Guillermo del Toro's Cabinet of Curiosities (Recensione Stagione 1) - Una Riuscita Antologia Horror

 

Guillermo del Toro's Cabinet of Curiosities

Ammetto di avere qualche problema con il cinema di Guillermo Del Toro: al regista messicano riconosco ovviamente immense capacità tecniche e tantissima personalità e passione, ma, anche nelle sue opere più celebrate come La Forma dell'Acqua (con cui ha vinto l'Oscar come miglior regista), Il Labirinto del Fauno e La Fiera delle Illusioni, ho sempre trovato qualcosa che mi ha respinto a livello di sceneggiatura e caratterizzazioni, in particolare un (sicuramente voluto) manicheismo di fondo. Detto questo, da buon amante del genere, ho guardato con molto interesse Guillermo del Toro's Cabinet of Curiosities, la nuova antologia horror curata per Netflix dal regista messicano (anche autore di due delle 8 storie che hanno ispirato gli episodi) e diretta da un gruppo di importanti registi e tecnici della scena.
Il paragone più diretto è quello con Masters of Horror (purtroppo non disponibile su nessun servizio streaming e recuperabile solo in formato fisico), antologia di mediometraggi del 2005 curata da Mick Garris [piccola curiosità: il nome della serie fu coniato proprio dallo stesso Del Toro a una cena], che poteva però vantare alla regia praticamente tutto il gotha dell'horror anni '80 e '90 (tra gli altri: Joe Dante, John Landis, Dario Argento, Tobe Hooper e John Carpenter). Il risultato fu una serie valida e godibile caratterizzata dalla tipica eterogeneità delle antologie, con alcune gemme e alcuni episodi poco riusciti. Giudizio che calza a pennello anche per Cabinet of Curiosities, erede spirituale di Masters of Horror. Ma entriamo più nel dettaglio degli 8 episodi.

Cabinet of Curiosities

Lotto 36

Nick, classico esempio di americano becero, ignorante e razzista, sbarca il lunario comprando depositi abbandonati dai proprietari. In uno dei depositi acquistati trova alcuni oggetti legati a rituali occulti, tra cui una serie di tre libri di magia nera. Andando alla ricerca del quarto libro che completerebbe la collezione, aumentandone esponenzialmente il valore, Nick troverà qualcosa di ben più letale all'interno del deposito…
L'idea di base (partorita dallo stesso Del Toro) è carina e ricorda quei reality show su depositi comprati al buio che sono stati trasmessi abbondantemente anche sulle nostre reti. Il regista Guillermo Navarro (espertissimo direttore della fotografia in decine di film e frequente collaboratore dello stesso Del Toro) la declina in modo molto diretto e serioso, con un messaggio sociale tutt'altro che nascosto, visto che il protagonista avrà di che pentirsi del proprio razzismo. In definitiva, un buon episodio, godibile e senza troppi fronzoli, peccato per la CGI davvero bruttina, che rovina in parte il finale: forse utilizzare qualche effetto prostetico avrebbe giovato. Non ho ben capito l'utilità di ambientare la storia durante l'invasione irachena del Kuwait, comunque.

Cabinet of Curiosities

I Ratti del Cimitero

L'episodio è ambientato nel 1800: Masson è un viscido tombarolo frustrato dal fatto che un'invasione di famelici ratti nel cimitero lo sta privando della sua fonte di guadagno. Oberato dai debiti di gioco, Masson ha finalmente l'occasione di riscattarsi con la morte di un aristocratico che sarà sepolto con una sciabola dal valore inestimabile. Peccato che i ratti gli freghino il cadavere da sotto gli occhi, costringendolo a un inseguimento che lo porterà ad affrontare orrori sempre più aberranti.
Diretto dal solido Vincenzo Natali (regista di The Cube e Splice, oltre che di molti episodi di serie come American Gods, The Peripheral e Westworld), I Ratti del Cimitero è una gustosa incursione nel genere gotico, che si fa apprezzare per la fotografia molto fredda, il tono grottesco e surreale, e per gli ottimi effetti speciali. Uno degli highlight della antologia.

