Blind Guardian - The God Machine (Recensione)

 

Domanda assolutamente retorica: avere sfornato tre capolavori uno di fila all'altro è una colpa? Vedendo l'eccessiva negatività con cui sono generalmente giudicati gli ultimi vent'anni di carriera dei Blind Guardian parrebbe proprio di sì. Se è vero che l'incredibile successo di critica e pubblico che ha portato la band tedesca a essere headliner del Wacken (oltre che organizzatore di un proprio festival) è sicuramente un ricordo ormai abbastanza lontano, è altrettanto vero che il combo capitanato da Hansi Kürsch ha portato avanti una carriera più che onesta. Certo, lavori come A Night at The Opera, At the Edge of Time (il mio preferito tra i dischi dell'ultimo ventennio) o Beyond the Red Mirror non si avvicinano alla qualità pazzesca del trittico Somewhere Far Beyond - Imaginations from the Other Side - Nightfall in Middle Earth, ma hanno il pregio di non sedersi sugli allori tentando di evolvere il proprio sound verso lidi più sinfonici e progressivi, mantenendo generalmente un livello di qualità più che sufficiente.

Fatta questa premessa, c'era sicuramente parecchia curiosità verso The God Machine, undicesimo album in studio dei Blind Guardian (dodicesimo contando anche il controverso album orchestrale Legacy of the Dark Lands), in virtù di dichiarazioni che facevano presagire un parziale ritorno al sound più tirato e thrashy dei tempi d'oro. Come era già possibile evincere dai molti singoli pubblicati negli scorsi mesi, con The God Machine la band tedesca ha in effetti optato per sonorità più dirette e meno magniloquenti, rinunciando a inserti orchestrali e cori troppo elaborati. Scaltra strategia calcolata per riacchiappare i fan di vecchia data persi per strada o scelta forzata dall'impossibilità di potere registrare cori e orchestrazioni troppo complesse in piena era COVID? Posto che i Blind Guardian avrebbero tutto il diritto di sedersi sugli allori e vivere di rendita, probabilmente non lo sapremo mai; alla fine, però, poco importa, perché The God Machine è lo specchio una band in ottima forma (in particolare Hansi, la cui voce sembra essere tornata a livelli eccellenti dopo anni di appannamento), capace di sfornare così un lavoro di buona qualità, a tratti decisamente piacevole. 

A brillare, in particolare è il terzetto iniziale di canzoni: "Deliver Us From Evil" ci mette qualche secondo di troppo a partire, ma poi si rivela un'esaltante cavalcata con uno dei migliori ritornelli partoriti dalla band negli ultimi vent'anni; "Damnation" è il classico pezzo tiratissimo dominato dall'ottimo lavoro delle chitarre di André Olbrich e  Marcus Siepen; infine "Secret of the American Gods" (ovviamente ispirato dal romanzo capolavoro di Neil Gaiman) è il pezzo migliore dell'intero album grazie alle sue continue variazioni e alle melodie ricercate. Dopo un inizio così riuscito, The God Machine finisce inevitabilmente per sgonfiarsi un po', mantenendo comunque una qualità media più che discreta, almeno fino al finale, dove la piatta ballata "Let It Be No More" e la banalissima "Destiny" (francamente uno dei pezzi peggiori mai partoriti da Hansi e soci) lasciano purtroppo l'ascoltatore con una sensazione di amaro in bocca.

In definitiva The God Machine è un lavoro più che valido (ma non privo di difetti, compresa una produzione fin troppo patinata), che recupera in modo intelligente e calibrato alcune caratteristiche vincenti del sound dei tempi d'oro, miscelandole con l'approccio più progressivo degli ultimi lavori. Certo, dopo un inizio spettacolare, il disco cala inevitabilmente di qualità e manca forse il pezzone killer da urlare a squarciagola ai concerti, ma sono difetti che non rovinano un ritorno assolutamente valido: averne di band ancora capaci di sfornare album di questa caratura con 35 anni di carriera sul groppone.

P.S. La copertina dell'album raffigura Gadreel, angelo della guerra, parte di una serie di opere realizzate dall'artista Peter Mohrbacher a tema angelico. Viene da chiedersi se qualcuno dei Blind Guardian sia un fan di Evangelion, vista la non certo casuale somiglianza tra Gadreel e un'unità EVA con in mano la Lancia di Longinus.

The God Machine è disponibile in formato digitale e fisico sul sito ufficiale della label Nuclear Blast. E' inoltre disponibile in formato fisico e digitale su tutti i maggiori store online. Il disco è ovviamente inoltre disponibile su tutti i maggiori servizi di musica in streaming, oltre che sulla pagina Bandcamp della band.


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