Lo scorso 16 gennaio John Carpenter ha compiuto 75 anni, e non potevo lasciarmi sfuggire l'occasione di tributare un piccolissimo, ma sentito, omaggio a uno dei miei registi preferiti, un piccolo genio che ha lasciato un segno indelebile sull'immaginario horror e fantascientifico. Sarebbe alquanto riduttivo ridurre il suo contributo alla creazione di uno dei sottogeneri più popolari dell'horror, lo slasher movie, dal momento che le sue intuizioni e le sue idee continuano a ispirare orde di registi, dimostrando quanto, spesso, il buon John fosse decisamente avanti coi tempi in termini di messa in scena, satira politica, decostruzione dei generi e, aspetto non certo secondario, colonna sonora. Un vero e proprio artigiano del cinema che non si è (quasi) mai piegato alla logica dei grandi studi cinematografici, finendo per entrarci inevitabilmente in conflitto e convincendolo ad appendere la cinepresa al chiodo per dedicarsi alla produzione e alla carriera musicale, rilanciata alla grande dopo l'enorme omaggio tributatogli da Stranger Things nei titoli di testa.
Nato come progetto universitario a bassissimo costo e poi diventato un film completo grazie all'aiuto di John Landis (regista il cui cinema ha parecchio in comune con quello di Carpenter a ben vedere), Dark Star è una divertente parodia di 2001 Odissea nello Spazio e narra le disavventure di un'astronave con il compito di distruggere pianeti instabili per permetterne la terraformazione. Peccato che l'equipaggio sia alquanto poco professionale e le bombe talmente intelligenti da intrattenere discussioni filosofiche. Nonostante la scarsezza dei mezzi a disposizione, Dark Star è un film divertentissimo e ricchissimo di spunti e idee: in particolare segnalo l'omaggio clamoroso al personaggio di Silver Surfer e l'interessante sottotrama riguardante la caccia a un alieno pericoloso ed elusivo che si nasconde sulla nave e che sarà poi sarà poi ripresa ed espansa in un'altra pellicola. Non è affatto un caso infatti, che il co-creatore di Dark Star sia Dan O' Bannon, che avrebbe poi scritto soggetto e sceneggiatura di Alien.
In occasione di questo importante compleanno, quindi, farò una breve carrellata delle mie opere preferite di Carpenter: una lista incompleta e assolutamente personale, non una cronologia o retrospettiva completa.
Dark Star
Nato come progetto universitario a bassissimo costo e poi diventato un film completo grazie all'aiuto di John Landis (regista il cui cinema ha parecchio in comune con quello di Carpenter a ben vedere), Dark Star è una divertente parodia di 2001 Odissea nello Spazio e narra le disavventure di un'astronave con il compito di distruggere pianeti instabili per permetterne la terraformazione. Peccato che l'equipaggio sia alquanto poco professionale e le bombe talmente intelligenti da intrattenere discussioni filosofiche. Nonostante la scarsezza dei mezzi a disposizione, Dark Star è un film divertentissimo e ricchissimo di spunti e idee: in particolare segnalo l'omaggio clamoroso al personaggio di Silver Surfer e l'interessante sottotrama riguardante la caccia a un alieno pericoloso ed elusivo che si nasconde sulla nave e che sarà poi sarà poi ripresa ed espansa in un'altra pellicola. Non è affatto un caso infatti, che il co-creatore di Dark Star sia Dan O' Bannon, che avrebbe poi scritto soggetto e sceneggiatura di Alien.
Dark Star, nonostante gli ovvi limiti, mostra già tutto il talento di John Carpenter, che sarebbe poi definitivamente esploso quattro anni dopo con una delle pellicole più importanti della storia del genere horror. Un piccolo, strambo, film che merita il recupero.
Il film sarà poi seguito da Distretto 13 (anch'esso realizzato con un budget bassissimo), un tesissimo western metropolitano che racconta il violento assalto da parte di una gang a un distretto di polizia: una pellicola molto asciutta e diretta, che mostra già ampiamente l'abilità di John Carpenter e la sua capacità di gestire la tensione.
