Quando si tratta di film appartenenti al Marvel Cinematic Universe (MCU d'ora in poi), ammetto di essere un po' di bocca buona e di passare sopra anche a problemi più o meno evidenti, apprezzando anche pellicole o serie TV tutt'altro che indimenticabili. Sarà per il mio vecchio amore per i fumetti supereroistici Marvel, sarà perché non riesco a non provare ammirazione per il lavoro mostruoso compiuto da Kevin Feige nel portare su grande e piccolo schermo un intero universo, compresi personaggi molto complessi o ben poco commerciali. Detto questo, appena uscito dal cinema dopo la visione di Doctor Strange Nel Multiverso della Follia, non nascondo di essere in parte deluso.
[Nota: Per quanto possibile cercherò di rimanere spoiler-free, posto che ormai dovrebbe essere noto a chiunque chi sia il villain della pellicola.]
Un Film Paradossale
Il secondo film dedicato al Doctor Strange è decisamente paradossale. Da un lato, non c'è il minimo dubbio che si tratti di una delle pellicole più personali, caratterizzate e forti di tutto il MCU, ma dall'altro si tratta di uno dei film più pigri, piatti e meno curati dal punto di vista di sceneggiatura e caratterizzazioni di questo universo.
Raimi Unleashed
Sin dagli inizi, una delle maggiori critiche rivolte a questo universo cinematografico è stata la mancanza di personalità, un'omogeneità che ha creato uno stile vincente e perfettamente riconoscibile, ma che, secondo molti, ha portato a un ridimensionamento del ruolo del regista, quasi un mero esecutore sotto il controllo di Kevin Feige. Posto che l'argomento meriterebbe un articolo a sé stante (così come le inutili e infantili diatribe tra fan Marvel e DC a riguardo), possiamo dire che Doc Strange 2 non incorre certo in questo difetto.
Dopo un inizio con il freno a mano tirato, Sam Raimi prende saldamente il controllo con tutto l'armamentario di inquadrature tremolanti e sghembe, zoomate audaci, umorismo slapstick e un po' di sana anarchia. Dal secondo atto in poi, non c'è dubbio che si tratti in tutto e per tutto di un film di Sam Raimi (impressione confermata dallo sceneggiatore che ha ammesso di avere modificato molte cose in corsa per venire incontro alle idee e alla creatività del regista americano) con alcune scene cariche di un'inventiva incredibile (lo scontro "musicale" è in questo senso l'highlight dell'intera pellicola e c'è ovviamente anche lo zampino di Danny Elfman).
Ma soprattutto, è il primo film del MCU ad avere un intero atto indubbiamente di stampo horror. Le sequenze con il villain della pellicola che arriva nell'universo alternativo a caccia del Dottor Strange sono cariche di tensione e non risparmiano efficaci jump scare e, addirittura, una più che discreta dose di splatter. Insomma, è chiaro che Sam si sia divertito un mondo con la libertà che gli è stata concessa, tanto da infilarci anche alcuni evidenti auto-omaggi alquanto divertiti: il cameo di Bruce Campbell che ricorda una delle scene più note di Evil Dead 2, il chiaro riferimento alla locandina di Evil Dead nella scena "mentale" e infine uno dei personaggi truccato come un deadite.
Ah, in effetti pure il Darkhold ha una vaghissima somiglianza con un altro libro...
Dopo un inizio con il freno a mano tirato, Sam Raimi prende saldamente il controllo con tutto l'armamentario di inquadrature tremolanti e sghembe, zoomate audaci, umorismo slapstick e un po' di sana anarchia. Dal secondo atto in poi, non c'è dubbio che si tratti in tutto e per tutto di un film di Sam Raimi (impressione confermata dallo sceneggiatore che ha ammesso di avere modificato molte cose in corsa per venire incontro alle idee e alla creatività del regista americano) con alcune scene cariche di un'inventiva incredibile (lo scontro "musicale" è in questo senso l'highlight dell'intera pellicola e c'è ovviamente anche lo zampino di Danny Elfman).
Ma soprattutto, è il primo film del MCU ad avere un intero atto indubbiamente di stampo horror. Le sequenze con il villain della pellicola che arriva nell'universo alternativo a caccia del Dottor Strange sono cariche di tensione e non risparmiano efficaci jump scare e, addirittura, una più che discreta dose di splatter. Insomma, è chiaro che Sam si sia divertito un mondo con la libertà che gli è stata concessa, tanto da infilarci anche alcuni evidenti auto-omaggi alquanto divertiti: il cameo di Bruce Campbell che ricorda una delle scene più note di Evil Dead 2, il chiaro riferimento alla locandina di Evil Dead nella scena "mentale" e infine uno dei personaggi truccato come un deadite.
Ah, in effetti pure il Darkhold ha una vaghissima somiglianza con un altro libro...
Il Fattore Cumberbatch
Se Raimi è il maggior fattore caratterizzante della pellicola, il fattore decisivo risulta essere Benedict Cumberbatch, attore davvero fenomenale. Esattamente come Robert Downey Junior (vero e proprio collante del MCU nelle sue prime tre fasi), l'attore britannico riesce ad andare oltre i vincoli di caratterizzazione e sceneggiatura dando sempre qualcosa di più al personaggio. Espressioni, carisma, atteggiamento, il modo di muoversi: il suo Doctor Strange va oltre la semplice caratterizzazione o trama, ha una personalità unica e definita ed è l'interpretazione di Cumberbatch a fare la differenza, soprattutto in una pellicola dove, invece, l'arco narrativo dedicato al personaggio è fin troppo lineare e prevedibile. Insomma, il miglior attore di tutto il MCU, in questo momento, cosa che peraltro era già palese nei due Avengers, dove lui e Robert Downey Junior facevano letteralmente a gara a rubarsi la scena.
