Alice In Borderland (Recensione) - Una Serie Intensa e Appassionante

Alice in Borderland

Nota Importante: Questo articolo contiene sicuramente diversi SPOILER sulle due stagioni di Alice in Borderland. Non continuate a leggere l'articolo se non volete rovinarvi la visione di questa ottima serie. Grazie.

Arrivata su Netflix poco dopo l'inaspettato successo planetario di Squid Game, Alice in Borderland ne condivide il tema principale (un gruppo di personaggi deve sopravvivere a una serie di giochi mortali organizzati da un misterioso game master), ma riesce a distinguersi per la buona qualità e personalità (oltre che per il paese di origine, fattore fondamentale), risultando una serie appassionante e riuscita, pur rimanendo saldamente nei confini del genere a cui appartiene. In occasione dell'uscita della seconda (e ultima?) stagione, è arrivato il momento di parlare di questa serie.

Alice In Borderland

La Trama

Arisu (interpretato da Kento Yamazaki) è un ragazzo svogliato, amante di videogiochi e matematica, inviso al padre per il costante rifiuto di trovare un lavoro, il cui unico contatto col mondo è rappresentato dal gruppo di amici formato da Karube (un rissoso barista) e Chōta (un tecnico informatico che ha scarso successo con le donne). Il trio, dopo una mattina passata a bighellonare in centro a Tokyo, vede degli strani fuochi artificiali nel cielo e, subito dopo, si ritrova trasportato in una versione disabitata della capitale. Il trio sarà presto costretto a partecipare a una serie di giochi mortali collegati alle carte da gioco: il numero della carta ne rappresenta la difficoltà, il seme il tipo di gioco [Cuori = giochi psicologici e di tradimento; Quadri = giochi di intelligenza e abilità; Fiori = giochi di squadra; Picche = giochi di forza e agilità]. Ben presto il trio conoscerà altri giocatori (tra cui l'atletica Usagi, interpretata da Tao Tsuchiya, con la quale Arisu instaurerà un forte rapporto di fiducia e amicizia), definendo una rete di alleanze e rivalità. Ma chi è il game master dietro a questi perversi giochi? E quale sarà la ricompensa per il completamento di tutti i giochi?

Alice in Borderland

Una Prima Stagione Ben Fatta, Pur Senza Particolari Guizzi

Alice in Borderland si presenta sicuramente bene, grazie a ottimi valori produttivi (fotografia, regia e CGI, tutte di buon livello), recitazione più che discreta per un prodotto di genere, e una sceneggiatura tutto sommato valida. A voler ben vedere, il maggiore difetto della prima stagione (soprattutto nella prima metà) è di non volersi prendere troppi rischi, mostrando piuttosto chiaramente come la serie sia l'adattamento di un manga Seinen. Inizialmente, quindi, i personaggi risultano abbastanza appiattiti su classici stereotipi (il ragazzo brillante, ma apatico; la donna più matura e disinibita; la ragazza con un passato doloroso alle spalle; l'attaccabrighe buono di cuore, e così via) e la sceneggiatura segue senza particolari guizzi la trama mostrando i vari giochi mortali in sequenza. È dalla seconda metà della prima stagione che la serie inizia a mostrare le sue potenzialità, quando entra in gioco la Spiaggia, un hotel di lusso dove si è riunita la gran parte dei giocatori e che non solo introduce un gran numero di personaggi più interessanti e tridimensionali, ma dona nuova linfa alla trama. In particolare, aumenta l'importanza narrativa di alcuni comprimari introdotti nelle prime puntate e vengono introdotti molti nuovi personaggi che arricchiscono il cast, rendendo Alice in Borderland un'opera molto più corale e appassionante: si segnalano in particolare Hikari Kuina (un personaggio transgender trattato con sorprendente naturalezza) e l'enigmatico Shuntarō Chishiya, che nella seconda stagione ruberà più volte la scena ai protagonisti. La stagione, tra l'altro, si chiude con il botto con la rivelazione che esistono persone che effettivamente abitano il mondo dei giochi e con un cliffhanger che vede i sopravvissuti doversi confrontare con le prove più complesse in assoluto, quelle collegate alle figure del mazzo di carte.