Halloween
È difficile dire qualcosa di nuovo su una pellicola come Halloween, che è stata ampiamente discussa, analizzata e dissezionata, nonché clonata, molteplici volte. Eppure, a distanza di quasi 45 anni, rimane un film freschissimo. L'intuizione geniale di Carpenter è di prendere un villain e non dargli alcuna backstory (vediamo giusto un inquietante flashback all'inizio) e neppure alcuna personalità o motivazione: Michael Myers è semplicemente il male incarnato. Basta una maschera di William Shatner maltrattata, un attore con buona presenza fisica, un'attrice esordiente (Jamie Lee Curtis, la screaming queen per eccellenza) con carisma e faccia da brava ragazza e, infine, un gran regista, e nasce un film incredibile e potente, capace di dettare le regole del sottogenere slasher; regole che saranno copiate, ripetute e pure parodiate in decine di altri film. Ma Halloween non è solo l'iniziatore di un genere (oltre che primo capitolo di due serie di sequel differenti), è una pellicola perfetta nella sua semplicità, giocata su una tensione costante (creata anche dalla colonna sonora, opera ovviamente dello stesso Carpenter) che non trova sfogo in un finale consolatorio: il male, infatti, non può semplicemente essere sconfitto. Un film realmente leggendario.
[Nota: se volete vedere un simpatico documentario sulla realizzazione del film, consiglio di guardare il primo episodio della terza stagione della serie I Film della Nostra Infanzia su Netflix]
The Fog
Spesso considerato un film minore della cinematografia di John Carpenter, The Fog è invece una pellicola che letteralmente adoro, oltre che uno dei miei horror preferiti in assoluto. Una storia di pirati fantasmi, che, portati dalla nebbia marina (e quindi sostanzialmente inarrestabili), seminano il panico nella cittadina di San Antonio Bay in cerca di una vendetta attesa per un secolo.
Il punto di forza di The Fog non risiede certo nella sceneggiatura un po' ondivaga (alcuni personaggi, tra cui quello di Jamie Lee Curtis, sono sostanzialmente intercambiabili e superflui), ma in una messa in scena incredibile: a Carpenter basta una macchina per generare del fumo e qualche comparsa vestita da pirata per creare memorabili scene cariche di tensione solo con una perfetta combinazione di colonna sonora, illuminazione e montaggio. Un film onesto e ruspante, insomma, che riesce a superare le evidenti limitazioni di budget con tanta creatività e maestria.
Il punto di forza di The Fog non risiede certo nella sceneggiatura un po' ondivaga (alcuni personaggi, tra cui quello di Jamie Lee Curtis, sono sostanzialmente intercambiabili e superflui), ma in una messa in scena incredibile: a Carpenter basta una macchina per generare del fumo e qualche comparsa vestita da pirata per creare memorabili scene cariche di tensione solo con una perfetta combinazione di colonna sonora, illuminazione e montaggio. Un film onesto e ruspante, insomma, che riesce a superare le evidenti limitazioni di budget con tanta creatività e maestria.
1997: Fuga da New York
Tempo un anno ed è il momento di conoscere un altro lato del cinema di John Carpenter: quello più ironico, caustico e, soprattutto, politico. Disgustato dallo scandalo Watergate, il regista americano ideò una storia distopica ambientata nell'allora futuro, in cui l'isola di Manhatthan è diventata un'enorme prigione. Quando un attacco terroristico costringe il Presidente degli Stati Uniti a paracadutarsi dall'Air Force One sull'isola, toccherà a Snake (Jena in italiano, in uno dei casi in cui l'inventiva dei traduttori si è rivelata vincente) Plissken, criminale in attesa di giudizio, infiltrarsi sull'isola per il salvataggio del Presidente e di alcuni documenti importantissimi. Con una piccola clausola: se non ce la farà in 24 ore morirà.
