davvero ridondante e inserita a forza solo per lanciare la serie del personaggio nella Fase 5) nei primi cinque episodi e deve comprimerne la risoluzione nel sesto, e fin troppo caotico, episodio. A questo, si aggiunge l'insoddisfacente approdo nel MCU del personaggio di Kingpin (fortunatamente ancora interpretato dall'ottimo Vincent D'Onofrio), troppo depotenziato rispetto al carismatico e monolitico gangster manipolatore della serie di Daredevil, tanto da venire sconfitto con relativa facilità dalla stessa Kate, in un match-up che, francamente, ha poco senso.
Hawkeye, nonostante i difetti, rimane una delle serie più piacevoli viste nella Fase 4, grazie soprattutto all'ottimo cast e a un'atmosfera più leggera e rilassata, in linea con l'ambientazione natalizia.
Speriamo che la serie non rappresenti l'ultima apparizione del personaggio e che, soprattutto, Jeremy Renner si possa riprendere presto dal terribile incidente che l'ha visto protagonista a gennaio.
Speriamo che la serie non rappresenti l'ultima apparizione del personaggio e che, soprattutto, Jeremy Renner si possa riprendere presto dal terribile incidente che l'ha visto protagonista a gennaio.
Spider-Man: No Way Home
Dopo che Mysterio ne ha rivelato l'identità segreta accusandolo del suo omicidio, la vita di Peter Parker è diventata un inferno. Nonostante un'assoluzione dall'accusa (merito anche dell'avvocato scelto, ovviamente Matt Murdock - Daredevil, nuovamente interpretato da Charlie Cox), le cose non migliorano e creano grossi problemi anche ai migliori amici di Peter, MJ e Ned. Questo convince Peter a chiedere aiuto al Doctor Strange per elaborare un incantesimo che faccia dimenticare a tutti l'identità segreta di Spider-Man. Le cose non andranno ovviamente come previsto facendo arrivare molti villain dal multiverso che porteranno caos e, purtroppo, tragedia nella vita di Peter. A venire in suo soccorso arriveranno però un paio di alleati alquanto inaspettati.
Il grosso problema di Spider-Man: No Way Home è rappresentato dalla sua trama: senza fare troppi giri di parole, sembra di trovarsi di fronte a una fan-fiction piuttosto tirata per i capelli. In particolare, gli snodi narrativi appaiono tutti forzati per raggiungere lo scopo prefissato, quello di riunire in un solo film i migliori villain provenienti dalla trilogia diretta da Sam Raimi e dalle due pellicole dirette da Marc Webb, oltre che l'occasione per vedere insieme all'opera tre differenti Spider-Man. A soffrirne maggiormente è sicuramente il Doctor Strange di Benedict Cumberbatch, personaggio ritratto come eccessivamente borioso e pasticcione, mero strumento per potere fare avanzare la trama e fare compiere a Spidey e ai suoi amici le scelte necessarie a fare arrivare tutti i personaggi alla Statua della Libertà per l'inevitabile mega-scontro finale.
Quello che però salva la pellicola è il cuore: c'è sicuramente tanto amore e rispetto nel gestire i personaggi e questo rende Spider-Man: No Way Home una visione alquanto piacevole ed emozionante, che fa dimenticare le tante incongruenze e forzature della trama. Gli Spider-Man di Tobey Maguire ed Andrew Garfield non sono mero fan service, ma hanno invece un peso specifico nel film e ognuno di essi ha il suo piccolo arco narrativo che funge da epilogo postumo delle loro saghe. Ma a svettare è Tom Holland, vero fulcro emozionale di tutta la pellicola, soprattutto nella scena più tragica che definisce il suo Spider-Man e che fa capire come, alla fine, Spider-Man: No Way Home sia in realtà la storia di origini che personaggio non aveva mai avuto nel MCU.
Spider-Man: No Way Home è l'ennesima opera della Fase 4 caratterizzata da una sceneggiatura problematica: in questo caso, fortunatamente, ci pensano il cuore, l'ottimo cast e la mano ferma del regista Jon Watts a portare a casa il risultato, e a fare uscire gli spettatori dalla sala cinematografica col sorriso. Il film, tra l'altro, rappresenta un nuovo punto d'inizio per il personaggio, ormai diventato il pilastro del MCU insieme a Doctor Strange.
Tutti i film e le serie appartenenti alla Fase 4 dell'Universo Cinematografico Marvel sono disponibili in streaming sulla piattaforma Disney+.
Finisce qui la seconda parte di questo lungo articolo dedicato alla Fase 4 dell'Universo Cinematografico Marvel.
La terza parte è disponibile a questo URL:
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Tutti i film sono inoltre disponibili in formato fisco presso i maggiori store online e in VOD (sia acquisto che noleggio) sui maggiori portali streaming. Le serie TV sono invece disponibili in esclusiva su Disney+.
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