Cinque Documentari True Crime su Netflix Che Meritano (Mini Recensioni)

 
Nello sterminato catalogo di Netflix, sicuramente meritano una menzione i documentari True Crime, genere indubbiamente affascinante per storie e tematiche, ma che è facile banalizzare con narrazioni noiose e didascaliche o, peggio, con ricostruzioni amatoriali caratterizzate da recitazione da film di serie Z. Netflix ha da sempre invece curato questo sotto-genere di documentari, confezionando spesso prodotti interessanti e degni di nota. Con questo post voglio segnalare cinque di questi documentari che mi hanno particolarmente colpito per argomenti, regia e qualità, e aggiungere in conclusione qualche altro consiglio in breve. [In realtà tutti i blog fichi hanno queste liste e quindi dovevo almeno provarci].

Sulla Scena del Delitto - Il Caso del Cecil Hotel

Sulla Scena del Delitto - Il Caso del Cecil Hotel è un documentario che analizza il mistero relativo alla morte di Elisa Lam, ritrovata annegata all'interno di una delle cisterne installate sul tetto del Cecil Hotel a New York. Partendo dalla storia alquanto movimentata dell'hotel, la miniserie racconta con dovizia di particolari gli ultimi giorni di Elisa Lam e tutte le ipotesi che sono state fatte sulla sua dipartita, fino ad arrivare a un finale inaspettato. Più che per il mistero vero e proprio, il documentario si segnala per la capacità del regista Joe Berlinger di manipolare lo spettatore, portandolo esattamente dove vuole per poi svelare solo alla fine le proprie carte e il vero obiettivo di tutta la miniserie; un finale anticlimatico, estremamente critico e amaro, eppure perfetto, che fa riflettere parecchio (e probabilmente anche arrabbiare qualcuno).

Giù le Mani dai Gatti: Caccia a un Killer Online

Questo documentario è il perfetto contraltare di Sulla Scena del Delitto - Il Caso del Cecil Hotel: dove il documentario sul mistero di Elisa Lam era una pungente e feroce critica al mondo di social, blogger e influencer, Giù le Mani dai Gatti: Caccia a un Killer Online rappresenta in un certo senso un tributo a un caparbio gruppo di utenti online che ha aiutato le autorità a riconoscere e catturare un pericoloso killer prima che iniziasse a mietere ulteriori vittime. Nonché una critica a come l'universo di internet possa fungere da pericolosissimo catalizzatore per una personalità narcisista e distruttiva come quella del killer protagonista. Non fatevi ingannare dal brutto titolo (decisamente edulcorato rispetto a quello originale), che si riferisce al fatto che il killer abbia attirato l'attenzione su di sé pubblicando aberranti video dove torturava e uccideva dei gattini, in quanto questa miniserie, dopo un inizio volutamente leggero, è invero piuttosto dura e diretta.

Non c'è bisogno di presentare Ted Bundy, probabilmente il più famoso serial killer di tutti i tempi, il cui caso è stato trattato in decine di documentari e film (compreso una specie di terribile horror di serie Z che magari avrete intravisto su qualche canale TV provinciale a tarda serata). Questa miniserie ha il merito di riportare in modo esaustivo i tantissimi eventi della vita di Ted, analizzarne la personalità attraverso interviste e materiali d'archivio mantenendo sempre un ottimo ritmo, il tutto con alti valori produttivi. In particolare, è apprezzabile come il documentario sia impostato come una vera e propria serie TV, con cliffhanger tra una puntata e l'altra: un modo efficace per sottolineare una serie di avvenimenti talmente cinematografici (non solo gli omicidi a sangue freddo, ma le coincidenze, le fughe assurde e i processi dove Ted si è autodifeso) a cui si fa quasi fatica a credere.

Rapita alla Luce del Sole

[Nota: Rapita alla Luce del Sole tratta di un tema alquanto delicato come la pedofilia. Per quanto non esplicito, questo documentario potrebbe essere molto difficile da vedere se siete particolarmente sensibili sull'argomento, soprattutto quando la vittima narra delle violenze subite]
Questo documentario racconta la storia è quella di Robert Berchtold, un maniaco pedofilo che negli anni '70 manipola un'intera famiglia mormone per potere mettere le proprie (sudicie) mani sulla loro figlia dodicenne, arrivando a rapirla per ben due volte e a soggiogarla psicologicamente con una storia di rapimenti alieni (!). Era molto semplice che un documentario come Rapita alla Luce del Sole deragliasse: da un lato c'è un argomento molto serio e pesante come la pedofilia, dall'altro una situazione paradossale, dove una famiglia intera si fa manipolare e abbindolare con un'ingenuità inconcepibile. Mantenere la rotta, soprattutto a livello di tono, per evitare di appesantire o alleggerire troppo la narrazione, era un compito complessissimo, ma l'esperta regista Skye Borgman riesce nell'impresa di confezionare un film che condanni fermamente le azioni di Robert senza risultare però un mattonazzo moralistico, il tutto con valori produttivi molto alti. A essere particolarmente convincenti sono le ricostruzioni girate in modo alquanto credibile e intelligente grazie anche a una color correction azzeccata. In definitiva, un documentario che alla fine lascia quasi interdetti e con domande a cui è difficile rispondere; da vedere.
La stessa Skye Borgman ha recentemente realizzato un altro documentario true crime per Netflix, La Ragazza nella Foto: una spogliarellista viene trovata in stato morente sul ciglio della strada dopo essere stata investita da un auto pirata. Quello che però sembrava un caso semplice si trasforma in un'indagine molto più estesa che porterà a rivelazioni davvero incredibili. Anche questo documentario molto consigliato.