Il film funziona bene su tutti i livelli: le premesse sono accattivanti, lo svolgimento serrato, la critica sociale (sostanzialmente c'è ben poca differenza morale tra i politici e i criminali) azzeccata e caustica, e tutto è girato con il solito irresistibile misto di maestria e artigianalità da parte di Carpenter. Ma, soprattutto, c'è lo Snake Plissken di Kurt Russell, vero e proprio antieroe d'azione entrato di diritto nel mito: un personaggio disilluso e anarchico che pensa come prima cosa a salvarsi la pelle, ma che ha una sua morale. Un tipo di personaggio lontano dagli eroi tutto muscoli e patriottismo che invaderanno il cinema anni '80 e che fungerà da perfetto canovaccio per tanti altri epigoni. 1997: Fuga da New York è un'altra importante pietra miliare nella carriera di Carpenter ed è, giustamente, uno dei film d'azione più iconici e celebrati degli anni'80.
[Piccola Nota: la locandina originale del film con la testa tranciata della Statua della Libertà, è stata palesemente omaggiata dall'ottimo Cloverfield]
Il film avrà l'onore di un sequel, Fuga da Los Angeles, girato 15 anni più tardi, dove Carpenter opterà per un drastico cambio di atmosfera: l'atmosfera apocalittica e la satira politica lasciano spazio alla parodia che decostruisce lo stesso mito creato dal film precedente. Una pellicola fracassona e sopra le righe (girata in modo tutt'altro che impeccabile da Carpenter, a voler essere onesti) che ovviamente non venne capita dal pubblico (una costante della carriera del regista americano).
Il film funziona bene su tutti i livelli: le premesse sono accattivanti, lo svolgimento serrato, la critica sociale (sostanzialmente c'è ben poca differenza morale tra i politici e i criminali) azzeccata e caustica, e tutto è girato con il solito irresistibile misto di maestria e artigianalità da parte di Carpenter. Ma, soprattutto, c'è lo Snake Plissken di Kurt Russell, vero e proprio antieroe d'azione entrato di diritto nel mito: un personaggio disilluso e anarchico che pensa come prima cosa a salvarsi la pelle, ma che ha una sua morale. Un tipo di personaggio lontano dagli eroi tutto muscoli e patriottismo che invaderanno il cinema anni '80 e che fungerà da perfetto canovaccio per tanti altri epigoni. 1997: Fuga da New York è un'altra importante pietra miliare nella carriera di Carpenter ed è, giustamente, uno dei film d'azione più iconici e celebrati degli anni'80.
[Piccola Nota: la locandina originale del film con la testa tranciata della Statua della Libertà, è stata palesemente omaggiata dall'ottimo Cloverfield]
Il film avrà l'onore di un sequel, Fuga da Los Angeles, girato 15 anni più tardi, dove Carpenter opterà per un drastico cambio di atmosfera: l'atmosfera apocalittica e la satira politica lasciano spazio alla parodia che decostruisce lo stesso mito creato dal film precedente. Una pellicola fracassona e sopra le righe (girata in modo tutt'altro che impeccabile da Carpenter, a voler essere onesti) che ovviamente non venne capita dal pubblico (una costante della carriera del regista americano).
La Cosa
Girato praticamente in contemporanea con 1997: Fuga da New York (e con lo stesso protagonista, Kurt Russell), La Cosa è il capolavoro di John Carpenter. Indicato come remake del film fantascientifico anni '50 La Cosa da un Altro Mondo, sarebbe forse più giusto dire che entrambe le pellicole sono l'adattamento dello stesso racconto, che Carpenter segue in modo più fedele. La trama è molto semplice: in una base scientifica norvegese nel Polo Sud viene trovato un UFO sepolto nel ghiaccio da cui verrà accidentalmente liberato un alieno mutaforma, in grado di prendere le sembianze, la personalità e i ricordi di ogni essere vivente con cui entra in contatto. L'alieno riuscirà a scappare dalla base e a infiltrarsi in una base americana seminando morte e panico.