Cabinet of Curiosities

L'Autopsia

In seguito a un'esplosione in una miniera, lo sceriffo chiama il Dottor Winters, suo amico di lunga data, per eseguire l'autopsia di tutte le vittime e scoprire la verità. Verità che sarà molto più sconvolgente e pericolosa di quanto il dottore si sarebbe mai aspettato.
Diretto dal poco conosciuto David Prior (nel suo curriculum il film The Empty Man e diversi documentari sulla realizzazione dei film di David Fincher), l'episodio si rivela una discreta variazione sul classico tema de L'Invasione degli Ultracorpi. Nonostante una sceneggiatura (opera del prezzemolino David S. Goyer) che ce la mette tutta per incasinare senza alcun motivo la trama tra flashback e scene criptiche, L'Autopsia si fa apprezzare per la buona tensione, l'utilizzo sapiente di body horror e gore, e un finale intelligente e decisamente soddisfacente.

Cabin of Curiosities

L'Apparenza

Stacey, una donna poco piacente e piuttosto stramba, soffre per il suo aspetto e per il suo status di emarginata tra le colleghe. Quando, a una festa di Natale con le suddette colleghe, le viene regalata l'esclusivissima crema idratante Alo Glow, Stacey svilupperà dapprima un'allergia alla crema e poi una vera e propria dipendenza con tanto di inquietanti (e spassose) allucinazioni. Quando il marito tenterà di farla smettere, le conseguenze saranno piuttosto violente.
Tratto da un webtoon di Emily Carroll (disponibile gratuitamente in inglese QUI) e diretto in maniera magistrale da Ana Lily Amirpour (A Girl Walks Alone at Night e The Bad Batch), L'Apparenza è una caustica satira del bisogno di apparire e della vacuità della società moderna, una riuscitissima critica sociale che richiama alla mente il Carpenter più politico e sarcastico. Insomma, la vera gemma di questa antologia, un episodio divertentissimo e davvero acido e tagliente. 

Cabinet of Curiosities

Il Modello di Pickman

Will, uno studente di arte molto promettente, rimane al contempo affascinato e inorridito dagli oscuri e inquietanti quadri di Richard Pickman. L'ossessione sfocerà in una vera e propria psicosi che lo porterà ad avere orride visioni. Anni dopo, Will è diventato uno stimato curatore di una galleria, sposato con un figlio. Il ritorno nella sua vita di Pickman e delle sue disturbanti opere d'arte faranno ricadere Will in un vero e proprio incubo che coinvolgerà lui e la sua famiglia.
Tratto da un ben noto racconto corto di H.P. Lovecraft, Il Modello di Pickman ci prova in tutti i modi a essere inquietante e a scioccare lo spettatore, tentando di proporre in immagini il difficilissimo concetto dell'opera d'arte talmente disturbante da causare la pazzia. Purtroppo il regista Keith Thomas (conosciuto per il non memorabile remake de L'Incendiaria) mostra ben poca personalità prendendo di peso soluzioni già viste (con ben altri risultati) in film come Insidious e Hereditary  e cadendo pesantemente nella scena madre in cui scopriamo cosa realmente sia il modello utilizzato da Pickman, realizzato con una terribile CGI. A salvare parzialmente l'episodio, il tentativo di veicolare le atmosfere inquietanti lovecraftiane, la bella idea dei dipinti che si animano, un certo gusto per lo shock visivo (il finale è sicuramente disturbante) e la solidissima prova di Crispin Glover nei panni di Pickman. Luci e ombre, quindi, per un episodio comunque interessante.

Cabinet of Curiosities

I Sogni nella Casa Stregata

[Curiosamente lo stesso racconto di H.P. Lovecraft era stata l'ispirazione per uno degli episodi della prima stagione di Masters of Horror diretto da Stuart Gordon, ambientato però in era moderna.]

Walter assiste da bambino alla morte della gemella Epperley e vede la sua anima risucchiata in un'oscura foresta. Una volta cresciuto, è ossessionato dal trovare un modo per contattare nuovamente lo spirito della sorella e salvarla dal limbo in cui è finita. Dopo alcuni tentativi andati a vuoto, inizia ad assumere droghe allucinogene con cui riesce a stabilire finalmente un contatto con la sorella. Non riuscendo a mantenere la connessione a lungo, decide di stabilirsi all'interno di quella che è ritenuta una casa stregata dove fu giustiziata una strega. Non solo le visioni diventeranno sempre più potenti, ma la vita di William sarà in serio pericolo.
Catherine Hardwicke (regista del primissimo Twilight) tenta di trasformare l'inquietante racconto di H.P. Lovecraft in una storia di fantasmi gotica, probabilmente per raggiungere un maggiore coinvolgimento emotivo dello spettatore. Il risultato è purtroppo insoddisfacente (nonostante abbia mantenuto il crudo finale a sorpresa del racconto) e molto artefatto, per l'episodio più debole di tutta l'antologia. Non aiutano recitazioni sotto la media (anche il buon Rupert Grint non sembra minimamente a suo agio con il personaggio), una sceneggiatura farraginosa e un'atmosfera poco credibile.