Alice in Borderland

Una Seconda Stagione Più Corale e Ragionata

L'inizio della seconda stagione è realmente scioccante e violento: i primi minuti introducono da subito quello che sarà a tutti gli effetti quello che sarà uno dei "boss" finali da affrontare, ovvero il Re di Picche, implacabile macchina da guerra che miete decine di vittime tra i (tanti) giocatori sopravvissuti ai primi 40 giochi. I primi episodi alternano momenti di fuga a momenti più introspettivi ed è chiaro che in questa stagione, oltre a muovere la trama verso il necessario finale, l'obiettivo è approfondire le psicologie di tutti i personaggi coinvolti (non solo i protagonisti Arisu e Usagi), siano essi giocatori o game master. Una scelta vincente, che dona maggiore profondità alla serie, facendola uscire dalla prevedibile sequela di giochi sempre più mortali. Non che i giochi manchino (anche se molti di essi sono riassunti nel più classico dei montaggi), ma anch'essi diventano un mezzo per esplorare al meglio le psicologie dei personaggi e rafforzarne i rapporti tra di loro, fino ad arrivare alle due ultime puntate, quasi antitetiche per tono e ritmo.

Alice in Borderland

Il Re di Picche

Nel settimo episodio tutti i personaggi principali convergono nuovamente all'incrocio di Shibuya (il luogo dove Arisu e i suoi amici videro i misteriosi fuochi artificiali dopo i quali furono trasportati nel mondo dei giochi) per affrontare il potentissimo Re di Picche. Ne viene fuori un episodio di pura azione gestita in modo magistrale, dove vediamo tutti i personaggi della serie collaborare per abbattere il game master, in un crescendo di tensione, sangue e violenza che tiene lo spettatore incollato allo schermo e dove non mancano i colpi di scena. Una delle cose migliori viste nell'ultimo anno a livello di streaming.

Alice in Borderland

La Regina di Cuori

Diametralmente opposta come ritmo e atmosfera l'ultima puntata che vede i protagonisti affrontare la Regina di Cuori (interpretata molto bene da Riisa Naka): in un tripudio di omaggi ad Alice nel Paese delle Meraviglie (fattore che finalmente dà un senso al titolo della serie) Arisu e Usagi dovranno semplicemente portare a termine tre partite di croquet con la regina, non importa chi vince o perde, l'importante è terminare la terza partita. L'unico modo per perdere il gioco è quello di ritirarsi volontariamente o uccidere la Regina stessa. Quello che pare essere il gioco più semplice visto finora si rivelerà invece uno dei più impegnativi: tra la seconda e la terza partita la Regina farà una pausa in cui, parlando della verità dietro il mondo dei giochi, inizierà a manipolare Arisu per convincerlo ad abbandonare la partita. Nel raccontare la presunta verità sul mondo dei giochi, manipola anche lo spettatore, presentando tante versioni contrastanti, alcune delle quali volutamente troppo semplicistiche o banali: un piccolo giochino meta pienamente riuscito, che sfocia in un ultimo momento dove non si capisce quale sia la realtà e quale la manipolazione della Regina. Un trucchetto sicuramente non originale (di recente visto, per esempio, nella deludente serie Marvel dedicata a Moon Knight), ma comunque efficace, che spalanca le porte a un finale soddisfacente.

Alice in Borderland

Un Buon Finale

Pur senza brillare per particolare originalità e strizzando decisamente l'occhio a Lost (la serie di J.J. Abrams, nonostante le controversie, rimane uno spartiacque fondamentale nel mondo delle serie TV), il finale di Alice in Borderland è sicuramente soddisfacente. La spiegazione di cosa sia realmente il mondo dei giochi è sensata e dona un significato più profondo a tutta l'esperienza, permettendo inoltre di chiudere il percorso dei tanti personaggi coinvolti, donando a ognuno di essi una o più scene conclusive. Una degna conclusione per una delle serie più interessanti degli ultimi tempi: speriamo che Netflix continui a investire in produzioni giapponesi a budget medio-alto: nell'universo della letteratura manga ci sono tante storie che meritano di essere raccontate. Sempre che non arrivi prima una terza stagione di Alice in Borderland, dal momento che l'inquadratura finale lascia aperto più di uno spiraglio.

Alice in Borderland è una serie tv trasmessa in esclusiva in streaming su Netflix.
L'omonimo manga di Haro Aso, su cui la serie è basata, è pubblicato in Italia da JPOP.


Commenti