Approfittando della location circoscritta e isolata dal resto dell'umanità, Carpenter sforna un horror potente e claustrofobico, dominato dalla paranoia, dove nessuno dei personaggi può fidarsi dell'altro: una vera e propria escalation di tensione che tiene lo spettatore sulla corda per tutta la durata del film. Tensione che puntualmente esplode nei momenti in cui vediamo le disgustose trasformazioni dell'alieno (veri capisaldi del genere gore e body horror), rese magistralmente dal team degli effetti speciali, tutte girate con animatronic, modellini e animazione stop motion. La Cosa è così una pellicola giocata sui contrasti: da un lato l'ambientazione molto scarna e ristretta, dall'altro la pura e sconvolgente spettacolarità di effetti speciali che appaiono ancora oggi credibili e stupefacenti. E, su tutto, la mano fermissima di Carpenter, bravo a non fare scendere mai la tensione e a regalarci uno dei finali più cattivi e meno accomodanti della storia del cinema. Insomma, La Cosa è un capolavoro, sicuramente meritevole di entrare nella top ten dei migliori film horror di tutti i tempi.
Purtroppo la pellicola non venne capita da critica e pubblico, risultando in un flop incapace di coprire le ingenti spese di produzione dovute agli effetti speciali. Il tempo ha per fortuna reso giustizia a questo capolavoro, facendolo diventare un vero e proprio cult movie tra gli appassionati, un'opera che è diventata una vera e propria pietra di paragone e che è stata citata e omaggiata svariate volte: ricordo, per esempio, un episodio della prima stagione di X-Files, la miniserie The Head su Prime Video e il film The Hateful Eight di Quentin Tarantino, che omaggia e riadatta il canovaccio de La Cosa in salsa western (con protagonista lo stesso Kurt Russell, tra l'altro).
Approfittando della location circoscritta e isolata dal resto dell'umanità, Carpenter sforna un horror potente e claustrofobico, dominato dalla paranoia, dove nessuno dei personaggi può fidarsi dell'altro: una vera e propria escalation di tensione che tiene lo spettatore sulla corda per tutta la durata del film. Tensione che puntualmente esplode nei momenti in cui vediamo le disgustose trasformazioni dell'alieno (veri capisaldi del genere gore e body horror), rese magistralmente dal team degli effetti speciali, tutte girate con animatronic, modellini e animazione stop motion. La Cosa è così una pellicola giocata sui contrasti: da un lato l'ambientazione molto scarna e ristretta, dall'altro la pura e sconvolgente spettacolarità di effetti speciali che appaiono ancora oggi credibili e stupefacenti. E, su tutto, la mano fermissima di Carpenter, bravo a non fare scendere mai la tensione e a regalarci uno dei finali più cattivi e meno accomodanti della storia del cinema. Insomma, La Cosa è un capolavoro, sicuramente meritevole di entrare nella top ten dei migliori film horror di tutti i tempi.
Purtroppo la pellicola non venne capita da critica e pubblico, risultando in un flop incapace di coprire le ingenti spese di produzione dovute agli effetti speciali. Il tempo ha per fortuna reso giustizia a questo capolavoro, facendolo diventare un vero e proprio cult movie tra gli appassionati, un'opera che è diventata una vera e propria pietra di paragone e che è stata citata e omaggiata svariate volte: ricordo, per esempio, un episodio della prima stagione di X-Files, la miniserie The Head su Prime Video e il film The Hateful Eight di Quentin Tarantino, che omaggia e riadatta il canovaccio de La Cosa in salsa western (con protagonista lo stesso Kurt Russell, tra l'altro).
Finisce qui la prima parte di questo lungo articolo dedicato al genio di John Carpenter.
La seconda parte è disponibile a questo URL:
La seconda parte è disponibile a questo URL:
https://albyrinth.blogspot.com/2023/01/tanti-auguri-john-carpenter-seconda.html.
Alcune delle opere di John Carpenter sono disponibili in streaming o in VOD. Consiglio di utilizzare il portale JustWatch per controllare dove sono disponibili. Tutti i suoi film sono inoltre disponibili in formato fisco presso i maggiori store online.
Alcune delle opere di John Carpenter sono disponibili in streaming o in VOD. Consiglio di utilizzare il portale JustWatch per controllare dove sono disponibili. Tutti i suoi film sono inoltre disponibili in formato fisco presso i maggiori store online.
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