Il Truffatore di Tinder

Per concludere, un documentario un po' più leggero nelle tematiche dove si racconta la storia di tre ragazze truffate da Simon, affascinante uomo d'affari conosciuto attraverso la app Tinder. Quello che sembrava un amore da fiaba tra champagne, abiti di lusso, feste esclusive e jet privati si trasforma ben presto in una vera e propria truffa, con le tre donne manipolate per ottenere sempre più soldi, fino alla scoperta di un vero e proprio schema piramidale volto a sostenere le spese della vita da nababbo del protagonista. Un documentario ben dosato tra cronaca e ironia, con un buon ritmo scandito dalla sempre più assurde chat e caratterizzato da un montaggio ottimamente eseguito.

Honorable Mentions

In conclusione, alcuni documentari comunque validi che non ce l'hanno fatta a entrare nella lista:

Night Stalker - Caccia a un Serial Killer: Un buon documentario (pur senza eccessivi guizzi) che racconta caccia al Night Stalker, uno dei più popolari serial killer degli anni '80, fino alla rocambolesca conclusione.

Lo Squartatore: Un documentario basato su uno dei più famosi serial killer britannici; punti di interesse sono l'ambientazione nell'Inghilterra anni '70 e la feroce critica all'incompetenza delle forze di polizia britanniche.

Bad Vegan: Fama, Frode e Fuggitivi: La chef vegana Sarma sembra avere tutto: un ristorante di tendenza a New York, il lavoro dei propri sogni e ottime prospettive di successo. L'arrivo di Anthony  nella sua vita con le sue promesse assurde (tra cui quella di rendere immortale il cane di Sarma) causerà una rapida discesa negli inferi che la porterà a perdere il ristorante, fuggire per non pagare i debiti e, alla fine, direttamente in prigione. Una storia davvero assurda, forse troppo, dal momento che su internet c'è più di un dubbio sulla versione riportata in questa miniserie. Comunque sia, un prodotto interessante.

I 24 Volti di Billy Milligan: La storia di Billy Milligan e delle sue (presunte) 24 personalità è decisamente affascinante. Il documentario pecca però in un'eccessiva neutralità nel presentare le due tesi (Billy ha veramente il disturbo dissociativo di personalità più grande mai riscontrato o è un manipolatore che vuole evitare la prigione?) e manca un po' di personalità. 

Sulla Scena del Delitto: il Killer di Times Square: Realizzata dallo stesso team de Il Caso del Cecil Hotel, questa miniserie risulta meno interessante e riuscita, ma ha il merito di regalarci uno scorcio realistico della Times Square anni '70, un posto decisamente differente da quello che siamo abituati a vedere adesso nelle cartoline.

Cyber Hell: Indagine su un Inferno Virtuale: Su Netflix di certo non mancano documentari sui pericoli di internet, in particolari sul revenge porn. Rispetto ad altre opere, Cyber Hell ha il vantaggio di narrare una storia legata alla Corea del Sud, offrendo uno sguardo differente su un tema così scottante. Peccato per un editing imperfetto che spesso non consente di leggere i sottotitoli.

Le Donne e l'Assassino: Dietro a un titolo alquanto banale, si cela la storia appassionante di una detective e della madre di una delle vittime per catturare e incastrare un serial killer in Francia negli anni '90. Niente di sconvolgente, ma un buon documentario ben narrato e senza troppi fronzoli.

The Puppet Master: Caccia all'Impostore: La storia pazzesca di un manipolatore che convince un gruppo di amici di essere un agente segreto inglese e che loro sono diventati l'obiettivo del terrorismo separatista irlandese. Ne risulterà un rapimento durato quasi un decennio. La narrazione risulta un po' asettica e confusa nel mischiare continuamente i piani temporali, ma la faccenda è così incredibile che questa miniserie merita comunque la visione.

The Confession Killer: La storia di Henry Lee Lucas, serial killer a cui sono stati attribuiti 11 omicidi accertati, ma che ha invero confessato centinaia di altri omicidi, è un enigma impossibile da decifrare. Questa miniserie tenta di fare luce sul mistero, partendo dalla cronica tendenza a mentire di Henry e dalla totale mancanza di prove certe per il 90% dei delitti confessati, arrivando a sposare la tesi che Henry mentisse per soddisfare le ambizioni della task force preposta alle indagini. L'impressione è che il tema avrebbe meritato più spazio delle 5 puntate che compongono la miniserie, ma vale la pena darci un'occhiata.

Commenti