The Gray Man (Recensione) - Come Studiare a Tavolino un Franchise d'Azione

 


C'era curiosità nel capire come sarebbe andata la carriera dei fratelli Joe e Anthony Russo dopo i fasti dell'era Marvel, conclusasi trionfalmente con Avengers Endgame. Dopo un film a budget medio - il thriller Cherry, approdato su Apple TV + [che ammetto di non avere ancora visto] - i fratelli ora provano a lanciare un franchise d'azione ad alto budget (siamo oltre i 200 milioni, un vero e proprio blockbuster) per Netflix. Il risultato? Divertente, ma banalotto.

Una Storia Non Particolarmente Originale

L'agente con nome in codice Sierra Six (Ryan Gosling) è stato reclutato ancora adolescente in riformatorio per essere addestrato come agente per un progetto segreto della CIA. 18 anni più tardi è diventato effettivamente un killer infallibile per operazioni sporche. Dopo essere entrato in possesso di una chiavetta contenente informazioni compromettenti riguardanti un dirigente CIA, diventerà lui l'obiettivo di una caccia all'uomo senza esclusioni di colpi, condotta dal mercenario sociopatico Lloyd Hansen (Chris Evans). Con l'aiuto di un'agente CIA sospesa (Ana de Armas), Six dovrà mettere in salvo la chiavetta, salvare la propria vita e quella di un'innocente ragazzina cardiopatica (!!!).

Un Franchise Studiato a Tavolino

Aldilà dell'ispirazione letteraria di partenza (l'omonimo libro di Mark Greaney), è abbastanza chiaro come The Gray Man sia stato concepito studiando a tavolino il cinema di spionaggio/azione degli ultimi 15 anni. La ricetta prevede tre parti di Bourne (il killer solitario, ma con una morale, addestrato da un progetto segreto), una parte di Mission Impossible (l'agente capace di sopravvivere alle situazioni più incredibili), due parti di Fast & Furious (praticamente cinema supereroistico senza poteri ignorando totalmente la fisica), una spruzzata dell'estetica fica di John Wick e un pizzico dell'epica urbana del cinema d'azione di Michael Mann. Shakerate il tutto ed ecco pronto un nuovo franchise. Ironia a parte, il difetto maggiore della pellicola è la sua prevedibilità, il non prendersi mezzo rischio, l'appoggiarsi senza fantasia a soluzioni che abbiamo già visto tante altre volte: è tutto molto freddo e costruito, senza quella scintilla di passione capace di rendere più che discreti anche i film più scontati (un esempio su tutti, Tyler Rake).
A questo si aggiunge una sceneggiatura alquanto pigra, che accumula scene d'azione e frasi ad effetto senza costruire i personaggi oltre il minimo sindacale. Soprattutto il protagonista, aldilà di una backstory drammatica (che sembra presa pari pari dalle origini di Butcher nella serie TV The Boys, a voler ben vedere), è semplicemente un'anonima e perfetta macchina da guerra che, nonostante proiettili, botte assortite e pugnalate varie, la scena dopo è sempre in perfetta forma con la battutina pronta.

Un Cast Stellare, Ma Utilizzato Male

The Gray Man, oltre che ovviamente in location ed effetti speciali, non ha certo lesinato budget per quanto riguarda il cast, che comprende star affermate come Ryan Gosling e Chris Evans, star in piena rampa di lancio come Ana de Armas e Regé-Jean Page e comparsate di veterani come Billy Bob Thornton e Alfre Woodward. Il problema è che gli sceneggiatori non fanno il minimo sforzo per fare brillare tutto questo star power. Lo stile di recitazione in sottrazione di Ryan Gosling (perfetta per film più autoriali come Drive e Blade Runner 2049) in questo caso non si adatta minimamente al personaggio di Six, rendendolo mono-espressivo anche nei momenti  più ironici o drammatici. Chris Evans (con terrificanti baffetti e mocassini) è costretto a recitare talmente sopra le righe per caratterizzare il suo personaggio da risultare finto e fastidioso. Il personaggio di Ana de Armas non ha vere motivazioni ed è semplicemente una spalla per il protagonista (per quanto dimostri di cavarsela egregiamente nelle scene d'azione). Per finire, Billy Bob Thornton è nel film solo per assurgere al compito dell' "ottimo attore la cui presenza è necessaria per dare un minimo di lustro alla pellicola".

Un Film Comunque Gradevole

Aldilà di questi difetti, non si può dire che The Gray Man sia un film disastroso. Le due ore di film scorrono senza intoppi; le scene d'azione, per quanto esagerate e poco credibili (in particolare l'assurda scena in pieno centro a Praga con lanciarazzi e team SWAT cechi), sono comunque coinvolgenti e divertenti e valgono il metaforico prezzo (virtuale) del biglietto. E non si può certo dire che i fratelli Russo non sappiano girare scene d'azione corali e maestose, nonostante una certa tendenza ad abusare delle riprese ultra velocizzate coi droni, che rendono il tutto a volte un po' troppo confusionario da vedere, complice anche una CGI non sempre perfetta. Insomma, il classico blockbuster di puro intrattenimento senza troppe pretese: probabilmente, però, un po' troppo poco per giustificare i 200 milioni di budget (seconda produzione cinematografica più costosa nella storia di Netflix dopo Red Notice), per una pellicola che rischia di diventare semplicemente uno dei tanti film d'azione presenti nello sterminato catalogo di Netflix. 

The Gray Man è un film trasmesso in esclusiva in streaming da Netflix.

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