Una Sceneggiatura Pigra
Dove il film invece inciampa pesantemente è nella sceneggiatura: quasi schiacciata dal dovere introdurre il multiverso e le sue regole nel MCU, la sceneggiatura va avanti a scossoni, costantemente rallentata dal dovere inserire continui spiegoni e nell'inventare regole non sempre coerenti, in particolare con il primo film. In particolare, il cosiddetto Dreamwalking è magia oscura e vietatissima (per quale motivo?) capace di corrompere, ma ci si scorda che nel primo film Doctor Strange ha tranquillamente piegato il continuum temporale ai suoi voleri senza patire la benché minima conseguenza.
In più per un film intitolato Doctor Strange Nel Multiverso della Follia, non solo di follia non c'è n'è poi molta (tutta per gentile concessione del signor Raimi), ma neanche molto multiverso: c'è solo una scena in cui i protagonisti attraverso molteplici dimensioni con un montaggio frenetico e soluzioni visive spettacolari e poi per buona parte del secondo atto i personaggi rimangono bloccati su Terra-838. Dove il massimo della stranezza è l'inversione dei colori dei semafori, non esattamente un'inventiva strabordante.
Ma è sulle caratterizzazioni e sugli archi narrativi dei protagonisti che la pellicola ha i suoi maggiori problemi, con lo sceneggiatore che si appoggia a stereotipi piuttosto abusati per i protagonisti: il Doctor Strange che deve accettare il fatto che la sua amata Christine si sia rifatta una vita senza di lui, la nuova giovane eroina America Chavez che deve credere in se stessa per controllare i suoi enormi poteri e Wong che sostanzialmente fa la spalla comica per tutto il film senza avere alcuna evoluzione. E poi c'è il villain della pellicola...
In più per un film intitolato Doctor Strange Nel Multiverso della Follia, non solo di follia non c'è n'è poi molta (tutta per gentile concessione del signor Raimi), ma neanche molto multiverso: c'è solo una scena in cui i protagonisti attraverso molteplici dimensioni con un montaggio frenetico e soluzioni visive spettacolari e poi per buona parte del secondo atto i personaggi rimangono bloccati su Terra-838. Dove il massimo della stranezza è l'inversione dei colori dei semafori, non esattamente un'inventiva strabordante.
Ma è sulle caratterizzazioni e sugli archi narrativi dei protagonisti che la pellicola ha i suoi maggiori problemi, con lo sceneggiatore che si appoggia a stereotipi piuttosto abusati per i protagonisti: il Doctor Strange che deve accettare il fatto che la sua amata Christine si sia rifatta una vita senza di lui, la nuova giovane eroina America Chavez che deve credere in se stessa per controllare i suoi enormi poteri e Wong che sostanzialmente fa la spalla comica per tutto il film senza avere alcuna evoluzione. E poi c'è il villain della pellicola...
Un Cattivo TROPPO Potente
Un altro grosso tasto dolente è la gestione del cattivo lungo tutto il film. Non c'è la minima ambiguità, tempo dieci minuti e sappiamo già chi è il vero villain, quando invece si sarebbe potuto più giocare sui concetti di alleanza e tradimenti. E, senza alcuna valida spiegazione, lo ritroviamo iperpotenziato, capace prima di mettere in crisi l'intera Kamar-Taj e poi di schiacciare alcuni degli essere più potenti senza battere ciglio. Un potere enorme e ingiustificato, contando che si tratta di un personaggio che è già apparso abbondantemente nel MCU, mostrando sì grande potenziale, ma non con una potenza di fuoco che avrebbe potuto annichilire Thanos senza sudare.
Se gli archi narrativi riservati ai protagonisti "positivi" della pellicola sono banali e piatti, quello riservato al maggiore antagonista non solo spazza via in un solo colpo tutta l'evoluzione del personaggio (in particolare nella serie TV di cui è stato titolare) riducendolo a distruttiva macchietta, ma sceglie soluzioni ampiamente prevedibili e stereotipate per chiudere frettolosamente la trama.
In Conclusione...
A conti fatti Doctor Strange 2 si rivela un'occasione in parte sprecata, soprattutto quando poteva contare su due fuoriclasse assoluti come Raimi e Cumberbatch. Il primo film dedicato al Doctor Strange si era rivelata una vera sorpresa: pieno di idee, inventiva e con la netta volontà di dare alla pellicola una personalità unica rispetto al resto del MCU. Questo sequel gira su territori più banali e stereotipati, con uno sceneggiatore più preoccupato di accumulare elementi in vista del prossimo grande crossover (Secret Wars?) che di rendere giustizia ai personaggi. Una tendenza abbastanza preoccupante, vista la non eccelsa partenza della Fase 4 del MCU.
Doctor Strange sarà disponibile su Disney+ a partire dal 22 Giugno 2022. Sarà anche disponibile per il noleggio e acquisto in digitale presso i principali store VOD.
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