The Halo Effect - Days of the Lost (Recensione)

 

Nei mesi scorsi si è fatto un gran vociferare del debutto dei The Halo Effect, rendendolo uno dei dischi più attesi dell'anno in campo metal. D'altronde vedere 4 ex-musicisti che hanno fatto parte, in periodi differenti, degli In Flames (Jesper Strömblad e Niclas Engelin alle chitarre, Peter Iwers al basso e Daniel Svensson alla batteria) che uniscono le forze con l'inconfondibile voce di Mikael Stanne (Dark Tranquilllity, nonché cantante degli In Flames sul debutto Lunar Strain) era una di quelle notizie che non poteva non mettere in agitazione i tanti fan del death metal melodico rimasti delusi dalla svolta alternative-radiofonica degli ultimi In Flames (ormai saldamente controllati dal cantante Anders Fridén) e da quella dark-tastieristica degli ultimi Dark Tranquillity. Nonché scatenare stampa e siti del settore nell'invenzione di uno scontro, assolutamente fittizio, tra The Halo Effect e In Flames, quasi che la creazione dei The Halo Effect sia stata una rivalsa nei confronti di Anders Fridén.

Niente di tutto ciò, visto che la band è con tutta probabilità nata senza secondi fini: 5 amici che si conoscono da molto tempo e che vogliono fare musica insieme, aiutando nel frattempo Jesper Strömblad a tornare nel mondo della musica (il suo impegno nei Chyra è più un ruolo da session man di lusso), permettendogli di affrontare al meglio un difficile e lungo percorso di riabilitazione dalla dipendenza dell'alcol. Chiaro che, visti i nomi coinvolti, Nuclear Blast abbia immediatamente colto la palla la balzo rendendo l'uscita di Days of the Lost un piccolo evento, richiamando l'attenzione dei tanti amanti delle sonorità made in Göteborg.

Ma come suona Days of the Lost? Come già chiaro dai primi singoli, siamo di fronte a un disco che unisce idealmente il sound degli In Flames del periodo Clayman e Reroute to Remain a quello dei Dark Tranquillity dell'ultimo decennio con le linee vocali e di tastiera a reggere gran parte dei brani. Tutto molto semplice e prevedibile, con i 5 musicisti che non escono minimamente dalla propria comfort-zone, ma, probabilmente, era proprio questo l'effetto voluto e non si può dire che Days of the Lost sia un brutto lavoro. Anzi, siamo di fronte a un disco piacevole, con canzoni molto dirette e concise, che si fanno apprezzare già ai primi ascolti. A svettare sono soprattutto i brani maggiormente caratterizzati dalle inconfondibili melodie partorite dalla chitarra di Jesper Strömblad, in particolare la title track, Feel What I Believe, Last of Our Kind e Gateways, forse il brano migliore del lotto.
Per contro, i brani che pendono maggiormente dalla parte dei Dark Tranquillity, soprattutto quelli in cui fa capolino l'immancabile voce pulita di Stanne leggermente ispirata dalle tonalità di Dave Gahan, risultano sicuramente più fiacchi e dimenticabili.

In definitiva, Days of the Lost non è certo un disco epocale, ma è un lavoro di onesto e diretto death metal melodico, creato e suonato da chi quel sound ha iniziato a plasmarlo, 5 amici che si sono ritrovati con la voglia di fare musica senza volere reinventare la ruota. Per adesso può bastare, ma è chiaro che con il secondo album (già in lavorazione, a quanto pare) sarà necessaria un'evoluzione per evitare di finire presto nel dimenticatoio.

Days of The Lost è disponibile in formato digitale e fisico sul sito ufficiale della label Nuclear Blast. E' inoltre disponibile in formato fisico e digitale su tutti i maggiori store online. Il disco è ovviamente inoltre disponibile su tutti i maggiori servizi di musica in streaming, oltre che sulla Pagina Bandcamp della band.

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