Mr. Harrigan's Phone (Recensione) - Killing Technology

 

Netflix sta diventando una casa decisamente accogliente per i racconti e libri scritti da Stephen King: dopo i dimenticabili Nell'Erba Alta e 1922, e l'invece ottimo Il Gioco di Gerald, questa volta è il turno di Mr. Harrigan's Phone, tratto da un racconto breve contenuto nelle recente raccolta Se Scorre il Sangue. Se le premesse del racconto erano abbastanza intriganti (tecnologia e sovrannaturale sono da sempre un ottimo binomio), il risultato finale è un film onesto, senza particolari guizzi e con una banale ed evitabilissima moralina finale.

Killing Technology

[Ovviamente il titolo del paragrafo è un riferimento a uno degli album più geniali della storia della musica metal]
Primi anni duemila: Craig è un bravo ragazzo, rimasto orfano di madre, che vive in una piccola comunità del Maine (ça va sans dire). Come lavoretto pomeridiano, Craig passa alcuni pomeriggi a casa di Harrigan, un magnate della finanza in pensione che ha scelto di passare i suoi ultimi anni in campagna, per leggergli dei libri con uno stipendio di 5 dollari all'ora (più un gratta e vinci ogni Natale). Passano gli anni e tra Craig e Harrigan si instaura una rispettosa amicizia, tanto che, dopo avere vinto 3000$ con uno dei gratta e vinci, Craig decide di comprare e donare un iPhone al magnate, dono che Harrigan dimostra di apprezzare molto, dopo le iniziali titubanze. Quando Harrigan viene a mancare, Craig nasconde nella tasca dell'abito con cui Harrigan sarà sepolto lo smartphone come simbolo dell'amicizia che li legava. Dopo la sepoltura, Craig scopre con estrema sorpresa che il numero del vecchio risulta ancora attivo, ricevendo addirittura strani SMS dall'iPhone nella tomba; il ragazzo prende l'abitudine di chiamare la segreteria del numero di Harrigan per parlare della propria vita e dei propri problemi (come se fosse un diario), raccontando le angherie subite da un bullo a cui ha tentato di reagire. Quando il bullo viene trovato morto il mattino seguente, Craig inizia a sospettare che lo smartphone sia un mezzo per contattare lo spirito di Harrigan e scatenarlo in sanguinose vendette.

Un Minestrone di Temi Kinghiani

Come è possibile intuire dalla sinossi, Mr. Harrigan's Phone include parecchi temi che abbiamo visto in molti altri racconti e libri di Stephen King e nelle opere ad essi ispirati: un ragazzo orfano; la complicata vita in un liceo di una piccola comunità di campagna tra bulli e solitudine; un evento macabro come spartiacque tra adolescenza ed età adulta; l'amicizia tra un ragazzo e un personaggio anziano con un lato oscuro; la tecnologia come pericoloso tramite di un potere sovrannaturale. Tutto questo rende il film abbastanza prevedibile nei suoi snodi principali e John Lee Hancock, solidissimo regista autore di buone pellicole come The Blind Side, Saving Mr. Banks, The Founder e Fino all'Ultimo Indizio (praticamente il fratellastro a lungo smarrito del Seven di David Fincher), sembra non volersi prendere mezzo rischio limitandosi a un dignitoso compitino.

Un Film Innocuo

Il risultato è un film sostanzialmente innocuo, un tipico "coming of age" dove l'elemento sovrannaturale non è praticamente mai esplorato ed è dato per scontato, un semplice mezzo per favorire la maturazione del protagonista, la cui vita in realtà non appare così drammatica e triste (bulli compresi) come vorrebbero farci credere. Nessuno si aspettava un vero e proprio horror da una storia come questa (nonostante la produzione del Re Mida del genere, Jason Blum), ma forse un minimo di tensione e uno sguardo più morboso alle morti causate dallo spirito di Harrigan (avvengono tutte fuori scena) avrebbe giovato al ritmo della pellicola.
Allo stesso modo, è praticamente assente la fascinazione del protagonista per l'oscurità e il suo potere, anche per colpa di un'interpretazione piuttosto piatta dell'attore protagonista Jaeden Martell, credibile come classico bravo ragazzo di provincia, molto meno come ragazzo tormentato dai sensi di colpa. L'altro attore protagonista, Donald Sutherland nel ruolo di Harrigan, porta a casa la pagnotta semplicemente recitando di esperienza e facendo brillare il proprio carisma, il che è più che abbastanza per un personaggio tutto sommato stereotipato.

Una Lezioncina Morale Stucchevole

Nonostante questi difetti, Mr. Harrigan's Phone è comunque una pellicola sufficiente, girata in maniera solida e professionale senza sbavature, che, tutto sommato, si lascia guardare, finendo per essere uno dei tanti film a medio budget che popola la sempre più sterminata libreria di Netflix. Un utilizzo migliore della tensione e una sceneggiatura un po' più coraggiosa nello scavare nell'ambiguità morale del protagonista avrebbero giovato molto al film. E, soprattutto, Hancock (regista e sceneggiatore), poteva tranquillamente evitarsi la stucchevole e banalissima lezioncina morale sui pericoli di internet e su come lo smartphone sia un oggetto capace di portare tristezza e sventura. C'è addirittura un intero monologo di Harrigan che predice il nostro presente di social e fake news che suona alquanto artefatto e fastidioso.

[Piccola nota di colore: a volte è divertente pensare alle coincidenze della vita. Lo stesso anno sono distribuiti due film (entrambi prodotti da Jason Blum) basati su un telefono di colore nero con capacità di comunicazione con l'aldilà. Entrambe le pellicole sono basate su racconti brevi. Solo che uno (Mr. Harrigan's Phone) è stato scritto da Stephen King, l'altro (The Black Phone) è stato scritto dal figlio di King, Joe Hill. Per la cronaca, The Black Phone è un film immensamente superiore, come avevo già scritto nella mia recensione.]

Mr. Harrigan's Phone è un film trasmesso in esclusiva in streaming da Netflix.

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