Cabinet of Curiosities

La Visita

L'eccentrico e alquanto elusivo miliardario Lionel Lassiter invita nella sua casa un discografico di successo, una scienziata, uno scrittore e un presunto medium per un evento che promette di espandere la loro conoscenza. Una volta giunti nella tenuta del milionario i quattro saranno invitati ad assumere droghe per prepararsi al meglio al pezzo forte della serata: lo studio di un misterioso meteorite, che porterà alla luce segreti alquanto pericolosi.
Diretto da Panos Comatos (regista del sottovalutato Mandy), La Visita è sicuramente l'episodio più stiloso e curato del lotto. La trama è estremamente basilare e si rifà a uno dei cliché più abusati della fantascienza (l'entità aliena contenuta all'interno di un meteorite), e funge da mero pretesto per dare sfogo alla tecnica del regista, tra inquadrature simmetriche, architetture geometriche, saturazione impossibile dei colori, illuminazioni fluorescenti, omaggi al cinema anni '80 e atmosfere lisergiche decisamente ispirate a David Lynch. Un esercizio di stile, ma talmente sopra le righe e ben eseguito da risultare alquanto piacevole.

Cabinet of Curiosities

Il Brusio

Tratto da una storia breve dello stesso Guillermo del Toro, Il Brusio vede una famosa coppia di ornitologi (Nancy ed Edgar), specializzata nello studio degli stormi di Piovanello Pancianera, partire per uno studio su questi particolari uccelli. Lo stato di silenzio e isolamento in una vecchia casa da tempo disabitata in piena campagna farà esplodere la crisi nella coppia, segnata dal terribile lutto della perdita della figlia neonata alcuni mesi prima. Nancy comincerà però ad avvertire inquietanti presenze spettrali nella vecchia casa: affrontare i fantasmi presenti nella tenuta sarà anche l'occasione per affrontare i propri fantasmi e venire a patti con la propria sofferenza.
Con Il Brusio, la regista australiana Jennifer Kent affronta nuovamente la tematica dell'orrore come mezzo per superare ed elaborare un lutto, che era stata la base portante del suo celebratissimo debutto cinematografico, The Babadook. Ma se quel film (che ammetto di non apprezzare moltissimo), era a parer mio troppo ripiegato su se stesso nel cercare la metafora forbita, ne Il Brusio la regista trova la quadratura perfetta in una storia estremamente semplice e lineare, sorretta da una sceneggiatura perfetta (opera della stessa Kent) e dalle interpretazioni magistrali dei protagonisti, Essie Davis e Andrew Lincoln, bravissimi nel veicolare temi psicologicamente molto complessi con un lavoro di recitazione in sottrazione. Un vero e proprio gioiello che contende a L'Apparenza il titolo di miglior episodio della serie. 

Cabinet of Curiosities

In Conclusione

Guillermo del Toro's Cabinet of Curiosities è un'antologia sicuramente valida e meritevole di visione: il regista messicano è stato molto bravo a selezionare registi e storie, confezionando un ottimo prodotto ed esplorando varie sfumature del genere horror, infondendo comunque sempre un tocco della sua personalità. Come tutte le antologie, soffre di qualche episodio meno convincente e dispiace che questa sorte sia toccata ai due mediometraggi tratti dai racconti di H.P. Lovecraft (che si rivela essere ancora una volta uno degli scrittori più difficili da portare su schermo). Come già scritto, le gemme di Cabinet of Curiosities sono invece rappresentate dal quarto e dall'ottavo episodio, L'Apparenza e Il Brusio, tra le cose migliori viste in ambito horror negli ultimi anni. Dopo quasi vent'anni, e dopo la cocente delusione del reboot di The Twilight Zone firmato da Jordan Peele, Masters of Horror ha finalmente il suo degno erede.

Guillermo del Toro's Cabinet of Curiosities è una serie trasmessa in esclusiva in streaming da Netflix.

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